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Crisi, l’Ue punta sull’e-commerce per far ripartire l’economia

Presentato il libro verde per la creazione di un mercato unico telematico: nel 2015 raddoppiare il business in un settore che crea più occupazione del mercato reale

Crisi, l’Ue punta sull’e-commerce per far ripartire l’economia

Fare della commercio on-line il motore della ripresa europea, attraverso la rimozione delle barriere tra paesi e la creazione di un mercato comune su web: questo l’obiettivo della Commissione europea, che oggi ha presentato il Libro verde per l’integrazione europea dei pagamenti telematici. Obiettivo: raddoppiare entro il 2015 il volume degli acquisti via internet (dall’attuale 3,5% al 7%) e raddoppiare il Pil europeo in rete. Come? Facilitando i pagamenti, garantendo più trasparenza, estendendo e rafforzando le direttive per la tutela dei consumatori, abbattendo gli ostacoli che frenano gli acquisti in paesi terzi, creando un sistema informatico di difesa che resista ai cyber-attacchi garantendo la tutela delle informazioni personali. Il progetto rientra nel Single market act, l’atto per il mercato unico, che prevede una serie di misure per stimolare l’economia europea e creare occupazione. Gli obiettivi sono proprio questi: rilanciare la crescita e generare posti di lavoro sull’intero territorio europeo, attraverso un settore dalle grandi potenzialità. I numeri di questo settore li forniscono John Dalli, commissario europeo per le Politiche a sostegno dei consumatori, Michel Barnier, commissario europeo per il Mercato interno, e Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione Ue.

In alcuni Paesi come Svezia e Paesi Bassi l’e-commerce contribuisce al 25% netto di crescita dei posti di lavoro”, sottolinea Barnier. Inoltre “l’economia digitale crea 2,6 posti di lavoro per ogni posto di lavoro che viene perso nel mercato reale”. Inoltre, continuano Dalli e Kroes, considerando che gli acquisti on-line rappresentano “grossi risparmi” per i consumatori, “se si riuscisse ad abolire tutte le barriere trans-frontaliere e si potesse giungere ad una quota di mercato pari al 15%, i consumatori avrebbero benefici per 204 miliardi di euro, pari a circa il 7% del Pil europeo, per risparmi medi annui di 11,7 miliardi”.

Il libro verde prevede quindi la creazione di un’unica piattaforma multimediale che consenta pagamenti in tutta Europa. Per questo il provvedimento individua “i venti ostacoli principali” a una libera circolazione delle merci su web in Europa: tra questi l’elevato costo delle spese di spedizione dei prodotti da un paese all’altro, l’impossibilità di pagare con una carta di credito emessa in uno stato diverso da quello in cui si vuole effettuare il pagamento. Per questo Commissione Ue invita le parti interessate a “presentare, entro l’11 aprile, pareri che consentano di individuare gli ostacoli a un’ulteriore integrazione del mercato e i modi per eliminarli”.  Michel Barnier non ha dubbi: “L’Europa ha l’opportunità di dare un nuovo senso al concetto di ‘effettuare un pagamento’. Non potremo tuttavia conseguire questo obiettivo con l’attuale livello di frammentazione del mercato”. Pagamenti elettronici sicuri, efficienti, competitivi e innovativi, “rappresentano un elemento essenziale affinché i consumatori, i commercianti e le imprese possano fruire appieno dei vantaggi del mercato unico, stimolando nel contempo la crescita del commercio elettronico”.

La sfida è cruciale: come visto i benefici di un mercato unico telematico sono ingenti, da un punto di vista economico. I costi di un mancato raggiungimento degli obiettivi non sarebbe da meno: il fallimento di questo progetto, fanno sapere dalla Commissione europea, costerebbe 4,1 punti percentuali di Pil da qui al 2020, quasi 500 miliardi di euro, l’equivalente di 1.000 euro per ogni cittadino dell’Unione europea.

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