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Gazprom nel mirino dell’Antitrust Ue: rischia multa da 14 miliardi

Dopo le accuse a Google, il commissario alla Concorrenza Ue Vestager è pronta ad agire “con fermezza” contro Gazprom, accusata di scorrettezze sui prezzi del petrolio e di ricattare i Paesi alla stipula dei contratti sul gas – Le risposte finora arrivate dal colosso russo sono state improntate alla minaccia indiretta di ritorsioni sulle forniture di energia.

Gazprom nel mirino dell’Antitrust Ue: rischia multa da 14 miliardi

Una settimana dopo aver preso di mira Google, l’occhio dell’Antitrust europeo si sposta su Gazprom. La danese Margrethe Vestager, da novembre commissario Ue alla Concorrenza, intende perseguire il colosso energetico russo per il monopolio esercitato nell’export di gas. Il primo passo formale della procedura sarà una lettera d’obiezioni, che potrebbe partire già domani, al rientro di Vestager dagli Stati Uniti. 

Dopo l’invio del documento, esattamente come Google, Gazprom avrà 10 settimane per controbattere, ma se non si giungerà a un accordo il gigante di Mosca potrebbe dover pagare una multa fino a 14,3 miliardi di dollari, pari al 10% del suo fatturato nel 2012, anno in cui è stata aperta ufficialmente l’indagine Ue (all’epoca il commissario alla Concorrenza era lo spagnolo Joaquim Almunia).

Da Washington Vestager ha promesso fermezza contro “le società energetiche che danneggiano i rivali, bloccano i flussi di energia da un Paese Ue all’altro o minacciano di chiudere i rubinetti”. La numero uno dell’Antitrust europeo non ha pronunciato il nome di Gazprom (che nel 2014 ha soddisfatto il 27% del fabbisogno europeo di gas, esportandone 147 miliardi di metri cubi), ma il riferimento non lascia alcun dubbio.

D’altra parte, in un’intervista di un paio di mesi fa, Vestager era stata ben più esplicita: “Se lo si vede come un caso politico allora qualsiasi momento è quello sbagliato – aveva detto -, ma secondo me il caso regge e alla fine potrebbe arrivare in tribunale”.

Il caso si è aperto il 27 settembre 2011, quando Bruxelles fece perquisire una ventina di uffici di Gazprom in dieci Paesi dell’Est Europa. L’indagine formale fu aperta un anno dopo. Da allora il mirino dell’Europa si è concentrato su tre aspetti: Gazprom è accusata di ostacolare la riesportazione delle forniture, di imporre prezzi al petrolio diversi a seconda dei clienti (in Lettonia, ad esempio, sono un terzo più alti che in Germania) e di legare le condizioni contrattuali alla cooperazione in altre aree di business, come la costruzione dei gasdotti. Esattamente quello che Gazprom starebbe facendo ora con la Grecia:?proprio oggi il Ceo del gruppo, Aleksei Miller, è ad Atene per chiedere che il nuovo gasdotto Turkish Stream possa transitare nel Paese ellenico in cambio – a quanto si dice – di finanziamenti .

L’inchiesta dell’Antitrust Ue su Gazprom era stata congelata quando la Russia aveva invaso la Crimea e la crisi con l’Ucraina si era aggravata, mettendo a rischio le forniture di gas all’Europa. Ora si ricomincia, ma il gigante russo non risparmia le minacce, al punto che nei giorni scorsi ha ipotizzato per la prima volta di “prendersi una pausa” come fornitore dell’Europa dopo aver aperto il nuovo e ricchissimo export verso la Cina.  

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