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Agricoltura, la carica dei 30 mila giovani

La Coldiretti parla di “ritorno epocale” e segnala il boom di domande per i Piani di sviluppo rurale dell’Unione europea. Moncalvo: “Non accadeva dalla rivoluzione industriale”. Ecco le dieci regole per diventare agricoltori con l’aiuto dell’associazione

Agricoltura, la carica dei 30 mila giovani

Con un ritorno epocale, che non avveniva dalla rivoluzione industriale, è corsa alla terra per quasi 30 mila giovani che nel 2016/2017 hanno presentato in Italia domanda per l’insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale (Psr) dell’Unione Europea, con ben il 61% concentrato al sud e nelle isole e il 19% al centro e il resto al nord. Sono queste le parole che utilizza la Coldiretti per illustrare i risultati dello studio “Ritorno alla Terra” presentato al primo “Open Day dell’agricoltura” a Bari. Un record a cui ne corrisponde un altro, quello degli iscritti ad Agraria in aumento del 36% negli ultimi cinque anni in base ai dati Miur elebaorati dall’associazione dei coltivatori diretti.

“E’ in atto un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per giovani generazioni istruite e con voglia di fare tanto”. Lo dimostra il fatto che – ha precisato Moncalvo – le domande ad oggi presentate già superano di circa il 44% il totale degli insediamenti previsti per l’intera programmazione fino 2020 secondo l’analisi della Coldiretti sui dati regionali.

Secondo un recente sondaggio Coldiretti/Ixè, nel 57 per cento dei casi oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18 per cento) o fare l’impiegato in banca (18 per cento). Per sostenere gli aspiranti colleghi imprenditori, i giovani della Coldiretti hanno costituito anche una speciale task force che opera a livello territoriale con tutor, corsi di formazione e consigli per accesso al credito. Un percorso in 10 mosse per avere successo nei campi: il primo passo è avere un’idea d‘impresa ben chiara sulla tipologia di imprenditore che si intende diventare intorno alla quale costruire un progetto di sviluppo, poi bisogna studiare bene territorio, risorse disponibili, mercato, concorrenti e normative vigenti, quindi si entra nella fase della progettazione vera e propria con la verifica della fattibilità redigendo con l’aiuto di adeguati specialisti un business plan in grado di conferire credibilità al progetto e consentire la richiesta di finanziamento che rappresenta la quinta tappa del percorso insieme alle verifica successiva della possibilità di accesso a risorse private o pubbliche, una volta individuato l’istituto di credito al quale appoggiarsi o il bando pubblico al quale concorrere. Le ultime fasi sono la ricerca delle garanzie necessarie alla concessione dei finanziamenti anche con la consulenza e la collaborazione di CreditAgri, il sistema di garanzia della Coldiretti per le aziende agricole. Il traguardo, che diventa poi il punto di partenza dell’impresa, è la realizzazione del progetto per la quale servono energia, entusiasmo e concentrazione, oltre a una certa dose di pazienza per l’inevitabile burocrazia che agli imprenditori agricoli – spiega Coldiretti – sottrae almeno 100 giorni di lavoro ogni anno.

Ma fra gli ostacoli maggiori da superare c’è anche il costo elevato della terra visto che – spiega un’analisi Coldiretti su dati Eurostat – quella arabile in Italia è la più cara d’Europa con un prezzo medio di 40.153 euro all’ettaro: si va dai 17.571 euro della Sardegna ai 30.830 euro della Puglia, dai 40.570 euro del Lazio ai 42.656 della Toscana, dai 65.759 della Lombardia ai 68.369 del Veneto fino al record europeo della Liguria con 108mila euro all’ettaro.

Terreni agricoli per un valore di 9,9 miliardi in Italia sono in mano alle amministrazioni pubbliche che hanno addirittura incrementato il valore di queste attività del 31% negli ultimi quindici anni secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat.  L’affidamento di questi terreni ai giovani agricoltori – propone la Coldiretti – toglierebbe alla Pubblica amministrazione il compito improprio di coltivare la terra, ma soprattutto avrebbe il vantaggio di facilitare l’accesso ai giovani per i quali la mancanza di disponibilità di terreni da coltivare rappresenta il principale ostacolo all’accesso al settore.

 LE DIECI REGOLE D’ORO DI COLDIRETTI PER IL SUCCESSO NEI CAMPI

1)    Avere un’idea chiara di quello che si vuole fare

2)    Studiare territorio, mercati e normative

3)    Progettare un business plan

4)    Disegnare una mappa delle fonti di finanziamento

5)    Individuare la banca o il bando pubblico a cui rivolgersi

6)    Verificare le possibilità di accesso alle risorse

7)    Cercare con CreditAgri le garanzie per il finanziamento

8)    Presentare il progetto per accedere al credito bancario

9)    Presentare il progetto per accedere ai fondi pubblici

10)  Realizzare il progetto

 

LA MAPPA DELLA CORSA DEI GIOVANI ALLA TERRA

REGIONI

DOMANDE PRESENTATE

ABRUZZO

1.088

BASILICATA

1.546

CALABRIA

2.110

CAMPANIA

586

EMILIA ROMAGNA

824

FRIULI-VENEZIA GIULIA

172

LAZIO

1.218

LIGURIA

445

LOMBARDIA

794

MARCHE

544

MOLISE

385

P.A TRENTO

352

PIEMONTE

1.807

PUGLIA

4.540

SARDEGNA

2.707

SICILIA

4.700

TOSCANA

2.763

UMBRIA

877

VALLE D’AOSTA

39

VENETO

1.327

TOTALE NAZIONALE

28.824

Fonte: Elaborazione Coldiretti al 1 aprile 2018

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