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Asta Bot e Fca, Mediaset e Telecom sotto i riflettori della Borsa

L’asta dei Bot a sei mesi di stamattina sarà il primo test sulla stabilità della Borsa a una settimana dalle elezioni – In arrivo i conti di Pirelli e Luxottica – Focus a Piazza Affari sugli effetti della lite tra Mediaset e Telecom Italia e sull’addio di Fca alle auto diesel – Wall Street aspetta l’esordio di Powell.

L’attesa, per la verità non spasmodica, sta per finire. I mercati finanziari, a partire da Piazza Affari, si preparano al test delle elezioni italiane di domenica che, tra l’altro, cadranno in contemporanea con il referendum dei socialdemocratici tedeschi, l’ultimo scoglio per la conferma di Angela Merkel.

Nell’ultima settimana, dopo una lunga fase di apatia, si é cominciato a sentire il clima della vigilia: lo spread tra Btp e Bund è salito ai massimi da un mese, attorno a quota 140 (contro un minimo attorno ai 120 di inizio febbraio). La Borsa, la migliore dell’Eurozona dall’inizio del 2018, è arretrata nell’ultima settimana dello 0,5%, contro il guadagno di mezzo punto dell’indice Eurostoxx 50.

In questa chiave assumono un sapore particolare le aste di fine mese del Tesoro: stamane è in programma l’offerta di 6 miliardi di Bot a sei mesi a fronte di un identico quantitativo in scadenza. Domani toccherà ai titoli a medio-lungo termine: 3-4 miliardi nel nuovo Btp a 5 anni, 1,75 miliardi del decennale e 1,25-1,75 in Ccteu. Si tratterà di un esame impegnativo, anche per la concomitanza con l’offerta di carta spagnola. Alla vigilia dell’apertura delle urne arriverà un altro appuntamento macro assai atteso: la crescita del Pil italiano nel 2017, prevista a +1,4% in aumento rispetto al +1,3% contenuto nella nota di accompagnamento del Def dello scorso settembre.

Dall’Istat arriveranno in settimana altri dati utili a fotografare la congiuntura italiana prima del voto: sono in arrivo infatti i numeri sulla disoccupazione ed il mercato del lavoro, nonché l’ultimo bollettino sull’inflazione.

Non meno importanti giovedì i dati “freschi” sull’andamento dell’attività manifatturiera in Italia e nelle altre principali economie dell’Eurozona, segnalati dall’indice Ihs Markit che, dopo una lunga serie di record, ha avvertito una prima frenata.

OGGI IN CALENDARIO PIRELLI E LUXOTTICA

Ancora più ricca l’agenza di Piazza Affari. Il calendario prevede oggi l’appuntamento con i conti di Pirelli, Luxottica e Moncler. Appuntamenti anche con le trimestrali di Cerved, Autostrade Meridionali e Sogefi. Si proseguirà domani con Prysmian. Giovedì toccherà ad A2A, venerdì ad Atlantia.

MEDIASET-VIVENDI, LA PAROLA AL TRIBUNALE

Al centro delle attenzioni oggi Mediaset e Telecom Italia. I legali della società del gruppo Berlusconi dovrebbero, salvo sorprese clamorose, confermare alla Camera Arbitrale di Milano il fallimento del tentativo di accordo con Vivendi. Di qui la scontata ripresa domani del processo civile intentato contro la società del gruppo Bolloré per chiedere l’esecuzione del contratto di vendita di Premium e la compensazione dei danni causati dal dietrofront francese.

Sul fronte di Telecom Italia, il mercato prenderà atto della complicata cessione di Persidera: il cda presieduto da Amos Genish ha accettato l’offerta avanzata da Raiway e F2i, ma si è riservato l’opzione di esaminare l’offerta giunta in extremis dal fondo I Squared.

FCA DICE BASTA AL DIESEL. ASSE TRA BERLINO E PECHINO

Fiat Chrysler cesserà di produrre autovetture diesel entro il 2022. La decisione, che potrebbe essere ufficializzata con il nuovo piano industriale in uscita il 1° giugno è motivata, spiega il Financial Times (che ha anticipato la notizia) sia dalla discesa della domanda, specie sul mercato Usa, che, soprattutto, dalla prospettiva dei costi crescenti per adeguare i motori agli standard richiesti dalle nuove norme sulle emissioni.

Fca, che continuerà a produrre diesel per i veicoli commerciali, segue così la strada inaugurata da Toyota e seguita ormai da un numero crescente di produttori. A confermare l’accelerazione dei cambiamenti imposti dal mix tecnologia/nuove regole, negli ultimi giorni è stato l’ingresso della cinese Geely (già proprietaria di Volvo) nel capitale di Daimler, di cui è oggi la seconda azionista, dopo un investimento di oltre 9 miliardi di euro. L’obiettivo è di unire gli sforzi per sostenere i massicci investimenti per rispondere alle richieste di Pechino di accelerare il passaggio di massa ai veicoli elettrici.

La scelta degli accordi tra i Big, già prevista e caldeggiata da Sergio Marchionne, è ormai concreta. Peccato che l’ ”americana” Fca non possa battere, per lo scontato veto di Washington, la strada dell’alleanza con i cinesi. Ma tra pochi giorni, il 6 marzo, il Ceo del gruppo svelerà almeno in parte la strategia.

Nell’attesa, giovedì usciranno i dati sulle immatricolazioni di febbraio in Italia ed in Stati Uniti.

In chiave Ue da seguire oggi Mario Draghi impegnato in commissione al Parlamento europeo. Oggi, intanto, si terrà l’atteso seminario della Bce sulle monete virtuali, Bitcoin in testa.

POWELL AL DEBUTTO, OCCHIO ALL’INFLAZIONE

Ma l’attenzione sul fronte delle banche centrali è tutta per l’esordio di Jerome Powell. Il neo presidente della Fed testimonierà mercoledì per la prima volta davanti alle commissioni della Camera e del Senato. I mercati si aspettano che Powell, pur ribadendo lo scontato prossimo rialzo del costo del denaro, offra una chiave di interpretazione della filosofia di gestione della banca centrale dopo l’uscita di Janet Yellen: in discussione, oltre alle scelte sui tassi, anche l’atteggiamento nei confronti del sistema bancario. A favorire il debutto del presidente dovrebbe contribuire una minor agitazione del mercato obbligazionario: nelle prossime due settimane non sono previste grosse aste di T-Bond.

Da seguire sul fronte macro alcuni dati chiave per confermare lo stato di salute, per ora ottimo, dell’economi americana. Usciranno i numeri sull’andamento del mercato immobiliare e della fiducia dei consumatori. Mercoledì sarà annunciata la seconda lettura del Pil Usa per l’intero 2017. Ma il dato più atteso riguarda il livello dell’inflazione “core”, previsto in ascesa dello 0,3% (contro +0,2% precedente), un ulteriore tassello nella prospettiva di un aumento dei tassi.

BUFFETT: CHE FARÀ DEI 29 MILIARDI RISPARMIATI COL FISCO?

Intanto Wall Street si interroga sulle mosse di Warren Buffett: la riforma fiscale ha permesso a Berkshire Hathaway di accumulare altri 29 miliardi di dollari cash che il “saggio di Omaha” dovrà investire, cosa non facile visti i livelli raggiunti dai listini.

Va intanto verso la conclusione la campagna delle trimestrali. Tra le 31 società dello S&P500 che daranno i numeri in settimana spiccano Macy’s ed altri gruppi del commercio tradizionale. Curiosità per i numeri di Sotheby’s dopo una stagione eccezionale per le aste.

Sotto la lente anche Boeig: il giornale brasiliano O globo scrive che il colosso Usa avrà in 51% della jv in cui saranno conferite le attività di Embraer.

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