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Draghi: Bce apre a Qe bis e a un nuovo taglio dei tassi

Nel giorno del via libera alla nomina di Lagarde, l’Eurotower annuncia che i tassi potranno scendere ancora – I tecnici di Francoforte studiano anche un nuovo piano di acquisto titoli – Reazione positiva dei mercati, che però poi ripiegano a causa di una precisazione di Draghi

Draghi: Bce apre a Qe bis e a un nuovo taglio dei tassi

La Bce sta valutando la possibilità di varare un nuovo programma di acquisto titoli (Quantitative easing) e un ulteriore taglio dei tassi di interesse, che oggi il Consiglio direttivo ha confermato al minimo storico. Lo scenario è stato confermato giovedì dal numero uno della Banca centrale europea, Mario Draghi, nella conferenza stampa che ha fatto seguito alla riunione del board, la penultima presieduta dall’italiano. A settembre la presidenza passerà infatti a Christine Lagarde, già ministro delle Finanze francese e numero uno del Fmi, la cui nomina al vertice dell’Eurotower è stata ufficializzata oggi dal Consiglio direttivo, che non ha sollevato obiezioni sulla designazione raccomandata dal Consiglio dell’Unione europea.

Il 12 settembre, al termine della prima riunione sotto la presidenza Lagarde, dovrebbe arrivare l’annuncio ufficiale di un nuovo, corposo pacchetto di misure espansive. Draghi però ha sottolineato che Francoforte attende di vedere le prossime proiezioni economiche prima di adottare nuove misure di politica monetaria.

QE2: POSSIBILE UNA NUOVA ONDATA DI LIQUIDITÀ SUI MERCATI

Per il momento, la Bce riafferma con enfasi la sua “determinazione ad agire”, avvalendosi “di tutti gli strumenti” a sua disposizione nel caso in cui l’inflazione non si riporti ai livelli obiettivo (inferiore ma vicino al 2%, un traguardo ancora lontano). Per questo, l’Eurotower ha avviato gli studi su possibili nuove misure, tra cui una riedizione del Quantitative easing e possibili meccanismi utili a mitigare i danni collaterali prodotti dal regime prolungato di denaro a costo zero.

TASSI D’INTERESSE: LA BCE APRE A UN NUOVO TAGLIO

D’altra parte, nel comunicato diffuso dal board della Bce si legge anche che i tassi d’interesse resteranno “su livelli pari o più bassi rispetto a quelli attuali fino a tutta la prima metà del 2020”. La precedente comunicazione non conteneva riferimenti alla possibilità di un ulteriore taglio, perciò la riunione di oggi segna un cambio di rotta ufficiale da parte della Bce, nuovamente orientata a correggere la politica monetaria in senso espansivo.  

In ogni caso, per il momento resta a zero il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali, allo 0,25% quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale e al -0,40% quello sui depositi presso la banca centrale stessa.

La Bce ha anche confermato continuerà a rinnovare i titoli acquistati con il primo Qe man mano che arrivano a scadenza e che questa politica proseguirà “per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi d’interesse di riferimento”. Una prospettiva più lontana che mai.

LA REAZIONE DEI MERCATI

Dopo la comunicazione della Bce, il cambio euro/dollaro è sceso da 1,1140 a 1,1110. Sul mercato del debito, lo spread Btp-Bund è sceso a quota 176, ovvero 11 punti base in meno rispetto alla chiusura di mercoledì.

Le notizie in arrivo da Francoforte hanno dato sprint anche ai listini azionari, che dopo una mattinata debole hanno imboccato la strada del rialzo: Milano +1%, Francoforte +0,37%, Parigi +0,9%, Madrid +1,1%.

Tuttavia, dopo la precisazione di Draghi sulla necessità di valutare le prossime proiezioni economiche prima di varare le nuove misure espansive, le Borse hanno ripiegato verso la parità e lo spread è risalito a 189 pb.

DRAGHI: RIMBALZO ECONOMIA IMPROBABILE, INFLAZIONE DEBOLE

Sulla crescita economica dell’area euro dopo i rallentamenti degli ultimi mesi “potremmo avere un rimbalzo nella seconda metà dell’anno, ma ora – ha avvertito Draghi – questo è diventato meno probabile. Il bilancio dei rischi è al ribasso”. Allo stesso tempo, “continuiamo a vedere le possibilità di recessione molto basse anche alla luce di elementi di resilienza come il mercato del lavoro, il settore servizi e delle costruzioni e i consumi”. In questi anni “la politica monetaria ha fatto tanto per sostenere l’area euro, ma se la tendenza alla debolezza economica continuerà toccherà alle politiche di bilancio giocare un ruolo”.

Nell’area euro, ha aggiunto il numero uno della Bce, le pressioni inflazionistiche appaiono “sottotono” e le aspettative generali sull’andamento dell’inflazione sono calate, subendo i contraccolpi della “prolungata presenza di incertezze legate a fattori geopolitici, protezionismo e vulnerabilità nei mercati emergenti”, che stanno pesando su vari settori, in particolare sul manifatturiero.

Il Consiglio direttivo della Bce ha avviato “una riflessione” sulla formulazione dell’obiettivo di stabilità dei prezzi: “Sarebbe un cambiamento importante”, ha riconosciuto Draghi, sottolineando che, comunque, “in nessun caso si può accettare un’inflazione ai livelli attuali”.

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