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Draghi non scuote le Borse. Vola l’euro

I listini europei risentono della corsa della moneta unica che si rafforza ancora sul dollaro e sullo yen: Milano chiude in territorio leggermente negativo una giornata in cui brillano Ferragamo e Recordati. Continua il rialzo di Ferrari. Le tensioni al vertice penalizzano Telecom Italia. Rallenta anche Wall Street dopo i record dei giorni scorsi. L’effetto Draghi c’è però sullo spread, che scende ai minimi da gennaio.

Draghi non scuote le Borse. Vola l’euro

Nel giorno di Mario Draghi lo spread cala ai minimi da inizio anno, ma l’euro vola e la Borsa traballa. A fine giornata le piazze finanziarie dell’Eurozona chiudono in modesto ribasso, con Milano in rosso dello 0,19%, 21.438 punti, Parigi -0,32%, Madrid -0,22%, Francoforte -0,04%. Sul fronte macro c’è da registrare la fiducia dei consumatori scesa, inaspettatamente, a luglio, dopo il deciso incremento del mese precedente.

Ben diverso l’andamento di Londra, +0,77%, con la sterlina debole rispetto alla moneta unica e al dollaro. Wall Street apre incerta e prosegue su quella via, con una serie di dato macro positivi e di trimestrali in chiaroscuro, da un lato Bank of New York Mellon oltre le attese e dall’altro Philip Morris deludente.

Sono soprattutto le banche centrali però a calamitare l’attenzione degli investitori nelle seduta di oggi. In mattinata la Bank of Japan ha posticipato l’obiettivo d’inflazione annua al 2%, al marzo 2020.

Nel pomeriggio la Bce ha confermato la politica accomodante seguita fin qui, ricevendo il successivo plauso del Fondo Monetario: tassi d’interesse invariati e conferma del piano di quantitative easing, 60 miliardi di euro mensili, da ampliare eventualmente come “entità o durata” in caso di peggioramento dell’economia. Il board della banca centrale ha deciso all’unanimità di non fissare una data precisa per valutare cambi al programma di stimoli. “Occorre pazienza e perseveranza perché non è ancora il momento” sono le parole esatte del presidente. Il confronto potrebbe avvenire in autunno, ma al momento nessun comitato è stato incaricato di lavorare su nuove opzioni. Intanto osserva Draghi, non bisogna strangolare la ripresa e “un sostanziale grado” di politica monetaria accomodante è ”ancora necessario” per favorire l’inflazione.

Il contesto restituisce appeal alla carta italiana: il rendimento del decennale scende al 2,12%, lo spread col Bund tedesco cala a 158.40 punti, -3,53%. Anche l’euro, però, nel pomeriggio, guadagna progressivamente punti e il cross con il dollaro si porta a 1,164 (+1,08%), top da gennaio 2015.

La debolezza del biglietto verde incoraggia l’oro: +0,42%, 1246.015 dollari l’oncia. Il petrolio prima procede con prudenza, poi gira in rosso: Brent -0,56%, 49,42 dollari al barile. In Piazza Affari brilla ancora Ferrari, +1,78%, ma le stelle più luminose sono Ferragamo +2,97% e Recordati +2,73%, che ieri ha ottenuto dalla Commissione Europea l’autorizzazione alla commercializzazione del farmaco anti psicotico Reagila.

Bene anche Italgas +1,61% e Buzzi Unicem +1,64%. In fondo al listino si colloca Cnh, -2,59%. Perdite consistenti per Exor -2,18%. Sconta le incertezze del settore Telecom -1,98%. Vendite su Unipolsai -1,79% e Tenaris -1,69%. Fuori da Ftse Mib gli acquisti premiano Fincantieri +3,58%: prese di profitto su Poligrafici Editoriale -7,83% e Monrif -6,91%.

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