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CHAMPIONS LEAGUE – Stasera la Juve torna a inseguire un sogno ma c’è il Borussia

I bianconeri sognano di vendicare stasera nel loro stadio l’indimenticabile sconfitta rimediata col Borussia Dortmund (1-3) nella finale di Champions del 28 maggio 1997 a Monaco quando non bastò un gol di tacco di Del Piero per alzare la Coppa – Buffon: “Oggi vogliamo che il sogno Champions duri il più possibile” ma il Borussia è forte

CHAMPIONS LEAGUE – Stasera la Juve torna a inseguire un sogno ma c’è il Borussia

La grande attesa è terminata. La Juventus torna a caccia di quella Champions mai davvero amica, eppure tanto desiderata. Il sogno ricomincia questa sera (ore 20.45) contro il Borussia Dortmund, nella gara d’andata degli ottavi di finale. Inutile soffermarsi troppo sull’importanza di questo match, non basterebbe una pagina intera. Più che di moduli o tattiche interessa l’atteggiamento della Signora: riuscirà, finalmente, a scrollarsi di dosso le paure europee o assisteremo nuovamente alla versione Mr Heyde? L’ansia da prestazione serpeggia in tutto il mondo Juve e proprio per questo Allegri ha scelto la strada della serenità. 

“Non è assolutamente la partita della stagione, è un ottavo non una finale – le parole del tecnico. – Gare così si giocano sui 180’, ci vorranno pazienza, testa ed equilibrio”. Tutto ciò che si vede abitualmente in campionato, dove infatti i bianconeri sono padroni incontrastati da tre anni abbondanti, e che è però sempre mancato in campo internazionale. Ma questa potrebbe essere davvero la volta buona, a patto di non sottovalutare l’avversario e di giocare con la mente sgombra da ansie e paure. “Vogliamo che il sogno Champions duri il più possibile – ha confermato Buffon. – Il Borussia è una squadra difficile da affrontare, quando la posta in palio si alza riesce sempre a giocare con autorevolezza e a dare il meglio. Da parte nostra c’è grande rispetto ma anche curiosità di vedere a che punto siamo”. 

Nessun proclama insomma, solo tanta voglia di fare bene. La qualificazione infatti non si deciderà stasera ma è chiaro che, gran parte di essa, passerà da un buon risultato allo Stadium (esaurito da settimane), anche alla luce delle caratteristiche del Dortmund. Squadra strana quella di Klopp, ricca di ottime individualità (su tutte Reus) ma anche di limiti che le hanno clamorosamente complicato la stagione. 

Nelle ultime vittorie in Bundesliga (tre consecutive contro Friburgo, Mainz e Stoccarda) si è visto un po’ tutto il campionario: 10 gol fatti e 5 subiti, a dimostrazione che talento e ingenuità si equivalgono quasi al 50%. “La Juve ha molta esperienza e giocatori navigati, noi però siamo nelle migliori condizioni possibili – ha spiegato Klopp senza mezzi termini. – Agli ottavi di Champions può succedere di tutto, cercheremo di passare il turno attraverso la nostra tecnica e velocità”. 

Il pragmatismo di Allegri contro l’esuberanza del tecnico tedesco: Juventus – Borussia Dortmund si può leggere anche così. L’ultima parola però, come sempre, spetterà al campo. Che vedrà i bianconeri con quel 4-3-1-2 cucito apposta per le notti europee: Buffon in porta, Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini ed Evra in difesa, Pirlo, Marchisio e Pogba a centrocampo, Vidal sulla trequarti, Tevez e Morata in attacco. 

Il Borussia risponderà con il consueto 4-2-3-1 con Weidenfeller tra i pali, Piszczek, Subotic, Hummels e Schmelzer sulla linea difensiva, Gundogan e Sahin in mediana, Kampl, Mkhitaryan e Reus a ridosso dell’unica punta Aubameyang (solo panchina per Immobile). Quella di stasera sarà la quarta partita di Juve e Dortmund a Torino: nelle alle tre il bilancio è di perfetta parità, con una vittoria bianconera (3-0 nella finale di Coppa Uefa del 1992/93), un pareggio (sempre Coppa Uefa, 2-2 nel 1994/95) e un successo giallonero (1-2 nella fase a gironi della Champions 1995/96).

Il precedente che fa più male è però quello del 28 maggio 1997, peraltro l’ultimo tra le due: nella finale di Monaco i tedeschi si presero la coppa dalle grandi orecchie con un clamoroso 3-1. Quella non fu la prima delusione europea della Juve e, purtroppo, neanche l’ultima. Ecco perché, mai come ora, è arrivato il momento di prendersi la rivincita. 

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