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Delivery stellato per dieta mediterranea contro patologie renali

I Fratelli Cerea di Da Vittorio 3 stelle Michelin,, Giuseppe Iannotti 1 stella e il maestro Pasticciere Roberto Rinaldini uniti per sostenere un progetto scientifico del San Raffaele che studia come intervenire sull’alimentazione per modificare l’espressione dei geni in funzione delle patologie renali e metaboliche. L’obiettivo è sviluppare una medicina predittiva.

Delivery stellato per dieta mediterranea contro patologie renali

Una corretta alimentazione che segua i principi della dieta mediterranea è in grado di modificare l’espressione dei nostri geni, proteggendoci dall’insorgenza di patologie renali e metaboliche. A questo progetto chiamato Re.Me.Diet, studio scientifico di ricerca traslazionale lavorano due ricercatori dell’Istituto di Ricerca Urologica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele: dottor Francesco Trevisani, nefrologo, e dottoressa Arianna Bettiga, nutrizionista.

Per sostenere questa importante ricerca due chef stellati Giuseppe Iannotti e Chicco e Bobo Cerea con il pastry chef Roberto Rinaldini hanno realizzano una cena formato delivery, lungo tutto lo stivale i cui proventi verranno destinati al progetto Re.Me.Diet. Dal Friuli alla Calabria, isole comprese, venerdì 23 aprile chi vorrà sostenere la ricerca scientifica dell’Istituto di Ricerca Urologica (URI) dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, e in particolare il progetto Re.Me.Diet, potrà aderire su https://sostienici.hsr.it/sostienici/iniziative-ed-eventi/una-cena-stellare- remediet.html.

La cena delivery stellata a più mani è ispirata al concetto di evoluzione della dieta mediterranea. Ricerca dell’equilibrio nutrizionale, creatività, sperimentazione in cucina e alcuni ingredienti tipici dell’area mediterranea sono gli elementi che caratterizzano i menù disponibili in modalità delivery in tutta Italia. Con le istruzioni verrà comunicato anche un link per connettersi in diretta alle ore 20.00 con gli chef e i responsabili del progetto Re.Me.Diet, che insieme daranno il benvenuto virtuale agli ospiti della cena benefica.  Il menù contempla: Lecca lecca al Parmigiano, Sfogliatina al curry,  La mia pizza: Bao al vapore ripieno di salsa alla marinara, Parmigiana di melanzana, provola affumicata e basilico in vaso,  Zuppa di pasta mista allo scoglio,  Aletta di vitello al porto bianco con polenta bergamasca al Branzi e cordoncelli in umido, Torta Donizetti con albicocche e ananas canditi, salsa cioccolato al peperoncino,  MacaRAL®: Morbide meringhe alla mandorla, nocciola o pistacchio ripiene di creme leggere al burro o ganache di  cioccolato. 

Il progetto RE.ME.DIET nasce dai ricercatori e medici di URI (Urological Research Institute) dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano che da anni sono impegnati nello studio dell’impatto epigenetico della Dieta Mediterranea sulla prevenzione e terapia delle malattie renali. I medici e i ricercatori di Re.Me.Diet intendono studiare il giusto abbinamento degli alimenti tipici della dieta mediterranea con l’obiettivo di sviluppare una medicina predittiva, che basandosi sulle caratteristiche genetiche dell’individuo possa anticipare una stima dei rischi di quest’ultimo di sviluppare una determinata patologia per poter intervenire sulle abitudine alimentari modificando l’espressione dei geni e proteggendoci quindi dall’insorgenza di patologie renali e metaboliche. Questo progetto, di respiro internazionale, presentato da Francesco Trevisani e Arianna Bettiga all’Europarlamento a Bruxelles nel 2018, ha sempre visto l’importante sostegno di chef stellati, convinti che il rigore scientifico e la correttezza metodologica debbano sempre incontrare il gusto e il piacere della buona tavola.

Giuseppe Iannotti è Chef e patron di Krèsios, 1 stella Michelin a Telese Terme (Bn). Classe 1982, rappresenta uno dei cuochi più avanguardisti del panorama nazionale e internazionale. Mente ingegneristica e sguardo al futuro, ha una visione gastronomica strettamente correlata alla sperimentazione culinaria e scientifica, come testimonia il suo progetto IannottiLab, laboratorio creativo di ricerca e studio. Ricerca applicata anche nel format 8pus, inaugurato a maggio 2020, che per primo ha sviluppato una formula di delivery ready to cook di alta cucina che arriva in tutta la Penisola, curando ogni singolo aspetto del progetto, dalla materia prima agli imballaggi e alla conservazione durante il trasporto, fino al packaging ecologico. Tra i riconoscimenti, oltre la stella Michelin confermata tutti gli anni dal 2013 a oggi, i premi “Miglior giovane chef dell’anno” e “Innovazione in cucina” per la Guide de l’Espresso (2012 e 2017) e il “Premio vent’anni” di San Pellegrino nel 2013.

Enrico, detto Chicco, e Roberto, Bobo, sono entrambi executive chef di Da Vittorio, ristorante tre stelle Michelin a Brusaporto, in provincia di Bergamo. Figli di Bruna e Vittorio Cerea, che il 6 aprile 1966 aprirono il loro primo ristorante Da Vittorio proprio nella città orobica, insieme ai fratelli Francesco, Barbara e Rossella fanno parte di una delle dinastie gastronomiche più famose e longeve del panorama, considerata tra gli alfieri di un nuovo modo di concepire la ristorazione fine dining e l’accoglienza in Italia. Chicco e Bobo sono cresciuti in cucina insieme a papà Vittorio, che in una città votata alla carne come Bergamo aveva invece deciso di puntare sul pesce (scommessa rivelatasi vincente): la sua lungimirante visione si è ulteriormente sviluppata grazie all’evoluzione compiuta dai figli, che interpretano con tecnica solidissima ed estro contemporaneo i grandi classici della tradizione gastronomica italiana.

 Roberto Rinaldini Pasticcere è maestro AMPI – la prestigiosa Accademia dei Maestri Pasticceri Italiani, membro di Relais Desserts, associazione francese che riunisce l’élite della pasticceria mondiale e fondatore di Rinaldini Pastry S.p.A. Alfiere della qualità e dell’eccellenza della pasticceria artigianale italiana, dallo stile assolutamente originale, moderno ed elegante, che si distingue per le frequenti ‘incursioni’ nel fascinoso mondo della moda. Un mondo che ama da sempre per la cura del dettaglio e a cui si ispira per la forte imprenditorialità e per l’immagine. Ogni dolce, infatti, è concepito come un’opera a sé, un capolavoro sartoriale alla cui base resta però, sempre e comunque, la ricerca caparbia di una qualità a 360 gradi: dalla selezione delle materie prime alle tecniche di lavorazione, fino alla scelta del packaging e degli ambienti di vendita.

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