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Gelato: oltre a dare piacere nella calura estiva può diventare una dieta-fast

Fra l’uomo e il gelato un rapporto d’amore antico come il mondo. Il primo lo preparò Isacco per il padre Abramo. Nel 2000 a.C. i cinesi già usavano un mix di frutta e ghiaccio. Gli arabi lo introdussero in Sicilia. Il primo artigianale moderno realizzato alla corte di Caterina de’ Medici. La dieta Migliaccio, 1200 Kcal per una settimana.

Gelato: oltre a dare piacere nella calura estiva può diventare una dieta-fast

Estate: tempo di vacanze e di relax. Che siano al mare, in montagna o al lago, le vacanze sono sempre un buon motivo per scoprire nuove mete ed assaporare gustosi piatti tipici, lontani dai ritmi frenetici della vita quotidiana. In questo periodo la voglia di piatti freschi di stagione aumenta, complice il grande caldo, ma il protagonista indiscusso dell’estate resta sempre l’immancabile gelato. Alla frutta, alla crema, al cioccolato, ogni estate ritroviamo una vasta gamma di gusti nelle gelaterie italiane.

Certamente il rapporto d’amore fra l’uomo e l gelato è antico quanto il mondo. Diverse sono le storie tramandate nei secoli riguardo la sua nascita. Molte di queste sono a limite tra leggenda e fantasia. Già nella Bibbia troviamo tracce di una pietanza fresca, a base di frutta e ghiaccio o neve, molto simile al gelato. Sembra, infatti, che Isacco preparasse, per suo padre Abramo, una bevanda a base di latte di capra e ghiaccio per rinfrescarsi nelle giornate più calde.

Nel  500 a.C. nella città di Atene si preparavano bevande fredde a base di miele, limone e succo di melograno miscelati a neve o ghiaccio. I Romani, invece, lo introdussero nei loro banchetti ai tempi di Nerone quando decisero di realizzare macedonie e dolci di frutta con miele e neve per rinfrescarsi nella stagione calda.

Nel 2000 a.C. in Cina venivano preparate invece un mix di frutta frullata e latte associati ad altri alimenti caseari. Più precisamente questo composto era realizzato con latte e riso cotto con spezie, che veniva poi messo nella neve per farlo solidificare. Si otteneva un composto molto simile ad un gelato dei nostri tempi.

In Italia le prime bevande simili al gelato sono state descritte in Sicilia nel IX secolo grazie agli arabi. Questi portarono sull’isola delle bevande fredde, chiamate “sherbet”, molto simili ai nostrani sorbetti, realizzate con succhi di distillati di frutta al limone, melograno, arancia, ciliegia e tamarindi uniti alla neve dell’Etna e delle montagne della zona. Il tutto veniva mescolato con zucchero di canna della Persia e riposto in contenitori per solidificare. Da qui nacque il primo composto antenato del gelato artigianale italiano.

La prima ricetta completa del gelato artigianale italiano risale al 1565, anno in cui vennero associati al sorbetto il latte, la panna, l’albume d’uovo, la neve, il sale, lo zucchero e il limone. Ci troviamo alla corte di Caterina de’ Medici per merito dell’architetto Bernardo Buontalenti. Questi ingredienti, miscelati tra di loro, portano alla realizzazione di un composto molto simile all’odierno gelato, ottenuto in seguito a pastorizzazione e mantecatura dei vari ingredienti.

Da questa ricetta base si parte per la realizzazione di infiniti gusti di gelato. Ogni anno vengono proposti nuovi gusti di gelato e sempre più i maestri gelatieri propongono gusti dolci-salati, senza lattosio, vegani e per diversi tipi di intolleranze. Il tutto per soddisfare tutti i palati, anche i più esigenti.

Amato fin dai tempi antichi ma demonizzato nei tempi moderni dai dietologi come uno dei peccati di gola nemico della linea da qualche tempo a questa parte tuttavia è in atto una sua rivalutazione, addirittura è diventato elemento principale di una dieta, un vero e proprio riscatto

Sembra che dimagrire con il gelato non sia più soltanto un’utopia. Sogno di tutti, infatti, è perdere peso senza rinunciare ai peccati di gola. In estate rinunciare al gelato è davvero difficile, ma si può mangiare perdendo comunque peso.

Prima cosa da sottolineare è che questa dieta può essere seguita soltanto per una settimana. Si basa su un regime ipocalorico ed apporta circa 1100-1200 kcal giornaliere ed è adatta a donne e uomini di qualsiasi età. Può essere seguita anche per qualche giorno in più, per reagire all’afa estiva, ma il consiglio è di non superare i sette giorni.

Ad idearla è stato il professor Pietro Migliaccio, dietologo e nutrizionista, autore del Manuale di Nutrizione Umana e pioniere della divulgazione scientifica dell’alimentazione sana. Il professore assicurava che con questa dieta è possibile perdere due o tre chili con gusto. In seguito alla sua morte avvenuta nel 2020, sua figlia, Silvia Migliaccio, Segretario della Società Italiana di Alimentazione, continua ad esserne fautrice.

È dunque una dieta “fast” e va seguita per una settimana. Ideale per adulti e giovani, ma attenzione se diabetici. In ogni caso prima di iniziare questa dieta, il consiglio è in generale per tutte le diete che si intende seguire, va chiesto sempre un parere al proprio medico curante, che valuterà se è compatibile con il proprio stato di salute e l’attività giornaliera.

 L’obiettivo della dieta del gelato, come detto, è non superare le 1100-1200 calorie giornaliere. La dieta non è molto drastica e vuole lasciare il piacere del gelato, eccessivamente demonizzato in passato dai dietologi. Questo, infatti, è anche gratificante da un punto di vista emotivo e psicologico ed apporta nutrienti preziosi per l’organismo. Uno dei pasti principali o uno spuntino va sostituito con un gelato.  il gelato sostituisce il pasto e non lo completa.

Attenzione, inoltre, al tipo di gelato scelto. Esistono differenze nutrizionali tra un gelato alla frutta ed uno alla crema, ad esempio, dove quest’ultimo è ricco di grassi. I gelati a base di creme contengono proteine di elevato valore biologico, mentre i gelati alla frutta sono ricchi di sali minerali e vitamine.

Le cialde, invece, celano insidie caloriche non indifferenti, in quanto ricche di amidi. Sarebbe opportuno mangiarne una, massimo due al giorno, e conteggiarne le calorie per non sforare il limite massimo giornaliero prefissato.

La professoressa Migliaccio consiglia di sostituire il pasto del pranzo con un gelato e di non superare una porzione da 200 grammi. Si possono scegliere anche gusti a base di latte e uova. Questo pasto apporterà circa 350-400 calorie. Come spuntino, la porzione dovrà essere dimezzata in modo da non superare le 100-150 calorie, essendo infatti questo non un pasto principale.

Vien da sé che l’ideale sarebbe scegliere sorbetti o gelati a base di frutta per mantenere più basso l’apporto calorico, essendo in un regime ipocalorico per perdere peso. Il gelato alla frutta, inoltre, rispetto a quelli alla crema, contiene fibre, vitamine ed antiossidanti, che aumentano il senso di sazietà.

Per gli altri pasti è consigliato mangiare molta frutta e verdure di stagione, meglio al vapore o crude, per preservare le caratteristiche nutrizionali. Non bisogna eccedere con l’utilizzo di grassi. Scegliete olio extra vergine di oliva e non andate oltre un cucchiaio a pasto. Associate alla dieta una regolare attività fisica leggera. Ideale è fare una passeggiata dopo aver mangiato il gelato. La passeggiata abbassa la glicemia presente nel sangue, aiuta il buonumore e vi regala momenti rilassanti durante la vostra vacanza.

In definitiva la dieta del gelato è una dieta gustosa e rinfrescante, ma non adatta a chi ha necessità di perdere molto peso. Il piano alimentare deve essere sempre personalizzato in base alle proprie esigenze con un medico nutrizionista per cercare insieme il regime alimentare più adatto alle vostre esigenze, tenendo conto della vostra salute e del vostro stile di vita.

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