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Generali, Mario Greco promosso a pieni voti da Piazza Affari

L’ad del gruppo triestino è stato promosso a pieni voti da Piazza Affari, galvanizzata dai conti del primo trimestre del Leone, ben oltre le attese sopra i 600 milioni di utili netti – Generali guadagna l’1% a metà mattinata – Greco intanto su Rcs: “Vedremo, quando saremo in assemblea, che cosa riterremo utile e conveniente per noi”.

Generali, Mario Greco promosso a pieni voti da Piazza Affari

Mario Greco è promosso a pieni voti da Piazza Affari, galvanizzata dai conti del primo trimestre del Leone, ben oltre le attese.  Il consensus degli analisti prevedeva infatti  un utile netto nel trimestre a 528 milioni, a un operativo di 1,19 miliardi e a un combined ratio del 94,6%. Invece, le Generali chiudono il trimestre con un utile netto di  603 milioni di euro (+6,3%) un  risultato operativo di 1,3 miliardi (+8%)  sulla spinta del segmento danni (+ 26,6% a 520 milioni), favorito dal combined ratio in calo di 1,8 punti al 93,6%.

La compagnia, in sintesi, è riuscita a limitare la ritirata del settore vita (-2,6% a 797 milioni). Il patrimonio netto ammonta a 18,8 miliardi (-1,2%), dopo l’impatto di 477 milioni per l’acquisto a fine marzo della prima tranche della quota di Ppf in Gph. Ma, grazie alla marcia trionfale dei titoli del debito sovrano, Btp in testa e gli effetti del collocamento del 12% di Banca Generali, l’indice di Solvency, migliora: dal 138% a fine trimestre al 145% di fine aprile. Ora il Leone può dedicarsi, senza fretta, a valorizzare le riassicurazioni Usa e alla cessione di Bsi, che si sta rivelando più complicata del previsto. Beninteso, alle cifre chieste da Greco.

Ma le cifre spiegano solo fino ad un certo punto l’atteggiamento benevolo degli investitori nei confronti della gestione Greco. Quel che il mercato mostra di apprezzare il “new look” nella gestione dei pacchetti finanziari non strategici: sia su Rcs che su Telecom Italia non si avverte la “mano invisibile” di Mediobanca che in passato ha condizionato le scelte di portafoglio. Il mercato apprezza la nuova impostazione avallata da piazzetta Cuccia. Anche se stamane Greco si limitato a confermare una strategia “wait and see” . Ovvero uscire si può sia dall’editoria che dalle tlc, ma quando convverà a noi, Meglio se presto.

Che fine farà, in particolare, la quota in Rcs Media Group? “Su Rcs vedremo, quando saremo in assemblea, che cosa riterremo utile e conveniente per noi” ha risposto  il group ceo a proposito le intenzioni di voto all’assemblea del 30 maggio di Rcs sull’aumento di capitale. Le Generali hanno già  indicato che non parteciperanno alla ricapitalizzazione perché  “il lavoro che noi facciamo è quello di assicuratori. Il settore dei media è totalmente diverso e non non possiamo restare in settori così diversi dai nostro quando stiamo cercando di recuperare solidità”. Una decisione diversa da quella di Mediobanca (che assorbirà assieme a Fiat l’inoptato del patto) “La nostra posizione è compresa da tutti”, ha voluto sottolineare Greco.

E su Telecom? “Siamo ovviamente interessati a seguire le decisioni della società e siamo favorevoli a qualunque progetto che la valorizzi” è stata la salomonica  risposta di Greco in conference call a proposito del dossier Telco-Telecom. Ma il ceo ha anche sottolineato che  “qualunque processo societario di acquisito, vendita e fusione richiede tempo, le cose non si fanno in pochi giorni”. ‘Insomma, siamo in attesa di sentire “proposte o discussioni su eventuali proposte” senza preclusioni di sorta: “Telecom deve andare in consiglio, presentare un progetto, che sarà esaminato e valutato dai consiglieri. Io non ho una posizione: non sono a conoscenza di un progetto. Qui non si tratta di parlare, bensì  di vedere un progetto fatto di numeri, tempi e valori e io questo non lo ho mai visto. Credo che nessuno lo abbia visto. Quindi è difficile dire di essere favorevoli o contrari a una cosa che non si conosce”, ha concluso Greco.

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