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Unipol vola in Borsa nonostante il downgrade di S&P

Iniezione di fiducia nei confronti della compagnia di assicurazioni bolognese grazie ai buoni risultati semestrali, con utili raddoppiati, e all’impegno dell’ad Cimbri al lavoro per rendere operativo entro gennaio il mega gruppo Unipol-Fonsai.

Unipol vola in Borsa nonostante il downgrade di S&P

Il titolo Unipol sale del 2,81% all’indomani dei buoni risultati semestrali e nonostante la scure puntuale di S&P. Già perché per l’agenzia di rating Usa il salvataggio Fonsai zavorra Bologna. E nonostante l’utile raddoppiato (+112% a 121 milioni) la holding Unipol gruppo finanziario cade a BB+ da BBB- e la società operativa Unipol Assicurazioni a BBB da BBB+ “riflettendo l’impatto negativo sul profilo di rischio dell’investimento in Fonsai”, spiega S&P. Con credit watch negativo per giunta. L’ad di Unipol Cimbri ha dichiarato di non condividere la decisione di S&P e le valutazioni effettuate: “Non rappresentano correttamente la situazione economico, finanziaria, patrimoniale ed industriale di Unipol”.

Se Unipol scende, sale invece Fonsai che guadagna una B+ da B spinta dall’aumento di capitale che porta il gruppo a “una adeguatezza patrimoniale”. Il giudizio di S&P arriva proprio mentre Cimbri si è messo al lavoro sul mega gruppo che, assicura, diventerà operativo da gennaio. “Unipol ha già avviato  le fasi che porteranno nei prossimi mesi all’integrazione con Fonsai, lavorando fianco a fianco con i manager delle nuove compagnie del gruppo per realizzare le importanti sinergie potenziali alla base della creazione di valore per gli azionisti”. E i conti del semestre di Unipol presentati ieri mettono in evidenza un miglioramento della redditività pur a fronte di un contesto di mercato difficile sul fronte della raccolta. Sono calati i premi diretti vita del 20,4%  a 1.074 milioni a fronte di un mercato che nelle rilevazioni Isvap del primo trimestre era in calo comunque del 21%, ha tenuto anche se in flessione il ramo danni con la raccolta a -2,3% a 2.146 milioni. Il comparto Rc auto scende del 2,5%, il non auto del 2,1%. Ma migliora il combined ratio che scende a 95,5%. E anche la solvibilità che sale a 1,6 volte i requisiti regolamentari rispetto 1,4 volte di fine dicembre. In evidenza nei conti semestrali i costi per la travagliata operazione che ha portato al matrimonio con Fonsai: 11 milioni di euro in consulenti, legali, e advisor finanziari.

Già perché le trattative sono state lunghe ed estenuanti e ora che gli aumenti di capitale sono partiti e che dal 20 luglio le compagnie sono a tutti gli effetti un gruppo unico, Cimbri tira dritto per portare l’integrazione in porto senza ulteriori intoppi. Ma sulla sua strada le turbolenze non sono finite. C’è da risolvere al meglio al questione del forte inoptato, circa 800 milioni di euro: l’asta è slittata a fine agosto e dopo l’ingresso fuori aumento di Blackrock e Norges Bank si spera che in quell’occasione vogliano entrare altri investitori istituzionali. Particolarmente penalizzate nell’aumento sono state le azioni risparmio Fonsai, garantite da Unipol: se non dovessero essere sottoscritte “le terremo in portafoglio perché pensiamo che si valorizzeranno insieme al resto delle azioni Unipol-Sai. È prematuro al momento invece fare ipotesi sul destino delle diverse categorie di azioni che comporranno il capitale del nuovo gruppo”, assicura Cimbri.

C’è poi il capitolo riserve, su cui l’Isvap ha acceso un faro chiedendo un’integrazione. La questione non sembra però preoccupare più di tanto il manager . “Siamo assolutamente tranquilli sulla solidità delle nostre riserve – ha spiegato – non ci sono deficienze sul monte delle riserve complessive”. Unipol ha già risposto alla vigilanza e ritiene che utilizzare solo un metodo per il calcolo delle riserve sarebbe un errore. “Abbiamo fatto un esercizio di calcolo facendo la media tra i vari metodi con cui arriviamo a una differenza di 70 milioni – ha detto – In ogni caso dal punto di vista gestionale nel nostro budget  non prevediamo né rilasci né integrazioni di riserve”.  

Sullo sfondo anche la vicenda del papello Ligresti-Mediobanca su cui è al lavoro la magistratura di Milano e che ha chiamato anche in causa l’ad di Piazzetta Cuccia Alberto Nagel (che si difende dicendo che la firma sul papello non rappresenta un accordo ma una presa visione delle richieste). Ma Unipol, che ha precisato di non essere mai stata a conoscenza del papello, al momento non è coinvolta nelle indagini.

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