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Tsunami sui mercati, Milano maglia nera. Banche ko, vola l’oro

Dopo la vittoria del Brexit, tempesta sui listini e Banche centrali in trincea. Al centro dello tsunami c’è soprattutto il mercato dei cambi con la sterlina ai minimi sul dollaro – Oro in forte rialzo – L’effetto maggiore sui listini riguarda le banche arrivate a cedere ben oltre il 20% – Impatto anche su Fca e Leonardo – Resistono le matricole del lusso

Tsunami sui mercati, Milano maglia nera. Banche ko, vola l’oro

Il siluro della Brexit sta provocando sui listini europei danni paragonabili ai grandi crolli epocali: Piazza Affari alle 12 e trenta arretra del 10,25 % circa, indice Ftse Mib poco sopra i 16 mila punti. Un crollo che ricorda quello dell’11 settembre 2001 (attacco alle Torri gemelle) e il fallimento di Lehman Brothers nell’ottobre 2008. ?Fa peggio di Milano solo Madrid -10,7%. Parigi arretra dell’8,1%, Francoforte -6,6%. Più stabile Londra che beneficerà dell’indebolimento della Sterlina e lascia sul campo il 4,90%.  

Al centro della battaglia d’Inghilterra c’è soprattutto il mercato dei cambi. La sterlina perde il 7% nei confronti del dollaro ed il 5% abbondante verso l’euro. “La prima preoccupazione delle banche centrali – ha commentato Donato Masciandaro – dev’essere quella di evitare un’ascesa incontrollata del dollaro, che potrebbe provocare l’avvio della recessione. Il 40% degli scambi commerciali mondiali avviene il dollaro, la valuta in cui viene espresso il 7% del debito sovrano non americano”.  In mattinata sono già entrate in azione la Bce e la Bank of England, in attesa degli acquisti della Fed.  
 
L’oro sale a 1.312 dollari l’oncia (+4,5%).? 
 
Il rendimento del Bund a 10 anni torna negativo, ma è in recupero: dopo avere segnato stamattina il nuovo minimo storico a -0,13%, ora è risalito a -0,06%.? 
 
Soffre il nostro Btp con il rendimento che sale a 1,50% da 1,39% di ieri sera. Anche qui è in atto un miglioramento, se si pensa che nei primi scambi il rendimento era 1,63%.? Lo spread è di 159 punti base.   
 
Nelle Borse europee l’effetto più devastante riguarda le banche: l’indice Stoxx europeo del settore perde il 13%, Il Banco de Santander precipita in ribasso del 19%, Bnp Paribasperde il 15%,Deutsche Bank-13%.
 
In grande affanno gli istituti italiani che hanno fatto fatica a segnare un prezzo prima di segnare perdite a doppia cifra. In grave imbarazzo Unicredit segna un ribasso del 18,6%, comunque in recupero da un iniziale -25%, Intesa perde il 19,3%, Monte Paschi -12,3% dall’iniziale -44%.
 
Forti ribassi anche per le banche popolari: Ubi -14,9%, Banco Popolare -15,2%. 
 
Soffrono anche le assicurazioni (Stoxx di settore-10%), Axa segna un ribasso del 13%, Generali -13,9%.  

Tutti i titoli del paniere principale sono in rosso. Resistono le matricole del lusso, a partire da Luxottica -2,5%. Ferragamo -3% ha recuperato dai minimi (-10%): “Il mercato inglese conta meno del 2% del nostro fatturato complessivo – ha spiegato l’amministratore delegato uscente, Michele Norsa – si tratta di un mercato per noi più?piccolo di quello del Messico e in più?è guidato soprattutto dagli stranieri”. 

Male i petroliferi per il timore di un brusco rallentamento dell’economia globale: il Brent perde il 4% a 48,8 dollari al barile. Eni perde il 7%, Tenaris -6,7%.

Enel, tornata in contrattazione dopo una fase di sospensione, perde l’8%.
 
Tra le utilities Terna-3,2%, Snam -4,5%. Fiat Chrysler scende del -6%: nei primi scambi segnava -14%.”Non prevediamo che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea abbia per Fca particolari impatti sul fronte industriale o di altro tipo, sebbene l’esito del referendum ponga l’interrogativo su quella che sarà l’Europa del futuro”. Così ha commentato un portavoce di Fiat Chrysler Automobiles che ha aggiunto: “Non ci attendiamo che il fatto di avere la sede fiscale in Gran Bretagna comporti conseguenze finanziarie o cambiamenti nella governance del Gruppo, data la distribuzione globale delle attività e sedi operative di FCA nei vari Paesi nel mondo”.

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