Condividi

E’ morto lo stilista Ottavio Missoni, uno dei re del Made in Italy

Si è spento a 92 anni nella sua casa di Sumirago lo stilista Ottavio Missoni – La sua è stata una vita lunga e intensa: dopo la guerra e dopo una carriera sportiva che lo ha portato fino alle Olimpiadi, apre con la moglie un piccolo laboratorio tessile e in pochi anni lo trasforma in un marchio di moda famoso in tutto il mondo.

E’ morto lo stilista Ottavio Missoni, uno dei re del Made in Italy

E’ scomparso stamattina Ottavio Missoni, uno dei re del Made in Italy. Lo stilista si è spento a 92 anni nella sua casa di Sumirago, nel Varesotto, a pochi mesi dalla tragica scomparsa del figlio Vittorio e a 60 anni dalla fondazione del marchio di moda, conosciuto in tutto il mondo, che porta il suo nome.

E’ stata un vita piena, la sua, senza retorica. Missoni nasce nel 1921 nell’allora regno di Jugoslavia, a Ragusa, per poi trasferirsi insieme alla famiglia a Zara. La sua prima passione è l’atletica. Vince otto titoli nazionali e un titolo mondiale studentesco. Poi arriva la guerra e Missoni si arruola nell’esercito: partecipa alla battaglia di El Alamein e viene fatto prigioniero in Egitto, dove rimarrà per quattro anni, prima di poter tornare in Italia a conflitto finito, nel ’46.

Nel 1948 partecipa alle Olimpiadi di Londra, dove si piazza sesto nei 400 metri a ostacoli. A Londra finisce la sua carriera di atleta azzuro e inizia il resto della sua vita: nei giorni delle Olimpiadi conosce Rosita Jelmini, figlia di un fabbricante di tessuti del Varesotto, e cinque anni dopo, nel 1953 la sposa.

Insieme, i due aprono un laboratorio a Gallarate. E’ lì che nascono i primi modelli del marchio Missoni, che raggiungono la fama negli anni ’60. Nel ’69 la fabbrica viene spostata a Sumirago. Da lì in avanti sarà un’ascesa continua. La particolarita degli abiti Missoni è quella di essere tessuti con una macchina per cucire, la Rachel, nata per la fabbricazione di scialli: in questo modo i vestiti risultano molto leggeri e colorati.

Con Ottavio Missoni se ne va uno dei padri nobili del Made in Italy, un uomo forte e riservato che, “cresciuto – parole sue – nel culto dell’autosufficienza”, è riusciuto a trasformare, dopo essere riemerso dalle sabbie mobili del conflitto mondiale, un piccolo laboratorio famigliare in un marchio conosciuto in tutto il mondo.

Commenta