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Ue contro Google: nel mirino anche Android

La Commissione europea ha rotto gli indugi, dando via a una procedura sull’accusa di abuso di posizione dominante nei confronti di Google – Aperta un’indagine distinta su Android per valutare il comportamento del colosso di Mountain View nel campo di servizi operativi e app per Smartphone.

Ue contro Google: nel mirino anche Android

Ora è ufficiale: la Commissione europea ha avviato una procedura sull’accusa di abuso di posizione dominante nei confronti di Google. Nel mirino dell’Antitrust, che ha inviato a Google “una comunicazione degli addebiti sui servizi di acquisti comparativi”, è finito anche Android, su cui l’Authority ha aperto un’indagine formale.

L’accusa a carico di Google, ha spiegato la responsabile della concorrenza Margrethe Vestager, è quella di favorire sistematicamente il proprio prodotto per gli acquisti comparativi nelle pagine generali che mostrano i risultati delle ricerche. Un comportamento che, secondo la Commissione, violerebbe le norme antitrust e danneggerebbe concorrenza e consumatori.

Le indagini sul colosso statunitense sono durate cinque anni, nel corso dei quali la Commissione ha tentato la conciliazione con Google in tre diverse occasioni, fallendo sempre. Tra i ricorrenti spiccano cui la comunità virtuale tedesca Ciao, la britannica Foudem e le società riunite nel Open Internet Project (che comprende, fra l’altro, l’editrice globale Springer).

Nello stesso tempo, l’Antitrust ha aperto formalmente un’indagine distinta sul comportamento di Google per quanto riguarda il sistema operativo mobile Android. Anche in questo caso l’obiettivo dell’indagine è quello di stabilire se il colosso di Mountain View abbia violato la concorrenza e abusato della propria posizione dominante anche nel campo dei servizi operativi, applicazioni e servizi per smartphone.

Dall’avvio della procedura – che avviene con una “lettera di obiezioni” – Google avrebbe 10 settimane per difendersi dalle accuse. Il rischio, per Mountain View, è quello di una multa fino al 10% del fatturato globale.

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