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Venezia non entra nel patrimonio Unesco a rischio. Davvero la città non corre pericoli ?

Al governo non fa piacere che la città sia degna del riconoscimento mondiale. Il Ministro Sangiuliano si contraddice

Venezia non entra nel patrimonio Unesco a rischio. Davvero la città non corre pericoli  ?

L’Italia è il Paese con il maggior numero di siti iscritti nella lista dell’Unesco. Per ora la lista non comprenderà Venezia come luogo a rischio. Il Comitato del Patrimonio Mondiale riunito a Riad ha deciso di non iscrivere “Venezia e la sua laguna” perché il sito non è in pericolo. La qualità urbana è ritenuta in miglioramento e la recente decisione di istituire un contributo di accesso di 5 euro dal prossimo anno è vista come un passo avanti per gestire turismo e attività economiche. La città è, comunque, da tutelare e la soddisfazione del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per il mancato inserimento nella lista è strabiliante. Sangiuliano ha attribuito il merito della decisione unicamente alla politica. Dello schieramento di governo, ovviamente. 

A Venezia c’è un Comitato di Pilotaggio composto da rappresentanti del governo e di istituzioni locali. È stato questo Comitato, secondo Sangiuliano, a fermare “un’indebita manovra puramente politica e priva di un ancoraggio su dati oggettivi”. Ma “l’Unesco – ha poi aggiunto – ha rilevato che il sito deve affrontare importanti sfide legate alla complessità del suo ecosistema”. Niente lista in pericolo ma tutto da salvare, in poche parole. Evidentemente l’imbarazzo non è di casa tra i ministri soprattutto quando si sostengono tesi così contraddittorie. Dove stanno i rischi ? L’ambiente nel bacino non soffre di nessun male? A Marghera, a San Marco a Rialto e dintorni, aria profumata e salubre? Siamo pur sempre nel Nord Italia, che tutti gli studi epidemiologici classificano tra le aree più inquinate d’Europa.

Una strana idea di Patrimonio dell’Umanità

La città di Venezia perde abitanti, nelle calli ci sono decine di negozi vuoti, il mercato immobiliare è a livelli altissimi, chi può va a vivere in terra ferma. Il Mose per bloccare l’acqua alta è stato utile, ma non ha risolto tutto. Il Canal Grande è una via obbligata per tutto ciò che riguarda la vita cittadina e il via vai di natanti di ogni specie spesso è insopportabile. I grandi eventi culturali – cinema, arte, mostre – attirano, ma il sindaco Luigi Brugnaro difende chi prende 700 euro dagli studenti per un posto letto. La destra deve avere una strana idea di patrimonio a rischio da tutelare, aumentando in particolare la qualità urbana. I veneziani non ci stanno ad andare sotto tutela per cose inesistenti. Tutti amiamo Venezia e la laguna unica al mondo. La realtà ambientale di oggi è un rischio pari all’eventuale “timbro” Onu, per ora negato. È d’obbligo fare gli scongiuri.

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