Condividi

Fiat: la Panda dice addio alla Polonia, 1500 metalmeccanici perdono il posto

La decisione, che già circolava soprattutto nella stampa locale, è arrivata oggi ufficialmente per bocca dell’ad Sergio Marchionne: la Fiat Panda lascia la Polonia e lo stabilimento di Tychy, dove 1500 operai metalmeccanici perderanno il posto e percepiranno lo stipendio per altri 24 mesi. Possibili ricadute sui ritmi produttivi di Pomigliano.

Fiat: la Panda dice addio alla Polonia, 1500 metalmeccanici perdono il posto

La Fiat Panda Classic dice addio alla Polonia, che perde 1500 posti di lavoro causa il crollo della domanda di auto a livello continentale. Dei tagli al personale mancava solo l’ufficialità, arrivata stamane dall’Ad del Lingotto Sergio Marchionne, che dopo essere stato riconfermato alla presidenza dell’Acea – l’associazione che riunisce i costruttori europei di automobili – ha comunicato l’intenzione di chiudere la linea di Tychy che produce la celebre utilitaria, causa la situazione «molto negativa» del mercato automobilistico che provoca «un esubero di 1.500 dipendenti e obbliga la società a far partire immediatamente la procedura di licenziamenti collettivi prevista dalla legge».

I tagli erano nell’aria da tempo: la stampa locale aveva già diramato la notizia agli inizi di novembre. E secondo i sindacati i licenziamenti sarebbero motivati non tanto dal contesto macroeconomico quanto dall’intenzione di trasferire la produzione della Panda Classic in Italia, possibilità che il gruppo smentisce fermamente. Anzi, la Panda Classic verrà messa fuori produzione a fine anno per lasciare maggiori quote di mercato al nuovo modello, anche perchè probabilmente non avrebbe senso per la Fiat trasferire la produzione della vecchia versione in Italia, dove i costi del lavoro renderebbero il processo molto più oneroso.

Una voce in tal senso era però stata diffusa negli scorsi mesi da diversi siti e quodiani, ma fonti aziendali e sindacali contattate in giornata smentiscono categoricamente che vi sia la possibilità di mantenere “in vita” la vecchia Panda, e di trasferirne la produzione da Tychy a Pomigliano, operazione che, se possibile, avrebbe permesso di richiamare in servizio molti cassintegrati della cittadina campana.

E’ però possibile che i tecnici torinesi stiano già pensando a una sorta di “restyling” della Nuova Panda, con il fine di rimpiazzare la cugina in via di pensionamento e garantire al marchio un posizionamento adeguato anche sulla fascia bassa del mercato. E’ questo l’auspicio di Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil Campania, ma nel medio periodo non c’è da illudersi troppo: “la cessazione della produzione polacca potrà, nella migliore delle ipotesi, fermare la continua emorragia di posti di lavoro a Pomigliano, riversando sulla nuova Panda una parte della domanda che si sarebbe indirizzata sul modello polacco”, ha commentato il sindacalista sulla scia delle notizie provenienti dai vertici aziendali.

Le reazioni dalla Polonia non si sono fatte attendere: “malgrado la Panda Classic sia stata prodotta a Tychy per ben nove anni, la compagnia ha deciso di terminare la produzione entro la fine del 2012”, recita un comunicato di Boguslaw Cieslar, portavoce Fiat in Polonia. La cessazione della produzione comporterà un minor fabbisogno di manodopera pari a 1500 metalmeccanici, che percepiranno lo stipendio per altri ventiquattro mesi. La Panda ha finora impegnato lo stabilimento di Tychy, nella Polonia meridionale, per un 30% totale dell’output. 

L’ufficializzazione dei tagli, causati dal deterioramento del mercato europeo e in particolar modo italiano, farà di Pomigliano d’Arco l’unica fabbrica della Panda in Europa, e solo la dinamica del mercato (oltre a, come già detto, eventuali restyling) chiarirà se lo stop in Polonia incrementerà la domanda del nuovo modello, auspicabilmente con ricadute positive sui ritmi produttivi ed eventuale riassorbimento di personale. 

Mentre pochi mesi fa sembrava probabile che a Tychy la Fiat avrebbe affidato un’altra linea produttiva (per mantenere le potenzialità dell’impianto), oggi la forte contrazione del mercato automobilistico fa pensare che i licenziamenti in Polonia saranno, per ora, definitivi.

Commenta