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Il caso Lactalis e i troppi prodotti per neonati pericolosi

Il caso Lactalis, costretta a ritirare il latte perchè in alcuni Paesi ha prodotto salmonellosi, porta alla ribalta la qualità e la scarsa affidabilità di troppi prodotti pericolosi per i neonati e tuttavia in circolazione – Il caso virtuoso del made in Italy

Il caso Lactalis e i troppi prodotti per neonati pericolosi

Sono in vendita nei supermercati europei e di tutto il mondo, perché li producono o li distribuiscono le multinazionali più note, quelle che comandano i mercati e i consumatori, fanno pubblicità a tonnellate, rincretiniscono mamma e papà per vendere centinaia di cibi zeppi di intossicanti e spesso misteriose sostanze, conservanti a gogo’, additivi velenosi, coloranti per niente naturali e comunque pestiferi. I nomi? Beh, noi non possiamo dirveli ma potete andarli a leggere sul sito che riportiamo qui.

Ogni anno da sette anni un gruppo di esperti in diete e di giornalisti scientifici analizza la composizione di circa 800 prodotti per bambini venduti nei supermercati, uno per uno, e pubblica poi una guida dove sono elencati quelli da evitare, quelli da consumare (pochi!!!), quelli sospetti di cui non si capisce nulla perché “derivati” da rielaborazioni di altri alimenti e con aggiunte tali da non riuscire più a capire cosa sono. Quelli che gli americani amano tantissimo. In grande franchezza questi esperti – del tutto inattaccabili – consigliano pochissimi brand e di questi solo alcuni prodotti. Ma qualche consiglio lo danno, come per esempio quello di scegliere prodotti che abbiano una lista di componenti estremamente ridotta.

E quelle pochissime marche che considerano affidabili è perché ciò che fabbricano è del tutto privo di additivi e aromi. E ovviamente ha un elenco di componenti estremamente ridotto. Che cosa comunica la lista di prodotti per bambini messi al bando o comunque “non consigliati”?. E’ incredibile ma si tratta di una enorme contraddizione ad alto tasso di asocialità (per non dir di peggio) che solo biechi interessi finanziari possono sostenere: biscotti costituiti da dosi infinitesimali di farina vera e zucchero ma per il 90% fatti di fecola, patatacce cinesi e polacche, grassi animali (pelle di pollo ovviamente). Oppure succhi che contengono l’1,5% di frutta e il resto ha una percentuale bulgara di conservanti.

Cioccolata che è grasso (tedesco e Est Europa) colorato di marrone. Per fortuna, i prodotti made in Italy di qualità non fanno parte dell’elenco peggiore a dimostrazione che ancora possiamo contare su regolamenti e normative alimentari molto severi. E se qualcuno si prende l’impegno di confrontare il made in Germany, il made in England o il made in France o Belgique con il made in Italy di qualità potrà verificare la differenza: i componenti dei nostri prodotti per l’infanzia sono pochi e contengono davvero frutta, farina, cioccolata oppure negli omogeneizzati sono presenti pochissimi componenti e nessuno di misteriosa natura…

Dal blog La casa di Paola

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