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Draghi: “Qe oltre il 2017 se serve. La crescita è solida, ma l’inflazione non basta”

Il presidente della Bce conferma il proseguimento degli acquisti a 60 miliardi fino a fine anno e anche oltre se necessario – “La ripresa si consolida ma i rischi persistono anche se ora sono bilanciati” – “L’inflazione non è ancora dove dovrebbe essere” – “Discussione su tapering dovrebbe avvenire in autunno”

“Le evidenze a nostra disposizione confermano la necessità di un continuo ed elevato grado di accomodamento monetario per garantire un livello d’inflazione inferiore ma vicino al 2 percento”. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, al termine del Consiglio direttivo che giovedì ha confermato i tassi d’interesse sull’euro al minimo storico. Nel dettaglio, il tasso di sconto è rimasto a zero, quello sulle operazioni di rifinanziamento marginali allo 0,25% e quello sui depositi delle banche presso l’Eurotower al -0,4%. I tassi – si legge nella nota della Bce – si manterranno “su livelli pari a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività”.

Anche il Quantitative easing resta invariato: gli acquisti da 60 miliardi di euro al mese continueranno “fino alla fine di dicembre 2017 o anche oltre se necessario – ribadisce l’istituto centrale – e in ogni caso finché non riscontrerà un aggiustamento durevole” dell’inflazione. Il passaggio sulla possibile estensione del Qe – in termini “di entità e di durata” – è una costante nei comunicati della Bce, ma stavolta ha un valore particolare: molti analisti avevano ipotizzato che potesse essere cancellato per suggerire l’intenzione di avviare a breve un graduale processo di normalizzazione della politica monetaria. Così non è stato, ma il numero uno dell’Eurotower ha detto che la discussione sul tapering potrebbe iniziare in autunno.

“L’inflazione era all’1,3% a giugno, in lieve calo rispetto all’1,4% di maggio, soprattutto a causa dei prezzi dell’energia bassi – ha spiegato Draghi – Ci aspettiamo che rimanga ai livelli attuali nei prossimi mesi. Ma l’inflazione di fondo rimane bassa e non mostra ancora una vera ripresa a livello domestico. Non è dove dovrebbe essere, dove vogliamo che sia. Rimaniamo fiduciosi che ci arriverà”.

Per quanto riguarda l’andamento del Pil, il numero uno della Bce ha confermato che “l’espansione economica dell’area euro si rafforza, allargandosi in più settori e regioni. Il Pil è salito dello 0,6% primo trimestre, dopo il +0,5% dell’ultimo trimestre 2015 e gli ultimi dati continuano a indicare una crescita solida per il prossimo periodo. La nostra politica monetaria ha sostenuto la ripresa degli investimenti e la redditività corporate. I miglioramenti del mercato del lavoro stanno dando sostegno ai consumi. La ripresa globale favorisce l’export dell’area euro. Le prospettive restano però ancora bloccate dalla lentezza delle riforme: c’è ancora necessità di aggiustamenti per ridurre la disoccupazione e aumentare la redditività. In ogni caso, i rischi sono sostanzialmente bilanciati”.

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