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Golf, addio al campo di Trump: il mondiale si trasferisce in… Messico

La novità assume quasi un valore simbolico, visto che il percorso dove si giocava questa gara era il Trump Doral, sul tracciato Blue Monster, uno del campi più belli del pianeta, di proprietà del nuovo presidente degli Stati Uniti.

Golf, addio al campo di Trump: il mondiale si trasferisce in… Messico

Addio Miami, ben trovata Città del Messico: il primo campionato del mondo di golf quest’anno oltrepassa i muri ideologici e si sposta dalla capitale della Florida alla capitale messicana. Il gesto assume quasi un valore simbolico, visto che il percorso dove si giocava questa gara era il Trump Doral, sul tracciato Blue Monster, uno del campi più belli del pianeta, di proprietà del nuovo presidente degli Stati Uniti. Oggi invece il tee di partenza è al Club de Golf Chapultepec, dall’altra parte del golfo. Il divorzio fra il magnate e una delle gare di golf più importanti del “campionato” si è consumato prima delle elezioni presidenziali Usa. Il motivo è che lo sponsor Cadillac non ha rinnovato il contratto e la Pga ha trovato un nuovo finanziatore nel Grupo Salinas che, ovviamente, ha trasferito la manifestazione in uno dei suoi resort. “Speriamo abbiano un’assicurazione sui rapimenti”, ha commentato a caldo il tycoon. Battute a parte, da oggi a domenica, gli appassionati di golf potranno seguire i big in questo contesto inedito, mentre la stagione entra nel vivo, avvicinandosi a grandi passi verso il primo major, il Masters, a inizio aprile. 

La gara è parte di un mini circuito di quattro appuntamenti, comune a tutti i tour, ed  è una delle più importanti del calendario internazionale. Alla sfida possono partecipare solo i migliori giocatori del mondo, in questo caso sono 77, e si disputa senza taglio dopo 36 buche. Fra i divi del circuito c’è anche l’azzurro Francesco Molinari che, dopo la vittoria all’Open d’Italia, ha continuato a macinare ottimi piazzamenti sul circuito Usa, compreso il 14esimo posto della settimana scorsa a Palm Beach. 

Torna in campo anche Dustin Johnson, alla sua prima prova da quando è diventato numero uno del mondo; dietro di lui una folta schiera di fortissimi inseguitori. In primo piano troviamo il nordirlandese Rory McIlroy, reduce da un lungo periodo di sosta per la frattura di una costola e da molte polemiche per aver giocato recentemente proprio con Donald Trump. A seguire il giapponese Hideki Matsuyama, attualmente numero uno della Fedex, lo svedese Henrik Stenson, l’americano Jordan Spieth. Salta l’evento invece il numero due del mondo, l’australiano Jason Day, ancora fuori forma, dopo uno stop per infortunio. Altri possibili protagonisti sono l’australiano Adam Scott, campione uscente, l’americano Richie Fowler, caricato dal successo nell’Honda Classic, lo spagnolo Sergio Garcia, gli statunitensi Phil Mickelson, Jim Furyk, Zach Johnson, Bubba Watson e gli inglesi Justin Rose e Danny Willett. Montepremi stellare di 9,750 milioni di dollari.

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