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Women’s Forum Roma 2017: donne alla carica su clima e inclusione

La riunione di Roma ha richiamato 200 leaders da tutto il mondo. Oggi seconda e conclusiva giornata. Raccolta di firme per sostenere gli Accordi di Parigi. Padoan: “Su sicurezza, immigrazione, occupazione servono risposte chiare”. Nella manovra d’autunno più spazio per l’inclusione e non solo crescita Pil. Il ruolo dell’Europa.

Women’s Forum Roma 2017: donne alla carica su clima e inclusione

Clima e accordo di Parigi, rilancio dell’Europa, pace e sicurezza: le donne leader – 200 arrivate da tutto il mondo – riusciranno a fare meglio dei loro colleghi uomini? La sfida del Women’s Forum Roma 2017, che è stato anche presentato come la Davos delle donne, è tutta qui e non è una sfida di poco conto. Ma visto come Clara Gaymard e Chiara Corazza, rispettivamente presidente operativo e direttore generale dell’organizzazione, sono riuscite ad attrarre a Roma, il 26 e 27 giugno, i big della politica (tra gli altri, la presidente dell’Estonia Marie Luise Coleiro Preca, il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani) o dell’impresa (Carlo d’Asaro Biondo per Google, Monica Maggioni per la Rai) e delle istituzioni (Giovanna Melandri presidente Maxxi e Human Foundation, Federico Testa presidente Enea, Valeria Termini commissaria Autorità Eneriga) oltre ad ospiti come il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e l’Ad di Edison Marc Benayoun, c’è da credere che il Women’s Forum continuerà a far parlare di sé. Intanto, ha lanciato una raccolta per migliaia di firme a sostegno degli Accordi di Parigi nella quale coinvolgere leaders e personalità, a cominciare dal presidente francese Emmanuel Macron.

Padoan ha chiuso la prima giornata di lavori dicendo parole chiare: sicurezza, crescita, occupazione, immigrazione sono temi a cui è necessario dare risposte. “Se non vengono affrontati – ha detto il ministro in chiusura della prima giornata del Forum – porteranno a scenari populisti o a risposte avverse”. E le politiche europee possono fornire oggi “una risposta migliore ai populismi che sono ancora vivi e forti”. Come dimostra l’elezione di Emmanuel Macron “è possibile vincere il populismo con un messaggio europeo”. Questione, anche, di politiche economiche. Oggi – ha osservato il ministro – “abbiamo solo il metro della crescita del Pil per misurare lo sviluppo. A mio avviso – ed è opinione ampiamente condivisa nel G7 e G20 – è venuto il momento di considerare che la crescita non debba essere solo robusta ma anche inclusiva: nessuno va lasciato indietro. E l’inclusione per definizione prevede politiche di genere. E’ quindi importante rimuovere una serie di ostacoli tra i quali spicca la disuguaglianza di genere”. Vediamo allora se e come si cercherà di rendere inclusiva la manovra finanziaria del prossimo autunno.

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