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Benzina, diesel, gpl e metano: prezzi alle stelle. I nuovi importi

Mentre i prezzi di petrolio e gas scendono dopo l’apertura sulle forniture del presidente Putin, gli ultimi dati mostrano forti rincari sui carburanti. Ecco i nuovi prezzi di benzina, diesel, gpl e metano

Benzina, diesel, gpl e metano: prezzi alle stelle. I nuovi importi

Il terremoto sui prezzi di petrolio e gas si ripercuote sulle tasche degli automobilisti. Il prezzo di benzina e diesel, sia nella modalità self che nella modalità servito, continua a salire, mentre il costo del metano auto e del Gpl tocca nuovi record. È bene dunque che tutti gli automobilisti che in questi giorni vanno al distributore per fare carburante si preparino a ciò che li aspetta.

BENZINA E DIESEL: ECCO I NUOVI IMPORTI

In base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi carburanti del Mise alle 8 del 6 ottobre, il prezzo medio nazionale della benzina, in modalità self, sale a 1,704 euro/litro (ieri 1,696) con i prezzi dei diversi marchi che oscillano tra 1,697 e 1,724 euro/litro e i no logo a 1,685. Forti rincari anche sul prezzo medio del diesel, che in modalità self arriva a costare 1,558 euro/litro (ieri 1,549), con le compagnie che applicano importi compresi tra 1,550 e 1,576 euro/litro (no logo 1,538).

Ancora più caro il servito. La benzina raggiunge infatti un prezzo medio di 1,838 euro/litro (ieri 1,832), con oscillazioni che vanno da 1,778 a 1,918 euro/litro (no logo 1,732), mentre il diesel arriva a quota 1,701 euro/litro (ieri 1,693) con i punti vendita delle compagnie che mostrano prezzi medi praticati compresi tra 1,638 e 1,780 euro/litro (no logo 1,588).

GPL E METANO: FORTI RINCARI

Eni ha rivisto al rialzo di 5 centesimi i prezzi raccomandati sul Gpl, mentre secondo la rilevazione di Quotidiano energia, i prezzi medi praticati del Gpl si assestano tra  0,760 a 0,785 euro/litro (no logo 0,755). Brutte notizie anche sul metano auto, i cui prezzi medi sono saliti a 1,269-1,685 euro (no logo 1,337).

LE CAUSE DEGLI AUMENTI

A causare i forti rincari sui prezzi dei carburanti è il terremoto che si è abbattuto sull’energia, con i costi di petrolio e gas sulle montagne russe da giorni. Ieri, a cercare di placare gli animi degli investitori è intervenuto il presidente russo Vladimir Putin. Dopo aver puntato il dito contro “gli errori dell’Europa”, il numero uno del Cremlino ha aperto alla possibilità di aumentare le forniture di gas verso l’Europa, mentre il viceministro dell’Energia russo, Pavel Sorokin, ha affermato che l’OPEC+ non dovrebbe consentire al mercato di “surriscaldarsi”. Ricordiamo che la Russia è uno dei principali fornitori di gas per l’Europa, accusata dai politici Ue di non aver incrementato in modo significativo le forniture per rispondere all’aumento della domanda. Proseguono infatti le preoccupazioni sulle scorte. In Europa le riserve di gas naturale sono al minimo storico da 8 anni, mentre i consumi aumentano con il calo delle temperature e la produzione industriale sale, provando a mettersi alle spalle il crollo dovuto alla pandemia. Senza adeguate contromisure, dunque, l’Europa potrebbe trovarsi presto in forte difficoltà.

Alle parole di Putin ha fatto seguito un’immediata reazione del mercati. Dopo la galoppata dei giorni precedenti, i prezzi del petrolio hanno ripiegato e alle 12.30 di oggi il Brent viaggia a quota 79,91 dollari al barile (-1,44%), mentre il Wti Usa scambia in ribasso dell’1,95% a 75.92 dollari al barile. Giù anche i prezzi del gas che si mette alle spalle l’impennata dei giorni scorsi e viaggia in forte calo. Nel dettaglio, il future sul Henry Hub Natural gas è in ribasso del 4,5% a 5,42 dollari per milione di Btu, mentre il future ICE olandese TTF è sceso del 16% a 90,3 euro a megaWatt all’ora e l’inglese ICE NPB dell’8% a 244 pence.

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