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Eurispes: a una famiglia servono almeno 2.500 euro al mese per “un’esistenza spartana e dignitosa”

Secondo uno studio di Eurispes e dell’Istituto San Pio V di Roma, a un nucleo di quattro persone servono almeno 2.523 euro al mese per condurre una vita “spartana ma dignitosa” – Boom dei “doppiolavoristi”: sono 6 milioni e producono un sommerso da oltre 90 miliardi di euro – Cresce la povertà in “giacca e cravatta”: insospettabili in mense e dormitori.

Eurispes: a una famiglia servono almeno 2.500 euro al mese per “un’esistenza spartana e dignitosa”

Famiglie che non arrivano alla fine del mese (o neanche alla terza settimana), giovani costretti a restare con mamma e papà perchè precari e/o sottopagati, carovita nelle grandi città e in generale al Nord rispetto al Sud, rincaro del petrolio, e di conseguenza della benzina, e di conseguenza dei generi alimentari. Per non parlare poi di inflazione e tasse. La verità, secondo i calcoli di Eurispes, è una sola (con la “o” chiusa): una famiglia italiana di quattro persone necessita per vivere (o sopravvivere?) di almeno 30.276 euro l’anno, ossia 2.523 euro al mese.

Solo a queste cifre, secondo il rapporto “L’Italia in nero” stilato da Eurispes e dall’Istituto San Pio V di Roma, un nucleo familiare tipo, composto da due adulti e due bambini, può condurre “un’esistenza quasi spartana ma dignitosa, non facendo mancare nulla ai figli”.

Andando nel dettaglio, la prima voce presa in esame è ovviamente quella per la spesa alimentare, che nelle regioni del Nord-Ovest arriva ad assorbire quasi mille euro sull’intero budget: mediamente sul territorio nazionale si aggira sugli 825 euro al mese, appena inferiore alle spese medico-sanitarie (950) e alla casa (890), mentre per vestire moglie e figli possono bastare anche 240 euro ogni 30 giorni.

Considerano che lo stipendio medio, contando anche i laureati, è inferiore ai 1.400 euro mensili, e che tuttora in alcune famiglie lavora solo un adulto su due, come se la cavano gli italiani? Facendo di necessità virtù: secondo Eurispes il 35% dei lavoratori dipendenti, oltre un terzo del totale, “è ormai costretto ad effettuare un doppio lavoro per far quadrare i conti e arrivare alla fine del mese”. Con un rapido calcolo, sono dunque almeno 6 milioni i “doppiolavoristi”, che lavorando in nero per circa mille ore l’anno, producono un sommerso da quasi 91 miliardi di euro.

Il lavoro sommerso in generale rappresenta da solo il 53% dell’economia non osservata dello Stivale, che nel 2010 ha generato in tutto 529 miliardi di euro contando anche l’evasione fiscale (che però incide solo per il 29,5%). Le stime per il 2011 parlano di un volume del sommerso che arriverà a 540 miliardi, pari a circa il 35% del Pil ufficiale. “Il nostro sommerso equivale ai Pil di Finlandia (177 miliardi), Portogallo (162 miliardi), Romania (117 miliardi) e Ungheria (102) messi insieme”, spiega Eurispes.

Ma tornando alle famiglie italiane: un lavoratore su tre arrotonda con un altro impiego, e gli altri? Vivono in difficoltà sempre più evidenti. Solo un terzo delle famiglie riesce infatti ad arrivare tranquillamente a fine mese, mentre almeno 500mila nuclei familiari hanno difficoltà a onorare i mutui per la casa e aumenta il fenomeno del credito al consumo (più del 100% tra 2002 e 2011). Ma soprattutto, cresce la cosiddetta povertà ‘in giacca e cravatta’, cioé quella di insospettabili lavoratori costretti a usufruire di mense e dormitori per i poveri.

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