Condividi

Ue a Italia: niente deviazioni sul deficit per investimenti, la riduzione del debito è insufficiente

Secondo Bruxelles, c’è il rischio che la Legge di Stabilità italiana, almeno nella sua versione attuale, non rispetti le regole del Patto di stabilità europeo per il 2014, in particolare a causa dell’andamento del debito pubblico, che non rispetta il ‘benchmark’ di riduzione.

Ue a Italia: niente deviazioni sul deficit per investimenti, la riduzione del debito è insufficiente

L’Italia non potrà chiedere di sfruttare la “clausola sugli investimenti” del Patto di Stabilità europeo, perché il debito pubblico non sta calando a un ritmo soddisfacente. Lo afferma la Commissione Ue nell’opinione pubblicata oggi sulla bozza di bilancio presentata dal governo italiano per il 2014.

La clausola prevede che, a certe condizioni, i Paesi con il deficit sotto il 3% del Pil possano deviare dall’obbligo di ridurre ulteriormente il deficit/Pil verso l’obiettivo di medio termine (0,5%), pur restando sempre sotto il 3%, per fare investimenti in favore della crescita, limitati al cofinanziamento dei programmi strutturali dei fondi di coesione comunitari e a quelli delle infrastrutture di interesse europeo.

Secondo Bruxelles, c’è il rischio che la Legge di Stabilità italiana, almeno nella sua versione attuale, non rispetti le regole del Patto di stabilità europeo per il 2014, in particolare a causa dell’andamento del debito pubblico, che non rispetta il ‘benchmark’ di riduzione. 

La bozza di legge finanziaria italiana “dimostra progressi limitati riguardo alla parte strutturale delle raccomandazioni di bilancio adottate dal Consiglio Ue nel contesto del Semestre europeo”, sostiene la Commissione, che poi “invita le autorità a prendere le misure necessarie, nel quadro del processo nazionale di approvazione della legge finanziaria, per assicurare che il bilancio sia pienamente in adempienza con il Patto di stabilità europeo, in particolare per affrontare i rischi individuati nella valutazione” di Bruxelles.

L’Esecutivo Ue conclude osservando che “l’Italia nel 2014 non può trarre vantaggio dalla clausola sugli investimenti perché, in base alle previsioni economiche d’autunno della Commissione, non procederà agli aggiustamenti necessari per portare il suo rapporto debito/Pil su un percorso di sufficiente riduzione”.

Commenta