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BORSA OGGI 1 NOVEMBRE – I mercati aspettano la Fed con più fiducia: per Morgan Stanley la svolta è vicina

Malgrado la mezza pausa di ieri, i mercati annusano il possibile cambio di rotta della Fed sui tassi dopo l’ottobre dei record – Segnali di ripresa in Cina – Bovespa festeggia Lula – Spread in salita

BORSA OGGI 1 NOVEMBRE – I mercati aspettano la Fed con più fiducia: per Morgan Stanley la svolta è vicina

Wall Street si prende una pausa in attesa delle decisioni di domani della Fed. Ma il Dow Jones, ieri -0,7%, archivia un ottobre formidabile: +14%, record dal 1976, a conferma che il mercato annusa un cambio di rotta. La pensa così Michael Wilson, lo strategist (ribassista) di Morgan Stanley che finora ha centrato tutti i pronostici: la svolta è vicina, dice. Dopo un nuovo aumento di 75 punti la banca centrale rallenterà il ritmo già a dicembre. Un segnale in questa direzione è attivato stamane dall’Australia. La Reserve Bank ha alzato di un quarto di punto il tasso cash target a 2,85%. L’incremento, in linea con le aspettative, è il primo da 25 punti base, dopo quattro consecutivi da cinquanta punti base. Il costo del denaro è sui massimi degli ultimi dieci anni. 

Inflazione a due cifre in Europa, ok il Pil italiano

Clima positivo anche nella vecchia Europa che pure, a giudicare dalla corsa dell’inflazione, non avrebbe molto da festeggiare. In ottobre l’indice dei prezzi al consumo segna un incremento record del 10,7% anno su anno, in accelerazione dal +10% di settembre. Ma l’Italia che, complice il turismo favorito dal clima, ha realizzato a sorpresa una crescita del Pil anche nel terzo trimestre (+0,5%). Da gennaio l’aumento è del 2,6%, la crescita acquisita per il 2022 è del 3,9%: la recessione è più lontana.

Piazza Affari +10% ad ottobre

Piazza Affari +0,55%, a 22.652 punti base, è ancora una volta uno dei listini migliori. Al termine di un ottimo ottobre il rialzo della Borsa di Milano sfiora il 19%, meglio di Francoforte (+9,7%) e dell’Eurostoxx (+9,2%).

La miglior blue chip europea del mese è stata Airbus +23%, ma subito dopo c’è Eni +22%. A livello settoriale, ottobre è stato il mese delle società dei viaggi (+16,5%) e dell’energia (+11,5%).

Il future dell’indice EuroStoxx 50 è in rialzo dello 0,4%, stessa variazione positiva per il future dell’S&P500.

A  Wall Street ancora vendite sui big del Tech

In attesa della Fed i grandi del Nasdaq si leccano le ferite dopo le burali perdite della scorsa settimana. Ancora sotto tiro Meta (ex Facebook) -30% dalla comunicazione dei conti. Poco mosse Amazon e Google, Apple -1,4% per i problemi legati alle fabbriche cinesi colpite dal Covid. 

L’indice Nasdaq, ieri -1,03% ad ottobre ha guadagnato solo il 4%, dieci punti in meno del Dow e quattro rispetto all’indice S&P.

Inflazione e tassi, lo spread sale a 223 punti

In attesa delle decisioni della Federal Reserve, si muove poco il mercato delle obbligazioni, il Treasury Note a dieci anni è più o meno sui livelli di ieri mattina, a 4,03%. 

L’andamento dei prezzi nell’area euro e l’attesa della Fed, hanno pesato sul secondario italiano, che chiude in rosso. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata sale a 223 punti base; i rendimenti sono rispettivamente al 4,31% e al 2,08%.

Rimbalza Hong Kong, ma scende il Pil (-4,5%)

Le borse dell’Asia Pacifico salgono al termine della prima seduta del nuovo mese. A guidarle è l’Hang Seng di Hong Kong, +2,4%. In questo listino si mettono in luce Tencent (+8%), Alibaba +7% e Xiaomi +6%.

Stanotte il Census and Statistics Department ha pubblicato il dato sul Pil della ex colonia inglese: nel terzo trimestre la contrazione anno su anno è stata del -4,5%: gli economisti si aspettavano +0,7%. Il calo, è spiegato nella nota, è per buona parte attribuibile all’andamento della domanda esterna.

CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen +1%. Sono meglio delle aspettative le indicazioni sulle condizioni economiche della Cina racchiuse nell’indice PMI Manufacturing di Caixin. In ottobre, l’indicatore è salito a 49,2 da 48,1 di settembre: consensus a 48,5.

Frena Toyota, colpita dalla crisi dei chip

Nikkei di Tokyo +0,3% nonostante la frenata di Toyota: causa la crisi dei chip il colosso ha ridotto a 9,2 milioni (contro le previste 9,7 ) le stime sulle auto prodotte nel 2022. In calo anche i profitti. 

Kospi di Seul +1,3%. Il deficit della bilancia commerciale con l’estero della Corea del Sud si è allargato a 6,7 miliardi di dollari in ottobre, da -3,4 miliardi di settembre. Le esportazioni sono scese del 5,7% a 52,5 miliardi, la contrazione più forte dall’agosto del 2020.

Il Bovespa festeggia la vittoria di Lula

Ieri sera la Borsa del Brasile ha festeggiato la vittoria di Lula con un rialzo del +1,3%, che ha proiettato la performance da inizio anno a uno spettacolare +36%. In calo però Petrobras -2%: si allontana la privatizzazione promessa da Bolsonaro che non ha ancora ammesso la sconfitta. 

Petrolio in rialzo dell’1,3% in avvio di seduta (Brent a 93,60 dollari).  In ottobre +8%, dopo quattro mesi in rosso di seguito. L’Opec ha alzato le stime di consumi a livello globale e ha invitato ad investire di più nella ricerca ed estrazione,

Continua la discesa del gas europeo -37% ad ottobre in parallelo ai passi avanti per fissare un tetto al prezzo del gas. 

In Piazza Affari brinda Campari, pirati in azione su Landi Renzo

Dopo il colpo grosso nel mondo del bourbon brinda Campari: Bernstein alza il target price a 11,8 euro, Deutsche Bank alza a Buy, target da 10 a 12 euro.

Diversi i tagli di rating:

  • Enel: RBC abbassa il target price a 8,5 euro.
  • Leonardo: Stifel taglia il target price a 11 euro.
  • FinecoBank: JP Morgan riduce il target price a 16,7 euro.

Passando a Mps, al termine del periodo di offerta in opzione sono stati esercitati diritti pari al 74% dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro che, tra sottoscrizioni e impegni vincolanti, risulta coperto al 93% circa. Il governo intende gestire in modo ordinato l’uscita dal capitale di Mps, lasciando una banca forte, in condizione di stare sul mercato, ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Landi Renzo ha deciso di rinviare l’approvazione dei risultati trimestrali dal 15 al 30 novembre “per ragioni precauzionali” dopo aver subito un attacco informatico che ha reso temporaneamente e parzialmente indisponibili alcuni server aziendali.

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