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Barroso, Unione bancaria ma senza cambiare i trattati Ue

Il presidente della Commissione Ue ha avvertito che occorre raggiungere un’integrazione finanziaria “senza cambiare il Trattato” di Lisbona – Quanti non vogliono l’unione bancaria “restano l’eccezione, non la regola”.

Barroso, Unione bancaria ma senza cambiare i trattati Ue

Avanti con l’unione bancaria, ma senza cambiare i trattati dell’Ue. Josè Manuel Barroso, Presidente della Commissione Ue, indica nell’accordo inter-governativo la via per arrivare a quell’unione bancaria richiesta con sempre maggiore insistenza da più parti. “Occorre raggiungere un’integrazione finanziaria, un’unione bancaria, senza cambiare il Trattato” di Lisbona, dice nel corso del suo intervento al Centro politico europeo di Bruxelles. La crisi “ha messo in luce l’insufficiente coordinamento di supervisione” delle banche, e “come risposta va migliorata l’architettura di supervisione finanziaria europea”.

L’idea di un trattato inter-governativo, per quanto più rapido di un processo che richiede la modifica dei trattati, non è meno insidiosa. All’interno dell’Unione europea non tutti sono convinti da questa ipotesi. Ci sono ancora resistenze tedesche, e oltre Manica restano le perplessità della Gran Bretagna, che già ha puntato i piedi quando si è trattato di discutere delle modifiche a Basilea 3. Posizioni che irritano il presidente della Commissione europea, che non risparmia critiche. In questo contesto di crisi “non sono sicuro che questa urgenza di agire sia pienamente compresa in tutte le capitali dell’Unione europea”. Un richiamo più che mai doveroso se si vuole percorrere la strada dell’accordo tra Stati. Barroso sprona perciò i governi a lavorare – già in occasione del Consiglio europeo di giovedi e venerdì – perchè “trovino un accordo su un pacchetto comprensivo di misure per la crescita”, inclusa quell’unione bancaria essenziale per rafforzare l’Ue. “Il nostro punto di partenza deve essere a ventisette”, ribadisce il presidente della Commissione Ue, consapevole comunque che “c’è chi vuole restare fuori”.

L’auspicio è che alla fine si arrivi ad un accordo inclusivo, che non lasci nessuno al di fuori della rinnovata Unione europea, ormai un imperativo a Bruxelles. Quanti non vogliono l’unione bancaria “restano l’eccezione, non la regola”, fa sapere Barroso. “Questa crisi – avverte – è la più grande minaccia a tutto ciò che abbiamo ottenuto in questi sessant’anni con attraverso la costruzione dell’Europa”. In questo momento “è in gioco non solo l’integrazione economica, è in gioco l’intera fiducia nell’Eurozona e nel nostro impegno per il progetto europeo nel suo complesso”. Per questo motivo occorre “elaborare un processo di lungo periodo per la costruzione di una più forte unione economica e monetaria”. Ma “per avere un’Unione monetaria ed economica sana occorre avere un’unione bancaria”.

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