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Automobili: tra smog e crisi, piccole è meglio

E’ finita l’era della macchina rombante e “muscolosa”, da guida sportiva – Adesso, fra crisi economica e centri cittadini ormai sbarrati, va di moda l’auto piccola e più vicina possibile al concetto di verde: leggera, agile, poco inquinante – Ecco perchè Fiat punta molto sulla Nuova Panda: Marchionne vuole venderne 6 milioni – Ma occhio alla Volkswagen Up.

Automobili: tra smog e crisi, piccole è meglio

Piccolo è meglio. Anche se la tradizione a quattro ruote della nostra Italia parlerebbe la lingua delle prestazioni e dello stile, del lusso e comunque del fascino di un’automobile da sognare. Anche se i grandi profitti, le Case auto li realizzano con vetture di prezzo elevato…

Ma il mondo cambia. Cambiano le città e il costo dei carburanti diventa sempre più proibitivo. Ecco quindi che le ‘piccole’, un tempo relegate al ruolo di seconda macchina di famiglia, o di prima scelta per un giovane neopatentato, vanno in modo sempre più evidente al di là del loro vecchio ruolo. E si adegua il mercato. Si adegua la pubblicità.

Lo spottone dedicato da Gianni Morandi alla Volkswagen Up in apertura televisiva della prima serata del Festival di Sanremo, ne è l’aspetto eloquente. Così come la guerra di numeri, di gradimento e di prestazioni, di emissioni, fra la nuova piccola tedesca e la Fiat New Panda, sta già scrivendo un nuovo capitolo sul rapporto fra l’auto e gli italiani. Un tempo, semmai, la rivalità fra il marchio VW sempre più forte in casa nostra, oltre che imperante in Europa, e i prodotti di Mamma Fiat, si sarebbe focalizzato sul confronto fra Golf e un’Alfa media, diciamo la Giulietta. O magari con la ennesima versione della Punto. Oggi, no. L’attenzione generale va su misure e dotazioni della Up e della Panda, ognuna delle due accusata di avere copiato dall’altra in fatto di stile, look, scelte tecniche e dotazioni. Come se fra congiuntura economica e centri cittadini ormai sbarrati alle ex-auto ‘vere’, se non altro per latitanza ormai drammatica di parcheggi, ogni italiano in procinto di cambiare vettura non potesse pensare ad altro che a una piccola.

Nasca così (anche così) una filosofia del tutto nuova del mondo a quattro ruote, in quasi tutte le sue possibili ricadute. Sempre più marchi automobilistici puntano la loro immagine non più su prestazioni e fascino della guida, valori centrali e immancabili fino a pochi, pochissimi anni fa. Per molte Case, ogni spot non può prescindere dalla ‘sostenibilità’ di un prodotto, che deve prima di tutto essere gentile con l’ambiente e con il traffico, ovvero più vicino possibile al concetto di ‘verde’. E poco importa se i dati comunicati per l’emissione di CO2, così come quelli relativi ai consumi di carburante, sono una realtà molto spesso tanto teorica e  ben poco pratica. Basta fare caso all’aspetto del rumore: quanto pubblicità oggi promettono vetture il cui rombo del motore (valore intrigante, un tempo) viene sostituito da un soffio di vento…

Di New Panda, Marchionne vuole venderne nei prossimi anni oltre sei milioni. Non esistono stime ufficiali da parte VW per la Up, ma di certo non vorranno restare indietro. Un’invasione di mercato che non basterà a fare contento il sindaco Renzi, che ha stabilito che nel centro storico della sua Firenze, dal 2016, i non-residenti entreranno al volante soltanto se spinto da un motore elettrico: di proprietà o di car sharing. Ma la tendenza è questa.

E del resto, sarà anche una valutazione superficiale, ma oggi il fascino dell’auto rombante e muscolosa, da guida divertente quando non addirittura veloce, non è più quello di una volta. Soprattutto per i giovani. Non è un caso se il confronto fra il 2000 e il 2011 vede le piccole monovolume (dati UNRAE, associazione Case auto straniere in Italia) protagoniste di un balzo dall’ 1 al 4,9% del parco circolante. Un salto record. Non è un caso che per un mercato dell’auto elettrica ancora del tutto insoddisfacente in quanto a effettiva disponibilità di modelli con prestazioni e autonomia almeno decenti, il cliente sta iniziando a scegliere le piccole microcar spinte da un propulsorino a batterie. Si tratta quasi sempre di piccole due posti da 60 chilometri all’ora di velocità massima, quando va bene. Ma per due passeggeri (e magari anche per le borse della spesa) bastano. E possono entrare e parcheggiare dappertutto, garantendo spesso quella trentina di km a ricarica che consentono una giornata media di movimento in città. E con un vantaggio non indifferente: costano quanto uno scooter di un certo livello, e i costi di esercizio tendono allo zero.
  

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