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Elettrodomestici, ricavi ed export super e forse un bonus rottamazione

Il settore degli elettrodomestici è in piena ripresa: +50% di fatturato e +30% di export – Ma l’Applia, che associa le aziende del settore, chiede al Governo un bonus rottamazione per sostenere i ristoratori colpiti dalla pandemia

Elettrodomestici, ricavi ed export super e forse un bonus rottamazione

Uno speciale bonus rottamazione anche per gli elettrodomestici, come per i tv e i decoder; un contributo per la transizione 4.0 della ristorazione per agevolare l’acquisto da parte dei ristoratori di nuove attrezzature connesse; e una protesta contro la Francia, che, infrangendo il fronte europeo dei provvedimenti antinquinamento, ha approvato una legge che rende obbligatori per le lavatrici i filtri anti-microplastiche, senza attendere l’accordo europeo. Queste, in sintesi, le richieste al Governo che, secondo indiscrezioni raccolte da FIRSTonline negli ambienti di Bruxelles di Home AppliancesEurope, si appresta a comunicare Applia Italia, la potente associazione confindustriale delle aziende degli apparecchi domestici e professionali.

Oltre a queste richieste, Applia Italia darà anche i dati della travolgente ripresa della produzione, delle vendite e dell’export dei primi sei mesi del 2021, in occasione del consueto incontro con la stampa che si svolgerà il 5 novembre a Milano. Con l’annuncio che, per il superbonus rottamazione degli elettrodomestici, Applia Italia ha ottenuto l’appoggio fondamentale e operativo di Aires, la associazione che riunisce i rivenditori italiani della tecnologia domestica.

UN CONTRIBUTO PER I RISTORATORI

Ma le notizie positive riguardano anche un comparto che, per la chiusura di bar, ristoranti e alberghi, aveva visto il fatturato crollare del 30% già nei primi tre mesi del 2020, ma che ha ritrovato in parte smalto e vendite. Si tratta delle attrezzature professionali della ristorazione e dell’hospitality, che è un vanto del made in Italy. Ben l’80% di ciò che viene fabbricato in Europa proviene da siti produttivi italiani ed è quasi tutto destinato all’esportazione per l’elevato livello di innovazione e design. Gli acquirenti sono tanti: si va dalle cucine esclusive degli chef agli alberghi più belli del mondo, passando per i bar, le gelaterie e i locali pubblici più frequentati. Con le riaperture è partita la frenetica richiesta dei prodotti italiani, che hanno registrato un +40% del fatturato legato all’export (in particolare Nord America, Medio Oriente ed Europa). I ricavi domestici, invece, sono risaliti del 20%, così che nei primi mesi del prossimo anno sarà recuperata la pesante perdita del 2020.

L’agevolazione non andrebbe ai produttori bensì ai ristoratori italiani, per aiutarli a rimettere in sesto i conti e le attrezzature devastati dalla pandemia.

ELETTRODOMESTICI: +50% IL FATTURATO, +30% L’EXPORT

Quanto agli elettrodomestici, hanno fatto saltare il banco delle scorte di magazzino delle aziende e della distribuzione, con rotture di stock e lunghe attese dei clienti soprattutto per forni, piani e lavastoviglie built-in. Così il fatturato complessivo del comparto manufatturiero Applia Italia è aumentato nei primi sei mesi del +50% sul 2020 e del 20% sul 2019.

Andamento eccellente per l’export (in particolare per tutta la cottura), che ha fatto segnare una crescita superiore al 30% sul 2020 e del 20% sul 2019. Tutti numeri destinati a implementarsi a fine anno, come hanno riconosciuto politici e stampa tedeschi, sottolineando che i successi della campagna vaccinale italiana hanno favorito in modo determinante queste crescite da primato.

Inoltre, GFK ha sottolineato come in Italia nei primi sei mesi dell’anno le vendite di grandi e piccoli elettrodomestici siano aumentate più in valore che in volume, salendo rispettivamente del 27,8 e del 16,3%. Le vendite degli apparecchi per la cottura di fascia medio alta e alta sono cresciute del 58,1%. In particolare, quelle dei forni multifunzione con vapore si sono impennate del 70%.

MANCANO COMPONENTI E PRODOTTI, ARRIVANO QUELLI CONTRAFFATTI

Ma, come sta accadendo in altri comparti manufatturieri, la penuria di materie prime e di componentistica, unita all’impennata dei costi dei noli marittimi, rappresentano un’incognita drammatica. Anche perché da mesi, come denunciano fonti autorevoli di multinazionali della componentistica ed esponenti governativi europei e americani, alla domanda inevasa delle fabbriche c’è stata una rapida risposta che sta preoccupando tutti. Stanno arrivando tonnellate di componenti contraffatti, anche strategici. Si tratta di prodotti no brand privi di certificazioni e gestiti da organizzazioni criminali (non solo private, ma anche semi-governative) che lavorano da anni sui dark web.

Sul fronte della contraffazione, che sta interessando anche settori ad altissimo rischio come quello della sicurezza pubblica e privata, l’impegno dell’Europa sembra essere inadeguato. Sono anche questi i frutti delle delocalizzazioni selvagge degli anni 90 e 2000, che hanno impoverito la struttura manufatturiera europea della componentistica e del prodotto finito. Il risultato è che l’industria si ritrova e si ritroverà sempre più a corto di prodotti di qualità, ecocompatibili e sicuri. Il trasferimento delle filiere verso l’Est Europa e verso l’Asia non ha infatti permesso di mantenere, salvo rare eccezioni, gli stessi livelli di qualità e affidabilità delle fabbriche italiane, tedesche e francesi.

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