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Berlusconi chiederà l’affidamento ai servizi sociali e nel Pdl Alfano lancia la sua sfida

Per evitare gli arresti domiciliari il Cavaliere si appresta a chiedere di essere affidato ai servizi sociali – Intanto nel Pdl è battaglia e Alfano pretende di essere il candidato alla premiership alla prossime elezioni ma anche di avere mano libera nel partito accantonando Verdini, Santanchè e Brunetta – I lealisti di Fitto chiedono il congresso.

Berlusconi chiederà l’affidamento ai servizi sociali e nel Pdl Alfano lancia la sua sfida

Il Cavaliere è all’angolo e nel Pdl è tempo di grandi manovre. Silvio Berlusconi intende chiedere l’affidamento ai servizi sociali, così da evitare gli arresti domiciliari dopo la condanna definitiva a quattro anni per frode fiscale nell’ambito del processo Mediaset (pena ridotta a un anno grazie all’indulto varato nel 2006 dal governo Prodi). La richiesta dovrebbe essere depositata prima della scadenza dei termini, fissata per il 15 ottobre.

Nei prossimi giorni, inoltre, l’Aula del Senato esprimerà il giudizio finale sulla decadenza dell’ex Premier dal Parlamento. Il 19 ottobre, infine, prenderà il via a Milano il processo per la rideterminazione della pena accessoria relativa al caso Mediaset (in primo e secondo grado erano stati inflitti al Cavaliere cinque anni d’interdizione dai pubblici uffici, che la Cassazione ha imposto di ridurre).

Intanto, dopo la clamorosa vittoria delle colombe sul destino del governo Letta, la faida nel Pdl non si arresta. Angelino Alfano ha già avanzato le sue richieste al Capo di Arcore: il segretario pidiellino vuole essere candidato a Palazzo Chigi alle prossime elezioni, e, nel frattempo, pretende di avere mano libera nel partito. Il che significherebbe in primo luogo l’allontanamento dei falchi più intransigenti: su tutti Daniela Santanchè, Renato Brunetta e Denis Verdini. Rischiano anche Sandro Bondi e Daniele Capezzone.

A sottolineare l’urgenza dell’epurazione, Fabrizio Cicchitto (possibile sostituto di Brunetta come capogruppo alla Camera) ha perfino creato un neologismo dal gusto maroniano: “Defalchizzazione”. L’ultima testa a cadere potrebbe essere quella di Alessandro Sallusti, che Alfano vorrebbe cacciare dalla direzione de “Il Giornale” per favorire il ritorno di Maurizio Belpietro. 

Ma non è finita. Nel partito vuole dire la sua anche un’altra corrente di parlamentari che si sono auto-battezzati “lealisti”. A guidarla è il potente ex ministro ed ex governatore della Puglia Raffaele Fitto (condannato a quattro anni in primo grado per corruzione, illecito finanziamento ai partiti e abuso d’ufficio), che in un’intervista al Corriere della Sera lancia la sfida ad Alfano: “Il vero nodo per recuperare l’unità di tutti – ha detto – è quello di una legittimazione che preveda l’azzeramento di tutti gli incarichi di partito, e la convocazione di un congresso straordinario che discuta e decida la linea politica e che faccia esprimere direttamente i nostri elettori per l’elezione del segretario, degli organismi dirigenti, da Roma fino al più piccolo dei nostri Paesi”.

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