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I colossi del web pagano (sottobanco) per sbloccare pubblicità

Secondo il Financial Times Google, Microsoft, Amazon avrebbero trovato un accordo con gli sviluppatori di Adblock Plus per allentare il blocco dei banner pubblicitari sui siti web

I colossi del web pagano (sottobanco) per sbloccare pubblicità

I big di internet avrebbero messo mano al portafoglio per cercare di porre rimedio al blocco dei banner pubblicitari presenti nei siti web e attivato da tutti quegli utenti che hanno installato sul proprio browser il plug-in Adblock Plus.
A scoperchiare il vaso di pandora è stato il Financial Times spiegando come Google, Microsoft e Amazon avrebbero pagato gli sviluppatori di Eyeo, società che ha creato il plug-in tanto vituperato dai big del web, per sbloccare gli annunci pubblicitari. In pratica nella ‘White list’ (accettable ads whitelist) dove sono già presenti gratuitamente alcuni siti e piccole società che producono volumi di pubblicità molto limitati, vengono aggiunti a pagamento (ma non si sa a che cifra) gli altri siti. Sbloccati a pagamento, questa è la sostanza del business: legittimo secondo le norme attuali anche se poco trasparente.

Stando a quanto ha rilevato il Financial Times pare che i proprietari di Eyeo abbiano accettato la richiesta dei giganti di internet ma solo per i banner pubblicitari non invasivi. L’obiettivo dei big del web è quello di recuperare una buona fetta di quei 300 milioni di utenti che usano Adblock Plus e che oggi si ritengono protetti dalla pubblicità più invasiva.

In questa vicenda ognuno dei protagonisti sembra non fare una bella figura: la scena ci mostra i vari Google, Amazon e Microsoft rincorrere un team di sviluppatori, che li ha messi decisamente in difficoltà trovando l’antidoto al bombardamento dell’advertising on line, nel tentativo di convincerli ad allentare il blocco dietro il pagamento di una somma che ovviamente non sapremo mai. Chi è dunque il buono in questa vicenda? I colossi del web, Adblock o noi navigatori?

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