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Covid-19, salute ed economia sono davvero in alternativa?

La pandemia ha sollevato interrogativi angoscianti e difficli: quanto vale una vita? E come si bilanciano i rischi della salute e i rischi economici? In realtà la dicotomia tra salute ed economia suona fallace – Ecco perchè

Covid-19, salute ed economia  sono davvero in alternativa?

La pandemia Covid-19 ha sollevato questioni fondamentali su come pesare salute ed economia. Ha sollevato anche un’altra questione cruciale, quella, cioè, di come le autorità dovrebbero ponderare il rischio di malattia e di morte rispetto al rischio di danni economici provocati dalle misure per rallentare la diffusione dalla malattia stessa.

A questa domanda non è mai facile rispondere. All’inizio di quest’anno, però, quando il nuovo coronavirus si stava diffondendo in modo esponenziale nelle grandi città, non è stato difficile giustificare l’imposizione di condizioni di blocco delle attività economiche. Spostare il peso sul piatto della bilancia della protezione della vita e della salute sembrava l’unico corso accettabile.

Ma man mano che la morsa del contagio ha cominciato ad allentare la presa, in alcuni paesi, tra cui gli Stati Uniti, il senso di crisi si è attenuato e molte attività hanno riaperto con velocità e gradi diversi.

Questo ha nuovamente portato all’attenzione pubblica la questione di come valutare e bilanciare rischi della salute e rischi economici. Il tema si è polarizzato nell’opinione pubblica tra i sostenitori delle diverse priorità tra salute ed economia.

Il valore statistico di una vita salvata

Fortunatamente, esiste un metodo statistico, generalmente accettato, per convertire in termini ponderabili il valore della riduzione dei rischi per la salute e del salvataggio di vite umane. Grazie a questo metodo i decisori politici possono valutare con cognizione di causa e in termini di costi e benefici il delicato atto di bilanciamento tra salute ed economia.

Il parametro statistico di cui stiamo parlando è quello che gli economisti chiamano “il valore statistico di una vita” o VSL (d’ora in poi useremo l’acronimo). Il VLS stima in termini monetari il valore richiesto per evitare la probabile morte di una persona.

Uno dei vantaggi più importanti del VSL è che il suo utilizzo rivela spesso che la dicotomia tra rischi per la salute e rischi per l’economia è una costruzione fallace: le perdite per le malattie sono costi economici a tutti gli effetti. Fanno tanto male all’economia quanto altri tipi di perdite.

Valutazione del rischio

Gli economisti incontrano spesso delle difficoltà nel dare un valore economico alla vita umana. Gran parte del disagio nasce dall’errata percezione che così facendo si possa equiparare il valore della vita di una persona al suo reddito, contravvenendo così a un principio di uguaglianza che è costitutivo delle moderne società nate dalle rivoluzioni democratiche.

Non c’è così tanta posta in gioco. Piuttosto, il VSL è una misurazione che riflette il valore che le persone attribuiscono ai rischi per la propria vita in seguito a una serie di scelte che effettuano nel corso della stessa. Per calcolare il VSL gli economisti considerano una serie di decisioni comuni che di per sé comportano un compromesso tra denaro e cambiamenti nel rischio personale.

Tali decisioni sono di solito prese in un contesto di mercato che interessa scelte occupazionali, prodotti e decisioni abitative. Ad esempio, quanto possono chiedere i lavoratori in termini di salario aggiuntivo per svolgere mansioni o professioni a rischio? Quanto sono disposti a pagare per auto che hanno dispositivi di sicurezza aggiuntivi? Che deprezzamento si aspetterebbe un acquirente di una casa vicino a un traliccio della corrente elettrica?

Valutazione del rischio sul lavoro

Il modo più comune in cui gli economisti valutano il VSL è quello di guardare ai rischi che le persone affrontano sul lavoro. Nell’industria delle costruzioni, ad esempio, alcuni lavoratori che svolgono mansioni pericolose, come gli operatori di macchinari, corrono un rischio di morire sul lavoro piuttosto alto. La media annua nel settore edile è che un lavoratore su 2500 può morire sul posto di lavoro.

L’analisi di grandi serie di dati sull’occupazione rivela che questi lavoratori ricevono circa 4000 dollari di salario in più all’anno rispetto a persone con un simile background di istruzione, di competenze, di esperienza e di formazione, ma con lavori o mansioni a minor rischio.

Gli economisti comparando queste due cifre e ne ricavano una terza: se tutti i 2500 di questi lavoratori sono stati pagati 4000 dollari in più e uno di loro viene a mancare, è possibile elaborare questi due numeri per calcolare che la vita persa vale 10 milioni di dollari (2500×4000). Quel numero è il VSL, cioè il valore statistico della vita. Riflette il valore del salario extracumulativo per ogni vita persa sul lavoro.

Il valore del VLS negli Stati Uniti

La mia stima del VSL per gli Stati Uniti è, infatti, di 10 milioni di dollari, una cifra che deriva da dati e calcoli molto più complessi a confronto con l’ipotetico esempio riportato sopra. La mia stima è in linea con la stima effettuata dalla maggior parte delle agenzie governative americane.

In termini di decisioni ciò si traduce, nella pratica, nel fatto che quando si deve calcolare l’impatto di una potenziale politica di riduzione dei rischi, i decisori assegnano un valore di 10 milioni di dollari a ogni morte che tale politica riesce a prevenire.

Le critiche al modello VSL

Una critica rivolta al modello VSL è che tende ad attribuire lo stesso valore economico alla vita di persone le cui situazioni sono molto diverse. Se una particolare politica prevenisse il decesso di una persona molto anziana o di una persona con una patologia che riduce seriamente la sua aspettativa di vita, questa vita salvata dovrebbe ricevere la stessa valutazione della vita salvata a una persona giovane e in buona salute? Alcuni temono che un tale tipo di calcolo sia discriminatorio per alcuni gruppi di persone considerati meno meritevoli di protezione di altri.

Per evitare tale dilemma, le agenzie governative degli Stati Uniti, come pratica generale, non fanno tali distinzioni. Quando è invece successo, si è scatenata una forte reazione.

Nel 2003 l’Agenzia per la protezione dell’ambiente ha pubblicato un’analisi condotta dalla Clear Skies Initiative, un programma federale per ridurre le emissioni delle centrali elettriche. Nella sua analisi, l’agenzia aveva ipotizzato che il VSL assegnato a persone con un’età superiore 65 anni dovesse essere inferiore del 37% rispetto a quello assegnato alla popolazione di età più giovane.

Alcuni hanno visto in questa impostazione un tentativo di svalutare la vita degli anziani: l’AARP (American Association of Retired Persons) ha obiettato fortemente, e i giornali hanno pubblicato titoli piuttosto aggressivi nei confronti delle ipotesi dell’agenzia.

Il governo ha quindi abbandonato questo approccio. In alcuni casi, tuttavia, il governo continua a fare delle eccezioni. Ad esempio, quando la Food and Drug Administration considera una politica per i malati terminali, non utilizza il VSL, ma piuttosto “il valore statistico di un anno di vita”, che viene stimato in 500.000 dollari per ogni anno di vita che la politica aggiungerebbe a ogni paziente.

L’utilità del VLS per un’analisi costi-benefici

L’utilità della VSL non è forse mai stata così evidente come durante la pandemia Covid-19. Il dibattito sul distanziamento sociale e sulle altre restrizioni imposte all’attività economica è stato feroce, anche perché le persone non condividono una metrica e una scala di valori comuni su come valutare il salvataggio di vite umane: è difficile fare un’analisi costi-benefici quando non c’è un punto di partenza condiviso su come misurarli.

L’utilizzo di una stima rigorosamente elaborata per attribuire un valore facilmente comparabile di una vita salvata può aiutare molto a prendere delle decisioni condivise in momenti di criticità. Nel caso della pandemia, l’uso del VSL mostra che l’imposizione di restrizioni ha avuto chiaramente una ricaduta economica cruciale e che la loro eliminazione affrettata avrebbe potuto rivelarsi altrettanto disastrosa per l’economia stessa.

L’applicazione del VSL dimostra che gli effetti negativi sulla salute di Covid-19 costituiscono delle vere e proprie perdite economiche per la società con effetti paragonabili alla perdita di produttività causata dall’allontanamento sociale e da altre restrizioni volte a prevenire la diffusione della malattia.

Il distanziamento sociale evita danni economici

Il governo americano ha stimato che misure restrittive hanno salvato almeno un milione di vite negli Stati Uniti. Attribuendo un valore di 10 milioni di dollari a vita, i benefici complessivi di tali politiche equivarrebbero a 10 trilioni di dollari, ovvero circa la metà del PIL degli Stati Uniti.

Questo dato rende evidente che il distanziamento sociale e l’isolamento sono giustificati non solo da ragioni di sanità pubblica, ma anche dai massicci danni economici che hanno impedito.

Il valore del VLS nei vari paesi

Altri paesi potrebbero effettuare calcoli basati su una simile metrica. Tuttavia, il VSL nei differenti paesi potrà variare in modo approssimativamente proporzionale al loro reddito medio. Si stima che il VSL sia di 2,5 milioni di dollari per la Cina, 6,1 milioni di dollari per la Spagna, 6,4 milioni di dollari per l’Italia, 7,1 milioni di dollari per il Regno Unito e 7,6 milioni di dollari per il Canada.

In senso più generale, le persone in quei paesi danno un valore alla loro vita che è del tutto analogo a quella che gli attribuiscono gli americani. Ma poiché hanno redditi più bassi e ci sono meno risorse da dedicare agli sforzi per la sicurezza, pertanto, statisticamente, la stima del VSL è leggermente inferiore.

Un beneficio che può valere il costo

Dato che la scala delle economie di questi paesi è più piccola, il costo delle conseguenze economiche causate dalla distanziazione sociale e da altre politiche restrittive è più basso negli Stati Uniti. Questo stato di cose fa ritenere che l’utilizzo del VSL porti alla conclusione che iniziative forti per fermare la diffusione di Covid-19 valgano il costo economico che comportano.

Lo stesso principio è ancora più vero per i paesi dell’America Latina e per gli altri luoghi che stanno assistendo a un’accelerazione della pandemia.

Con la riapertura di paesi, regioni e città, le prime attività che dovrebbero riprendere sono quelle che danno i maggiori benefici rispetto all’aumento dei costi sanitari che la ripresa di tali attività potrebbe generare.

I benefici economici delle attività ad alto rischio — per esempio, gli eventi sportivi professionali negli stadi — dovrebbero essere estremamente elevati per giustificare i probabili alti costi che ne deriverebbero.

In assenza di certezze sulle conseguenze di tali decisioni, l’utilizzo della VSL è un modo autorevole per ricordare ai politici e ai cittadini che ogni perdita di vite umane non è solo una tragedia per gli individui, le famiglie e le comunità, ma anche un costo economico significativo per l’intera società.

Fonte: “Foreign Affairs”, 17 giugno 2020

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