Condividi

Acqua: la disponibilità può ridursi dal 40 al 90 per cento. La Conferenza sul clima lancia 10 proposte

La 4a Conferenza nazionale sul clima affronta i temi principali dei cambiamenti sull’Italia. Il disastro dell’acqua e il Piano clima inesistente: il ministro Pichetto Fratin ha presentato solo una bozza.

Acqua: la disponibilità può ridursi dal 40 al 90 per cento. La Conferenza sul clima lancia 10 proposte

“Anormalità climatica permanente” è sicuramente la definizione più adatta a ciò che si verifica in Italia da qualche anno in qua. L’espressione è stata usata da Andrea Barbabella, Responsabile scientifico di Italy for Climate alla 4 conferenza nazionale sul clima di Roma. Gli stravolgimenti climatici hanno modificato in primo luogo il ciclo dell’acqua con l’aumento di frequenza e intensità di eventi climatici. L’alluvione dell’Emilia Romagna è stato solo l’ultimo in ordine di tempo a farci piangere vittime innocenti. Nel 2022, infatti, sono stati contati più di 2mila episodi catastrofici severi. Il tempo per agire ormai scorre veloce mentre il governo é fermo ancora alle bozze di un indispensabile Piano clima, già in ritardo di anni. La conferenza è stata organizzata da Italy For Climate, patrocinata dal Ministero dell’Ambiente, dalla Commissione Europea e da Rai per la Sostenibilità. Occasione per esperti, rappresentanti delle imprese e delle istituzioni per cercare di superare in avanti le calamità che ci minacciano. Il “Dossier Troppa o troppo poca ? L’acqua in Italia ” è stato il testo su cui si è sviluppato il confronto.

Italia, il Paese europeo più a rischio

Ancora una volta è stato ricordato che “l’Italia é al centro dell’hot spot climatico del bacino Mediterraneo. É un Paese più a rischio di altri, con aumento di temperatura di quasi 3 °C rispetto al periodo pre-industriale”. Inoltre, 12 milioni di persone continuano a vivere in aree soggette ad alluvioni e purtroppo gli investimenti per la messa in sicurezza sono sempre insufficienti. “Come collettività dobbiamo comprendere con urgenza il nesso tra la crisi climatica e i rischi di un ciclo idrico sempre più sotto stress, mettendo in campo interventi straordinari di mitigazione e adattamento”, ha detto Barbabella. Nel terzo paese per disponibilità di acqua si vivono stress idrici dovuti ad una moltitudine di fattori. Come ridurli ? “Per  ridurre l’impatto di alluvioni e siccità è necessario contribuire a rallentare il riscaldamento globale che le alimenta tagliando le emissioni di gas serra, aggiornare e rendere operative misure di adattamento”, é il pensiero di Edo Ronchi, Presidente dell’Associazione per lo sviluppo sostenibile.

Partendo da un quadro che si aggrava di anno in anno sono state presentate dieci proposte. Dalle misure di mitigazione e di adattamento ad un taglio delle emissioni del 58% al 2030, al rinnovo delle infrastrutture idriche che perdono il 42% dell’acqua, fino ai piani di gestione del rischio alluvioni ed al ruolo delle città nel contrastare i fenomeni ambientali. Ma non è ciò che deve stare dentro il Piano energia e clima? Si, anche se in quello inviato alla Commissione Ue il 30 giugno “non c’è nulla di definitivo”, ha detto il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin il giorno prima dell’assise di Italy for Climate. Il documento finale sarà inviato nei prossimi giorni, ma già la bozza è diventata un caso.

Il Piano clima é in bozza e inadeguato

“Dopo i disastri climatici sul territorio nazionale degli ultimi anni, ci saremmo aspettati un piano coraggioso con obiettivi ambiziosi ma a portata di mano per l’Italia, per combattere l’emergenza climatica e per rendere velocemente indipendente dall’estero il nostro Paese” ha detto Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente. La Commissione darà il proprio via libera a giugno 2024, mentre il Pnrr contiene investimenti per oltre 70 miliardi di euro. Bisogna essere capaci di conciliare almeno i tempi delle opere proposte. La bozza di nuovo Pniec inviata a Bruxelles è poco ambiziosa, é stato ribadito nella conferenza. Non solo per l’idrico, la cui disponibilità potrebbe arrivare a ridursi in breve tempo del 40%, con punte del 90% in alcune aree del Meridione. Per l’energia si punta ad un taglio del 45% delle emissioni di gas serra al 2030 (rispetto ad una media europea del 55%), lasciando un altro 45% (per arrivare al 90%) ai successivi 20 anni. La destra di governo sottovaluta “le potenzialità di crescita delle rinnovabili elettriche, della penetrazione elettrica, dell’efficienza energetica degli edifici e di una mobilità più elettrica e con meno auto».

La connessione acqua, ambiente, ricavi, ha evidenza nell’agricoltura: altro settore in sofferenza. Secondo Coldiretti il clima nel 2022 ha provocato danni economici per circa 6 miliardi di euro. L’alluvione in Emilia Romagna é costata, poi, altri 8 miliardi. Bisogna adattarsi ai cambiamenti climatici aveva spiegato a maggio in un’intervista a FIRST il climatologo Antonello Pasini. Vero: il cambiamento del ciclo idrico determinato dal riscaldamento globale impone la necessità di adattarci ad un nuovo contesto, scrive Italy for Climate. Al tempo stesso è necessario agire subito con politiche efficaci di mitigazione per frenare il riscaldamento, altrimenti adattarsi non sarà più possibile. Chi non vuole restare imbrigliato nei documenti tra Roma e Bruxelles ha una Roadmap preparata da Asvis e Italy for Climate “con obiettivi e target sfidanti al 2030 e al 2045 e specifiche strategie settoriali”. Purtroppo solo quando gli eventi ci colpiscono da vicino si ricorre a piani straordinari, Commissari, cabine di regia, decreti-emergenza in una lista tragicomica di soluzioni che restano in vita fino al prossimo (malaugurato) evento. Ricordiamo che la tutela dell’ambiente come optional politico non ha mai avuto fortuna. Soprattutto perché ne va della vita delle persone.

Commenta