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Uzbekistan: sono qui le maggiori opportunità del Made in Italy nel cuore dell’Asia

A trainare il Made in Italy (+21,7%) in Uzbekistan è la meccanica strumentale, in continua crescita (+31,8%). Ottime le performance di chimica e farmaceutica (+84,6%) e alimentari (oltre il +100%)

Uzbekistan: sono qui le maggiori opportunità del Made in Italy nel cuore dell’Asia

Un recente studio di Sace sottolinea come l’Uzbekistan stia assumendo un ruolo di primo piano nello sviluppo regionale. Alcuni esempi sono la decisione di ricollegare le reti energetiche e di trasporto transfrontaliere con l’Afghanistan, sminare diverse aree di confine e attenuare le dispute decennali sui prelievi idrici con il Tagikistan, riconoscere la sovranità territoriale dell’Azerbaijan.

In effetti, sulla base del principio “dal grande passato al grande futuro”, nel paese si sta svolgendo un sempre più intenso lavoro per accrescere lo sviluppo economico e sociale. A questo proposito, l’Uzbekistan ha ospitato dal 24 al 26 marzo il primo Tashkent International Investment Forum.

Al forum hanno partecipato 1.500 grandi investitori internazionali provenienti da 56 paesi. Il forum ha ospitato oltre 40 eventi e 200 proposte di investimento nei settori di energia, telecomunicazioni, sanità, finanza, trasporti e agricoltura. Allo stesso tempo sono stati presentati i programmi nazionali per liberalizzazioni, lo sviluppo del settore privato e il rafforzamento degli investimenti diretti esteri.

La riscossa dell’Uzbekistan

La situazione politica interna è stabile. È in atto un ambizioso piano di riforme che privilegia il miglioramento del business climate, compresa una maggiore protezione dei diritti degli investitori esteri, con l’obiettivo di rafforzare l’economia di mercato. Allo stesso tempo è stata introdotta la tutela di lavoratrici e maternità, educazione e proprietà privata, così come l’abolizione della pena di morte.

Nel 2020 l’Uzbekistan è stato tra i pochi mercati al mondo a espandersi con una crescita nel biennio 2021-22 del 7,4% e 5,7% rispettivamente, mentre le previsioni per il 2023 sono di +5,3%. L’economia – i cui principali attori economici sono grandi gruppi industriali in larga parte partecipati dallo Stato – è fortemente estrattiva: l’80% della produzione è generata dal settore minerario. Il Paese è il secondo produttore dell’area ex-Urss di oro (8° al mondo) e uranio (5° al mondo), il terzo per gas naturale e rame.

Gas e carenza idrica: le grandi fragilità

Persistono tuttavia alcune fragilità. Con riferimento al gas naturale, Tashkent gode di ampie riserve ma non di facile estrazione. L’Uzbekistan è il mercato più popoloso dell’Asia centrale, anche grazie a una forte migrazione dai Paesi limitrofi. Ecco allora che la crescita demografica e lo sviluppo economico in atto stanno accrescendo la domanda di energia a fronte di un’offerta stagnante. Di conseguenza, nella stagione invernale si osservano episodi di tagli e reindirizzamento. Il governo ha deciso di vietare l’export energetico verso Paesi terzi e in tal senso sta cercando di diversificare gli approvvigionamenti.

Il secondo campo di intervento è la carenza idrica: il 90% dell’acqua serve per scopi agricoli, ma Tashkent dipende da flussi d’acqua provenienti da Tagikistan e Afghanistan, che però mirano a costruire dighe o deviare i corsi per esigenze interne. Il ministero per le risorse idriche stima in 7 miliardi di metri cubi l’ammanco di acqua per il 2030 nel Paese e che serviranno 19 miliardi di dollari per finanziare tutti gli interventi necessari. Una strategia per attrarre capitali e aumentare produzione, produttività e crescita è allora quella di ridurre la presenza dello stato nell’economia.

Opportunità per l’export italiano

Ammontano a quasi 428 milioni di euro i beni italiani esportati in Uzbekistan nel 2022, mentre le importazioni si attestano a 107,5 milioni. A trainare il Made in Italy, cresciuto del 21,7% nel primo semestre 2023, è la meccanica strumentale, che rappresenta circa la metà delle vendite nel Paese, in continua crescita (+31,8%). Da segnalare le performance di chimica e farmaceutica (+84,6%) e alimentari (oltre il +100%).

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