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Cernobbio/Renzi: l’Italia cresce e va meglio, ma non basta

Il premier ha parlato al Forum Ambrosetti e legato le possibilità di sviluppo anche al referendum: “Se vince il No resta tutto come prima ma un Paese meno agile cresce meno”. Il ministro Padoan annuncia misure mirate per la crescita e conferma taglio Ires 2017. “Deficit ai minimi, in calo anche il prossimo anno”. Casa Italia, Renzi vuole affidarla a Giovanni Azzone, rettore Politecnico Milano

Cernobbio/Renzi: l’Italia cresce e va meglio, ma non basta

“L’Italia cresce, va meglio di anno in anno ma andare meglio non significa andare bene”. Così il premier Matteo Renzi si è rivolto alla platea del Forum Ambrosetti – The European House di Cernobbio, dove partecipa per il secondo anno consecutivo.

Il riferimento è all’ultimo aggiornamento del Pil diffuso proprio questa mattina dall’Istat. La crescita del secondo trimestre , ha certificato l’Istituto di statistica, è risultata invariata rispetto ai tre mesi precedenti, confermando la stima del 12 agosto. Nessuna revisione al rialzo quindi. L’attesa era stata innescata da alcune informazioni trapelate due giorni fa dal Mef  su una revisione congiunturale al rialzo sulla base degli ultimi dati del fatturato dei servizi. Dall’Istat, hanno però spiegato, che altre componenti, soprattutto credito e assicurazioni, si sono mosse in direzione opposta. Su base tendenziale il Pil risulta comunque in aumentato dello 0,8% anziché dello 0,7% come precedentemente stimato.

Il dato è arrivato proprio nel giorno di apertura del tradizionale workshop Ambrosetti a Villa D’Este nel corso del quale sono intervenuti sia il premier sia il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. E’ un Renzi a tutto campo quello che arriva sulle sponde del lago di Como, prima di partire alla volta della Cina dove nel fine settimana parteciperà al G-20. Le prime parole del premier spiazzano tutti: “Il problema del 2016 non è l’economia”, che pure è al centro del dibattito a Cernobbio, tra bilanci del passato e soprattutto scenari futuri. “A me interessa poco parlare delle cose fatte dal Governo negli ultimi 30 anni, preferisco parlare dell’Italia dei prossimi 30 anni”.

Sull’economia poi Renzi ci arriva eccome, a incominciare dal ruolo dell’Europa: “Sull’economia l’Europa deve tornare ad avere una parola condivisa e forte. Deve essere speranza e futuro, non un museo del passato”. Poi il Jobs Act, per il quale il bicchiere è “mezzo pieno”: “Grazie alla riforma del lavoro abbiamo recuperato 585mila posti di lavoro. Avrei messo la firma per molto meno, ma il punto è che ci siamo mossi con un ritardo di 15-20 anni. Due giorni fa ho ricevuto a Maranello Angela Merkel, la Germania ha iniziato prima di noi con le riforme e i risultati si vedono”.

RENZI, DEFICIT AI MINIMI. PADOAN: CONTINUERA’ A SCENDERE

Il premier ha anche rivendicato il risultato raggiunto sul fronte del deficit: “Il deficit, secondo i dati Istat, è al livello minimo degli ultimi 10 anni e sta continuando a scendere. In condizioni del genere è difficile crescere tanto, la Spagna cresce più di noi ma ha un deficit al 5%. Abbassiamo il deficit non, o non solo, perché ce lo chiede l’Europa, ma soprattutto per i nostri figli”, ha spiegato Renzi ricordando anche che la parola d’ordine è una: “Ridurre la pressione fiscale, e lo stiamo facendo”.

E sulla politica economica ha dato qualche ulteriore elemento il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan che ha parlato poco prima del premier. In particolar modo, la legge di bilancio, che sarà presentata ad ottobre in Parlamento e contemporaneamente in Commissione europea, conferma, ha detto Padoan, i principi fin qui adottatI, quindi il consolidamento della finanza pubblica e il sostegno alla crescita, pur in un contesto in cui lo spazio fiscale si è ridotto sia perché l’inflazione è calata sia per gli impegni presi dal Governo.  

“Il deficit rispetto al Pil continuerà a scendere”, ha affermato  Padoan  assicurando allo stesso tempo che ci saranno risorse disponibili.  Innanzitutto, 15 miliardi di euro saranno dedicati alla rimozione delle clausole di salvaguardia per evitare l’aumento delle tasse. “Questo sarà il primo impegno del Governo” ha detto Padoan aggiungendo che le “risorse che resteranno saranno dedicate ala crescita, competitività e alla produttività”.

RIDUZIONE IRES 2017 CONFERMATA

Le misure, in corso di definizione, riguardano il sostegno agli investimenti, gli incentivi alla produttività e la riduzione delle tasse che è già incorporata nel bilancio. “La riduzione dell’Ires 2017 sarà confermata”,  ha affermato precisando che  il Governo sta valutando, “anche alla luce delle esperienze precedenti, dove mettere le risorse per avere un uso selettivo e motivato a sostegno della crescita, della produttività e della competitività”. L’auspicio di Padoan è che “le imprese ne possano approfittare al meglio” augurandosi “che quello che faremo, che sarà sempre meno di quello che avremmo voluto fare, sarà anche utile”. Ulteriori interventi  riguardano l’attenzione alle fasce deboli e agli anziani. Sul sisma, Padoan ha precisato che la strategia è in corso di definizione, una sfida che richiede sì risorse “ma soprattutto organizzazione e leadership manageriale ed è su questo che il governo si sta muovendo”. A questo proposito Renzi ha aggiunto: “Sto chiedendo ai migliori di mettersi in gioco per venire a darci una mano. Tra poche ore vedrò il rettore del Politecnico di Milano, Giovanni Azzone, e lo coinvolgerò nel progetto Casa Italia”.

SCENARIO GLOBALE, DIFFICOLTA’ PROFONDE A LIVELLO DI G20. BENE LA BCE, MA PROBLEMI A PROSEGUIRE

D’altra parte il contesto in cui ci muoviamo, se non può essere definita di stagnazione secolare, presenta dei sintomi di rallentamento più profondi e complessi di quello che si credeva. “Non penso che ci troviamo in una stagnazione secolare, ma le difficoltà di crescita economica sono profonde a livello del G20”, ha spiegato Padoan delineando lo scenario economico internazionale e le lezioni che possiamo trarre dagli elementi comuni della debolezza che caratterizza diverse regioni nel mondo. Per Padoan è necessario mobilitarsi insieme tenendo presente alcuni principi guida: non solo usare tutti gli strumenti a disposizione ma usarli anche in modo coordinato (“la politica fiscale, strutturale e monetaria si devono sostenere a vicenda”, ha precisato Padoan); i Paesi devono agire in modo coordinato  e tener conto delle conseguenze sugli altri Paesi. “Oggi – ha aggiunto nel suo discorso – siamo in una fase critica delle politiche macroeconomiche – ha detto – la politica monetaria si è trasformata in modo radicale dall’inizio della crisi e si è dimostrata efficace, ma ha dimostrato di avere problemi a perseguire le strade finora percorse”.

REFERENDUM

I valori, la storia, la cultura, sono temi che Renzi prova a mettere sul tavolo dell’establishment di Cernobbio, andando oltre i numeri: “La questione cruciale per l’Italia è tornare a essere competitiva con i valori e la cultura”. Oltre che con un apparato più leggero. Il gran finale è infatti tutto per il referendum, il grande tema autunnale che tiene banco pure sul lago di Como e che sarà oggetto di dibattito soprattutto nella giornata di domenica, quando interverranno diversi ministri del governo Renzi: “Si sono estremizzati i toni, anche per colpa mia devo dire. Se vince il No non c’è la fine del mondo, non c’è l’invasione delle cavallette, ma la situazione rimane quella che conosciamo. Se invece vince il Si l’Italia diventa un Paese più semplice, con meno poltrone. E un Paese meno agile è un Paese meno forte”.

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