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Governo al lavoro per esodati e collocandi in mobilità

Il sottosegretario Cecilia Guerra in commissione Lavoro alla Camera: verso la predisposizione di un decreto interministeriale e misure aggiuntive per garantire tutela reddituale.

Governo al lavoro per esodati e collocandi in mobilità

Esodati e “collocandi in mobilità”, il governo al lavoro per trovare le soluzioni. L’ulteriore assicurazione arriva dal sottosegretario Cecilia Guerra. Per quanto riguarda i cosiddetti esodati, il rappresentante dell’Esecutivo, rispondendo a un’ interrogazione in commissione Lavoro alla Camera, ricorda che è stato istituito al ministero del Lavoro un tavolo tecnico che ha confermato che “l’importo finanziario individuato dalla riforma delle pensioni, attuata con il decreto Salva Italia, è adeguato a corrispondere a tutte le esigenze, incluse quelle introdotte dal decreto Milleproroghe, senza dover ricorrere a risorse aggiuntive. Il lavoro del tavolo tecnico costituirà inoltre un importante punto di partenza per la predisposizione del decreto interministeriale che dovrà definire le modalità di attuazione ai fini della concessione dei benefici attualmente previsti e la cui emanazione è fissata al 30 giugno prossimo”.

Ma all’orizzonte c’è anche ulteriore platea di lavoratori che, pur non direttamente interessata dalle attuali misure di salvaguardia, “merita particolare attenzione in quanto nei prossimi anni dovrà ugualmente confrontarsi con gli effetti prodotti dalla riforma pensionistica recentemente adottata”. Ad esempio, si tratta – spiega il sottosegretario Guerra – dei cosiddetti “collocandi in mobilità” ai sensi di accordi collettivi governativi stipulati entro il 4 dicembre 2011, che avrebbero conseguito il trattamento pensionistico al termine del periodo di mobilità.

“Il governo sta valutando la possibilità di adottare misure aggiuntive volte a garantire tutela reddituale a tali lavoratori, le cui caratteristiche andranno attentamente definite anche in relazione alla maggiore o minore estensione dell’arco temporale che separa ciascuno di essi dal raggiungimento dei nuovi requisiti pensionistici anche al fine di garantire nel tempo l’equità e la sostenibilità della riforma pensionistica varata”.

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