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Accadde Oggi – 27 marzo 1985: l’economista Ezio Tarantelli viene assassinato alla Sapienza dalle Brigate Rosse

39 anni fa, al termine di una lezione alla facoltà di economia, veniva ucciso a colpi di mitraglietta l’economista Ezio Tarantelli. La sua colpa era quella di aver partecipato agli accordi sul taglio degli scatti di scala mobile

Accadde Oggi – 27 marzo 1985: l’economista Ezio Tarantelli viene assassinato alla Sapienza dalle Brigate Rosse

Il 27 marzo del 1985, Ezio Tarantelli, rinomato e raffinato economista italiano, fu assassinato dalle Brigate Rosse a Roma, poco dopo aver tenuto una lezione all’Università “La Sapienza”. Era professore di Economia politica presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’università. L’omicidio ebbe luogo mentre Tarantelli si stava dirigendo verso la sua auto, parcheggiata vicino alla facoltà. In quel momento, due individui si avvicinarono al professore e lo uccisero a colpi di mitraglietta.

Gli assurdi motivi dell’attentato a Tarantelli

Le Brigate Rosse per la costruzione del Partito comunista combattente (BR-PCC) rivendicarono l’omicidio con un documento di settanta pagine lasciato sulla sua auto in cui lo attaccarono per il suo ruolo di consulente CISL nell’accordo sul taglio degli scatti di scala mobile e nella riforma strutturale del mercato del lavoro. Tarantelli proponeva che i salari fossero determinati preventivamente in un dialogo tra governo e sindacati, anziché essere indicizzati alla crescita dei prezzi al consumo, sostenendo che questo avrebbe contribuito a ridurre l’inflazione.

A causa di questo le Brigate Rosse avevano avviato un’inchiesta interna sulle attività e i movimenti di Tarantelli già un anno prima dell’omicidio. Il suo nome era stato inserito in un elenco trovato in uno dei nascondigli dell’organizzazione criminale. Nonostante quindi fosse finito nel mirino delle Br a Tarantelli fu assegnata nessuna scorta.

I colpevoli dell’omicidio Tarantelli

I processi hanno confermato che l‘omicidio di Ezio Tarantelli è stato organizzato e perpetrato da membri delle Brigate Rosse. Antonino Fosso è stato condannato all’ergastolo (dopo essere stato assolto in primo grado), mentre un altro partecipante è rimasto tuttora anonimo. Barbara Balzerani, capo della colonna romana delle BR coinvolta nell’operazione, è stata condannata a due anni di carcere per apologia di reato.

La mitraglietta Skorpion utilizzata nell’omicidio è stata successivamente ritrovata in un nascondiglio delle Brigate Rosse a Milano nel 1988. Gli esami balistici hanno rivelato che la stessa arma è stata utilizzata in altri omicidi, tra cui quelli dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti, del senatore democristiano Roberto Ruffilli e dei militanti missini Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta nella Strage di Acca Larentia del 1978.

Ezio Tarantelli: la carriera

Ezio Tarantelli nasce a Roma il 11 agosto 1941. Nel 1965 si laurea presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, sotto la guida di Federico Caffè, uno dei principali diffusori della dottrina keynesiana in Italia. Tarantelli continuò i suoi studi frequentando corsi avanzati di economia e metodi quantitativi presso l’Università di Cambridge nel Regno Unito e il MIT negli Stati Uniti, dove ebbe modo di studiare con importanti economisti come Robert Solow e Franco Modigliani, con il quale intraprese una collaborazione scientifica prolifica.

Nel 1966 iniziò la sua carriera come funzionario presso il servizio studi della Banca d’Italia, collaborando con Carlo Azeglio Ciampi e arrivando a dirigere il dipartimento dal 1970 al 1973. In seguito, insegnò economia del lavoro presso l’Università Cattolica di Milano e ricoprì diverse posizioni accademiche presso varie università italiane, diventando professore ordinario di Economia Politica all’Università “La Sapienza” di Roma.

Tarantelli fu anche attivo all’estero, tenendo corsi al MIT, all’Università della California e all’Istituto Universitario Europeo di Firenze. Nel 1981 fondò l’Istituto di Studi ed Economia del Lavoro, associato alla Cisl, diventandone presidente e lavorando a stretto contatto con Pierre Carniti, allora Segretario Generale della CISL. Dal 1981 al 1983 fu anche coinvolto nella redazione della rivista Laboratorio Politico.

Ezio Tarantelli: le opere

Ezio Tarantelli è stato autore di numerose opere, tra cui “Curva di Phillips, sottosviluppo e disoccupazione strutturale” del 1972, scritto insieme a F. Modigliani, e “Studi di Economia del Lavoro” del 1974. Ha anche co-scritto “Mercato del Lavoro, distribuzione del reddito e consumi privati” nel 1975 con F. Modigliani e “Salario e crisi economica: dalla ricetta Modigliani al dopo-elezioni” nel 1976 con N. Andreatta.

Altre opere importanti includono “Economia politica del lavoro” del 1978 e del 1986, e i suoi scritti principali sono raccolti nei saggi “L’utopia dei deboli è la paura dei forti” del 1988 e “La forza delle idee” del 1995.

L’eredità di Tarantelli

A Ezio Tarantelli sono stati dedicati diversi riconoscimenti postumi. L’aula magna della Facoltà di Economia dell’Università “La Sapienza”, una casa dello studente a Roma e la biblioteca della Facoltà di Economia dell’Università della Calabria portano il suo nome. Un monumento circolare nel cortile della Facoltà di Economia ricorda il luogo del suo assassinio. Inoltre, un piazzale nel XI municipio di Roma lungo via Ostiense è stato intitolato a lui.

Il figlio Luca, che aveva solo tredici anni quando il padre fu ucciso, si è impegnato attivamente nella ricostruzione della figura sia privata che pubblica di suo padre. Ha prodotto un documentario e un libro dedicati a lui, sviluppando un’originale tecnica storiografica per preservare la memoria, che ha trovato riscontro anche in altri figli di vittime del terrorismo come Mario Calabresi e Benedetta Tobagi.

Ad inizio degli anni novanta è stata istituita anche la Fondazione Tarantelli per commemorare Ezio Tarantelli e per promuovere lo sviluppo del rapporto tra teoria economica, il ruolo macroeconomico del sindacato e l’inclusione sociale.

Tarantelli aveva la sollecitazione civile e morale e insieme la capacità di esprimere idee su cui fondare l’azione…non era un uomo incline ad alzare steccati ma era l’inesausto delineatore di sforzi di comprensione cui perseverava senza stanchezza e con ferma tenacia” (Federico Caffè).

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