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Cina, svolta sulle Ipo: 760 nuove società sul mercato nel 2014

La Csrc annuncia l’inizio di una nuova era del mercato azionario cinese: dopo oltre un anno di stop, a partire da gennaio ripartiranno i collocamenti di nuove società in Borsa – Il Governo ha varato un riforma per agevolare le Ipo e provvedimenti su concorrenza e libero mercato – Oltre 760 le aziende in attesa di quotazione.

Cina, svolta sulle Ipo: 760 nuove società sul mercato nel 2014

Il mercato azionario cinese alla svolta: dopo più di un anno di stop a gennaio ripartiranno i collocamenti di nuove società in Borsa. Ad annunciarlo è la China Securities Regulatory Commission (Csrc), che specifica che sono già 50 le aziende pronte a procedere sul percorso di quotazione per arrivare alle contrattazioni entro la fine del prossimo gennaio.

Per superare l’impasse – per più di un anno, come detto, nessuna matricola si è registrata sul mercato azionario – le autorità cinesi hanno approntato un nuovo regolamento per la quotazione. Ci vorrà comunque almeno un altro anno per smaltire la lista d’attesa delle oltre 760 aziende che chiedono l’approvazione per la quotazione.

Si tratta di una svolta di portata storica per il mercato cinese e, di conseguenza, per quello mondiale. Nel 2010 il Dragone era stato il maggior mercato delle Ipo a livello globale, segnando un record di raccolta di 71 miliardi. L’ultima operazione in tal senso, però, risale all’ottobre del 2012, quando la stessa Csrc ha imposto norme più stringenti a seguito dell’emergere di frodi e comportamenti scorretti tra advisor e società.

L’allentamento è figlio di una decisione annunciata dal Partito comunista lo scorso mese, in quello che sembra essere un passo decisivo verso una nuova epoca dell’economia asiatica: alle norme sulle Ipo, infatti, si accompegneranno provvedimenti sulla concorrenza e il libero mercato.

Positivi i primi commenti degli analisti cinesi, che vedono molteplici benefici sul lungo termine, legati alle maggiori possibilità di scelta per società ed investitori, ma avvertono sui rischi nel breve termine, quando sul mercato azionario potrebbe esserci una pressione al ribasso.


Allegati: L’articolo di Bloomberg

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