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Unione Doganale Eurasiatica: le ultime novità

Continua il processo di eliminazione di dazi, barriere doganali e limitazioni burocratiche al movimento di merci e investimenti tra Russia, Bielorussia e Kazakistan con un obiettivo: la completa unificazione doganale entro il 2020.

Unione Doganale Eurasiatica: le ultime novità

L’Unione Doganale tra Bielorussia, Kazakistan e Russia (BKR) trae origine dalla ratifica nel 1995 di due trattati: il trattato sull’Unione Doganale, firmato il 20 gennaio e il trattato sullo Spazio Economico Comune, siglato il 26 febbraio dello stesso anno. Con la firma dei due accordi BKR si pongono le basi per la successiva costituzione di una zona di libero scambio di beni e servizi e di una progressiva integrazione della regione eurasiatica aperta alla partecipazione degli altri paesi CSI. In questo contesto si è costituita nel 2000 la Comunità Economica Euroasiatica (CEE) alla quale aderiscono Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan volta alla formazione di uno spazio economico comune e all’integrazione economica e umanitaria dell’area. Nell’ottobre 2007, con la firma degli accordi, è istituita in ambito CEE l’Unione Doganale, alla quale aderiscono, in prima battuta, solo BKR. Gli altri membri potranno aderirvi in seguito, quando saranno state adottate le riforme giuridiche ed economiche nazionali richieste per l’adesione. L’Unione Doganale diventa operativa dal 1 gennaio 2010. Con essa viene prevista l’eliminazione dei dazi e delle barriere doganali e la rimozione di ogni limitazione burocratica al movimento delle merci e degli investimenti (come la produzione di certificazioni sanitarie, di documentazione di conformità, ecc) per creare un clima favorevole ai movimenti di beni e capitali nella regione. Dal 1 gennaio 2012 il territorio di BKR è stato infine dichiarato Spazio Economico Comune. Il Codice Doganale Comune, che stabilisce per tutti gli Stati membri le tariffe doganali verso gli altri paesi, la regolamentazione non tariffaria, le procedure per il transito e per i movimenti con le altre controparti di export e import, è stato stilato sulla base della convenzione internazionale per la semplificazione e l’armonizzazione delle procedure doganali firmato a Kyoto nel 1973 e in linea con gli standard WTO. E’ previsto che il processo di unificazione doganale venga completato entro il 2020, con il definitivo superamento delle limitazioni ai movimenti di merci e persone e abrogazione delle barriere non tariffarie a livello nazionale. Sempre entro il 2020 è previsto siano completate tutte le procedure di armonizzazione delle leggi nazionali in tema bancario e assicurativo e in campo societario, al fine di rendere effettiva la libera circolazione dei capitali.

Come indicato dal Servizio studi  di Intesa Sanpaolo, i paesi che compongono l’Unione Doganale possono contare infatti su circa 180 milioni di abitanti, 20300 Km2 di territorio e sulla dotazione di ricchissimi giacimenti di materie prime, mentre gli scambi commerciali ne rivestono una quota di rilievo nel quadro mondiale (le esportazioni dei paesi BKR rappresentavano nel 2011 il 3,6%, le importazioni il 2,1% del totale mondiale). Nel 2012, sulla base di dati ancora provvisori, l’interscambio dei tre paesi con il resto del mondo (incluso il commercio infra-area) è stato pari a circa 1070 miliardi di dollari, in crescita di circa il 3% sul 2011 e oltre il 50% dal 2007 (ultimi cinque anni).

Molte sono le imprese italiane presenti nei mercati dell’Unione Doganale. Sulla base dei dati del MAE vi sono circa 750 imprese operanti per lo più nei settori nell’energia, dell’agro-alimentare, della moda, delle telecomunicazioni e dell’auto. Le imprese italiane sono presenti attraverso stabilimenti propri e forme di collaborazione con agenti locali volti alla produzione per soddisfare una crescente e diversificata domanda interna delle economie euroasiatiche e per esportazione. Sul totale delle imprese italiane nei paesi BKR, circa 200 sono presenti in Bielorussia, 500 in Russia e una cinquantina in Kazakistan. Tra i nomi più noti si ricordano per l’energia ENI, ENEL, Saipem, Agip; per l’aeronautica Finemccanica, Telespazio, Agusta Westland e Alenia; per arredamento e il “bianco” Indesit, Merloni, Candy, Fantuzzi, Bticino, Calligaris, B&B, De Longhi, Febal, Scavolini; per la gomma e plastica Pirelli e Technimont; per l’alimentare Ferrero, Illy Caffè, Lavazza, Zuegg, Martini & Rossi, Parmalat, Perfetti, De Cecco e Cremonini; Danieli, Dalmine, Comau, Techint e Gruppo Marcegaglia per la meccanica e la metallurgia; per i mezzi di trasporto Fiat, Alfa Romeo, Ducati e Iveco; per i materiali edili Italcementi, Mapei, Marazzi, Buzzi Unicem; per chimica e la farmaceutica Menarini, Esaote e Sorin; per le comunicazioni Italtel e Telecom; per il comparto “moda” Armani, Alberta Ferretti, Biagiotti, Byblos, Calzedonia, Canali, Chicco, Corneliani, Dolce & Gabbana, Ermenegildo Zegna, Etrò, Fendi, Ferragamo, Fornarina, Ferrè, Gucci, Intimissimi, La Perla, Just Cavalli, Liolà, Loro Piana, Max Mara, Missoni, Moschino, Prada, Rocco Barocco, Stefanel, Trussardi, Valentino, Versace, Benetton e Iceberg. Tra le banche si ricordano UBI Banca, UniCredit, Intesa Sanpaolo, MPS, BNL, BPI; per le assicurazioni Generali.

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