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Borse a caccia di stimoli dopo la Bce colomba

Solo a settembre le “misure non convenzionali” di Francoforte: i mercati speravano arrivassero prima – Btp sullottovolante – Si aggrava la tensione fra Giappone e Corea, le Borse asiatiche frenano – Dopo i conti volano Google e Starbucks, giù Amazon – Crollano Ford e Boeing, Apple fa shopping

Borse a caccia di stimoli dopo la Bce colomba

Segnano il passo i mercati dopo una giornata campale, segnata dalla parziale delusione per il mancato tagli dei tassi da parte della Bce e dai segnali contrastanti in arrivo dalla pioggia delle trimestrali Usa.

Mario Draghi nella conferenza stampa seguita al direttorio della Bce ha fatto sapere che il bazooka della banca centrale è pronto a tornare in azione. Ma non prima di settembre. Una parziale delusione per i mercati, che si aspettavano un intervento in tempi più stretti. Di qui una seduta contrastata per i listini, prima eccitati dalle indicazioni in arrivo dal direttivo di Francoforte, più “freddi” nel finale quando si è capito che il pacchetto di stimoli all’economia, ancora da definire nei particolari, diventerà operativo più avanti: Comprese le misure non convenzionali per cui il consiglio direttivo “ha dato mandato ai relativi comitati dell’Eurosistema di esaminare le opzioni, fra cui “le dimensioni e la composizione di nuovi acquisti di titoli”.

SOLO A SETTEMBRE LE “MISURE NON CONVENZIONALI”

Non resta che attendere, senza però sottovalutare i toni da colomba della riunione. La Banca Centrale Europea si attende che i tassi di interesse di riferimento si mantengano su livelli pari o più bassi degli attuali almeno fino a metà 2020 e “in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2%”.

La palla ora passa alla Fed, che annuncerà il taglio, quasi scontato, di un quarto di punto nella riunione di fine mese. Troppo poco per eccitare i mercati alle prese con la lettura delle trimestrali da cui emergono segnali di stress dell’economia. Di qui un finale di settimana all’insegna della prudente, in attesa della prima lettura del Pil Usa del secondo trimestre, il dato più importante che uscirà in giornata: prevista una crescita dell’1,8%, la più bassa gli ultimi due anni.

Deboli i listini asiatici. La Borsa del Giappone si avvia a chiudere in calo dello 0,4%. L’Hang Seng di Hong Kong perde lo 0,5%, il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen lo 0,2%, il Kospi di Seoul lo 0,6%.

S’AGGARVA LA TENSIONE TRA GIAPPONE E COREA

Si aggrava lo scontro tra Tokyo e la Corea del Sud, in parte legato a dispute commerciali sui chip, molto alla decisione di Seul di chiedere conto al Giappone per le violenze subite dalle donne durante l’occupazione del Pese tra il 1910 ed il 1945, una ferita ancora aperta: il due agosto, secondo Kyodo News, il governo di Shinzo Abe dovrebbe rimuovere la Corea dalla lista dei paesi privilegiati nelle pratiche commerciali.

Lo won della Corea del Sud si indebolisce, a 1,184 su dollaro. Anche lo yen, la valuta giapponese, perde terreno nei confronti del dollaro.

Chiusura in rosso per le Borse Usa: l’S&P500 ha chiuso in calo dello 0,53% a 3.003 punti, Dow Jones -0,47%. Perde di più il Nasdaq, sotto dell’1%.

CROLLANO FORD E BOEING. APPLE FA SHOPPING

Nel corso della notte italiana sono arrivate le trimestrali di una larga porzione dei listini principali. L’Oscar spetta ad Alphabet (ex Google) salito ne dopo Borsa del 7,8% sull’onda di profitti e fatturato (+19%) molto migliori delle stime. Bene anche Intel +5%, che ha completato la cessione di un’unità di business ad Apple per un miliardo di dollari. In rally anche Starbuck (+6%) dopo la pubblicazione dei conti.

Perde colpi nel dopo invece Amazon (-2%), nonostante profitti in crescita nell’ultimo trimestre. Ma pesano i costi sostenuti per accelerare le consegne in Usa ad un solo giorno dall’ordine.

Non mancano le note negative per l’industria: Ford arretra del 7,45% dopo i conti. Si aggrava la crisi di Boeing (-3,70%).

Oro in lieve recupero stamane a 1.416 dollari l’oncia, in lieve recupero.

In rialzo anche il petrolio: Brent a 63,5 dollari il barile.

L’EURO RISALE A 1,150, IN CALO LA STERLINA

Dopo una giornata agitata dalle ultime aperture di Draghi all’avvio di una nuova azione monetaria ultra-espansiva, l’euro si assesta a 1,150 su dollaro.

La sterlina perde valore sull’euro, a 0,895: l’Unione Europea ha subito risposto a Boris Johnson, con un “no”, alla richiesta di riaprire il negoziato su Brexit. 

PIAZZA AFFARI -0,6%, BRUSCO CALO A FRANCOFORTE

Giornata all’insegna della volatilità ieri per azioni, valute e obbligazioni:

Arretra Piazza Affari -0,6% a 21.950 punti circa, dopo aver segnato a 22.357 punti il valore più alto da 12 mesi.

In ribasso anche l’indice Eurostoxx sotto di mezzo punto nelle battute finali dopo aver toccato nuovi massimi dell’anno in avvio di seduta .

Negative anche Parigi (-0,50%) e Madrid (-0,43%).

Chiude in profondo rosso Francoforte (-1,28%): non sono state perora annunciate misure sui bond legati all’automotive, il comparto peggiore in calo dell’1,4%. Volkswagen -1,5%, ha chiuso il primo semestre con un risultato operativo di 9miliardi, in crescita del 10,3% e con ricavi per 125,2 miliardi (+4,9%). Confermati i target ante-poste straordinarie per il 2019. 

Solo l’indice Eurostoxx Banks alla fine resiste in rialzo dello 0,3%. A Piazza Affari Unicredit -0,07%, Ubi Banca +0,16%, Mediobanca +0,06%.

BTP SULL’OTTOVOLANTE, LO SPREAD RISALE A 193

Il rendimento del BTP decennale è risalito a 1,53%, dopo aver segnato un nuovo minimo triennale a 1,38%. o spread Italia-Germania sul tratto decennale si ferma a 193 punti base dopo aver segnato un minimo a 184 punti, livello più basso da maggio dello scorso anno, e un massimo a 199 punti.

Martedì 30 il Tesoro metterà all’asta Btp a 5 e 10 anno e due Ccteu per un importo complessivo tra 5,75 e 7,25 miliardi.

Il governo, ha ammesso ieri il ministro dell’Economia Giovanni Tria, non è certo di centrare il target di 18 miliardi di dismissioni fissato per il 2019, che coinvolgerà aziende quotate e non quotate.

SAIPEM AL TOP DOPO I CONTI, IN ASCESA ANCHE MONCLER

A Piazza Affari poche blue chip hanno resistito sopra la parità: Saipem+1,76%, che ha chiuso il primo semestre con ricavi per 4.519 milioni (3.798 milioni nei primi sei mesi dell’anno scorso): Poste +0,79% e Nexi +0,78%.

Ha in pratica azzerato il rialzo iniziale di quattro punti percentuali Moncler (+0,18%), che ha registrato nel primo semestre un utile netto di gruppo di 71,3 milioni, in crescita del 16% rispetto al primo semestre 2018.

Chiusura positiva per Salini (+ 3,5%) in forte crescita in Australia e per Mondadori + 1,93% dopo aver ottenuto l’autorizzazione dell’antitrust francese alla cessione della controllata francese.

Segno meno per Stm (-2,84%) dopo la trimestrale sopra le attese, ma la società rivede al ribasso i target di ricavi per il 2019. 

Prese di beneficio sull’auto anche a Milano: Pirelli-1,79%, Cnh-1,7%, Fca-1,6% e di riflesso Exor-1,88%.

SI DISINTEGRA BIO-ON. PERDE COLPI MAIRE

Si disintegra Bio-on. (-70%), segnando un prezzo minimo di 13,0 euro, con 404mila azioni scambiate. Lunedì mattina il titolo valeva 55,5 euro. Secondo il fondo Usa Qcm, nelle risposte alle richieste la società bolognese “conferma il fatto che la stragrande maggioranza del proprio fatturato derivi da scatole da essa controllate o affiliate”, che “la produzione fino al 2018 è stata praticamente inesistente” e quella 2019 “è limitata a quella dell’impianto di San Pietro Terme” di cui Bio-on “si rifiuta, nonostante le nostre pesanti affermazioni, di confermare volume e vendite”. Quintessential aggiunge che produrrà documenti aggiuntivi nei prossimi giorni, “molti dei quali particolarmente interessanti”.

Perde colpi Maire Tecnimont (-3,5%), che ha evidenziato una trimestrale con utili e ricavi in calo, oltre che un peggioramento della situazione finanziaria.

Fincantieri -2% dopo i conti in linea con le previsioni 2019 e il piano 2018-2022. 

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