Condividi

Expo e non solo, la carica delle startup del Food

Crescono, con sempre maggiore successo, le startup del settore Food pronte a lanciarsi sul mercato – Da LVenture a Intesa e Unicredit, le testimonianze di un settore in fermento in Italia e all’estero, grazie alla spinta dell’Expo di Milano e alla rinnovata attenzione verso il mangiar bene.

Expo e non solo, la carica delle startup del Food

Effetto Expo, ma non solo. C’è un settore in cui sempre più startup fioriscono e proliferano, spesso con successo, ed è il settore del Food, spinto sicuramente dal forte traino dell’Esposizione universale di Milano, che si snoda intorno al tema della nutrizione del pianeta, ma che rappresenta anche il rilancio e l’evoluzione, che si potrebbe definire 2.0, di una delle eccellenze più classiche e indiscusse del Made in Italy, ovvero il cibo.

Una crescita, quella del Food, testimoniata dall’interesse di istituti di credito e incubatori d’impresa, come certificano anche le dichiarazioni dell’Innovation manager di Intesa Sanpaolo Giuseppe Capetta per cui “Il Food, insieme al Fashion e al Luxury, è uno dei settori su cui puntiamo di più”.

Del resto su 530 realtà imprenditoriali che hanno partecipato alla Startup iniziative del gruppo bancario torinese ben 120 fanno capo al comparto agroalimentare e molte di loro hanno raccolto, attraverso il venture capital, i fondi necessari a partire. Anche il progetto Start Lab lanciato da Unicredit parla chiaramente in questa direzione, nel corso di un anno le proposte apparteneneti all’area Food sono passate dal 4% all’8% del totale.

Parlando di venture capital, è difficile non citare una realtà come LVenture Group, guidata dal Fondatore di Luiss Enlabs Luigi Capello e tra le più attive nel nostro Paese. Secondo Capello “Le tecnologie stanno rivoluzionando il settore del food e le nostre abitudini di consumo in modi che fino a solo qualche anno fa erano impensabili”.

Siamo di fronte a nuove possibilità di business che danno vita a nuovi servizi. Come spiega ancora Capello “non si tratta solo di e-commerce ma anche di servizi completamente nuovi che stanno avendo, tra l’altro, una ricaduta importante sull’occupazione. Pensiamo, ad esempio, al fenomeno dell’home restaurant, del social eating o degli chef a domicilio, che permettono ad una persona con la passione della cucina di trasformare il proprio hobby in una rendita grazie alla visibilità e ai mezzi offerti dalla rete”.

Ma non c’è meglio, per spiegare il boom di un settore, che citarne i numeri: secondo le rilevazioni di CB Insights gli investimenti di Venture capital in Startup food nel mercato Usa sarebbero triplicati nell’ultimo trimestre del 2014, nel confronto con i tre mesi precedenti.

Un trend che, con diverse proporzioni e sfruttando sicuramente l’onda lunga dell’Expo, ma anche, più in generale, una rinnovata attenzione per il cibo e per la sua provenienza e qualità, sta prendendo piede sempre più anche in Italia, favorita da l modello di business più flessibile delle startup e dalla loro facilita di comprensione presso gli investitori.

Rimanendo su LVenture, l’acceleratore di startup ha nel proprio portafoglio numerose imprese del settore, da WineOwine a Pubster, passando per AppEatIt, RS (Risparmio Super) e Moovenda, rendendo il food uno dei settori che ricevono più finanziamenti e più risultati nei processi di accelerazion inseime all’ICT, il Cleantech per lo sviluppo di tecnologie verdi e Life science. 

Tra gli investitori che scommettono sulle startup agro-alimentari spuntano anche nomi pesanti del settore: Danone, Granarolo, Bolton alimentare, fino a Barilla e Coop. E’ lo stesso settore agroalimentare, dunque, ad intravedere il potenziale nelle novità, con l’interesse, sempre più dichiarato, di mantenere una delle eccellenze più antiche d’Italia al passo con i tempi che corrono.  

Pubblicato in: News

Commenta