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Cybersecurity: Italia protagonista per difendere Stati e aziende da attacchi e terroristi

A Roma il forum dedicato alla cybersecurity richiama per la prima volta in Europa delegati dei governi, della Nato e delle grandi multinazionali per affrontare un problema comune – Per Mauro Moretti di Leonardo “la parola chiave è condivisione tra nazioni e settori ma serve un’Agenzia nazionale per la sicurezza informatica” – Angelino Alfano: “La cooperazione pubblico-privato è fondamentale”.

Cybersecurity: Italia protagonista per difendere Stati e aziende da attacchi e terroristi

Una nuova sicurezza, migliore e più resiliente, in nome della “condivisione”. È questo il filo rosso dei principali interventi del CyberTech, uno dei forum principali a livello globale sul tema della cyber security, sbarcato per la prima volta in Europa a Roma, al Palazzo dei Congressi, grazie alla collaborazione tra l’israeliana CyberTech Global Events e Leonardo Finmeccanica. L’ultima edizione dell’evento, svoltasi a Tel Aviv, ha fatto registrare oltre 10 mila delegati provenienti da 50 nazioni con centinaia di aziende rappresentate.

Ad aprire i lavori è stato l’amministratore delegato di Leonardo Mauro Moretti, che ha “ribadito la centralità della cyber security nei programmi di difesa dei Paesi e nei processi di digitalizzazione della società e dell’economia.” Moretti ha parlato poi della necessità di unificare le diverse prospettive sul tema, facendo sì che “gli Stati, il settore privato e il mondo della ricerca debbano selezionare obiettivi chiari a cui dedicare i giusti investimenti e l’opportuna attenzione”.

La parola chiave, come detto, “è condivisione. È necessario che a livello internazionale, nei vari settori, riguardo alla cyber security aumentino gli sforzi per condividere obiettivi, prospettive, standard e risorse”. “Per quanto riguarda gli obiettivi – prosegue l’ad di Leonardo – , in Europa bisogna concretizzare quello di una difesa comune: la cyber security rappresenta al tempo stesso una nuova esigenza e una possibile soluzione in vista dell’armonizzazione”.

Una condivisione che deve riguardare anche “le risorse finanziarie. Occorre stanziare cospicue risorse per proteggere in modo adeguato e appropriato le infrastrutture critiche, che impiegano tecnologie sempre più complesse, integrate e interoperabili. Per assicurare ai diversi settori li giusto livello di cyber security, bisognerebbe anche considerare delle nuove forme di cooperazione e ripartizione dei costi”.

Per farlo, la proposta di Leonardo è quella di una nuova “organizzazione nazionale dedicata alla sicurezza informatica“, per affrontare al meglio una sfida sempre più difficile, in un mercato, quello della cyber security, che pesa per 25 miliardi di euro in Europa e per 2,4 miliardi in Italia.

Anche per il direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza Alessandro Pansa, servono progetti comuni: “Il Paese ha ora bisogno di un proprio progetto nazionale di Cyber security, che possa confrontarsi con le nuove minacce”. Una “delle priorità della nuova edizione del Piano Nazionale – prosegue Pansa – potrebbe essere l’implementazione di un laboratorio governativo dove testare i sistemi informatici prima del loro impiego nell’ambito di infrastrutture critiche, sia governative che private”..

“Il Progetto Nazionale di Cybersecurity”, ha concluso Pansa, “potrà utilmente beneficiare della dotazione messa a disposizione dalla legge di stabilità per il 2016. Perché il progetto determini, come risulta ormai essenziale, un effettivo cambio di passo per la capacità di reazione del nostro Paese sarà altrettanto indispensabile che la costruzione dello stesso avvenga con il contributo delle varie componenti pubbliche, private e della ricerca al di sopra degli interessi settoriali”.

La cooperazione tra pubblico e privato è al centro anche dell’intervento del ministro dell’Interno Angelino Alfano: “Il cyber terrorismo apre un punto che è la cooperazione pubblico-privata. Abbiamo una sfida che è quella delle modalità di reclutamento e comunicazione dei terroristi”. 

Per il ministro “è necessario prendere atto che sulla sovranità statuale in tema di sicurezza si apra alla collaborazione tra Stati anche su materie fondative degli Stati, come la sicurezza. Perché l’attacco non è agli Stati ma ai popoli”.

Per Koen Gijsbers, General Manager, Communications and information agency della Nato, il punto centrale della cyber security è la resilienza dei sistemi di difesa digitale, che devono funzionare in qualsiasi momento. “Una resilienza che, dunque, deve essere dinamica”, pronta a trasformarsi a seconda dei bisogni.

Per farlo, come stabilito dal Summit di Varsavia, “ogni nazione si è impegnata per migliorare la propria resilienza e si è trovato un accordo per dividere le informazioni tra i diversi Paesi membri”. Un’altra necessità, anche per Gijsbers, è quella di “lavorare insieme all’industria” per raggiungere l’obiettivo di “un’innovazione dinamica da operare insieme”.

Per Beatrice Covassi, Director of the eu Commission represantative office, Italy, l’obiettivo centrale da raggiungere è quello “di una rete di sicurezza europea”. La realizzazione di un’Unione europea “anche sul fronte della cybersecurity”, necessaria anche “a rimanere competitivi sul mercato globale.

Pubblicato in: Tech

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