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Transizione green secondo Cingolani. Il libro dell’ex Ministro è una lezione di realismo nel dibattito estivo

Il libro dell’ex Ministro della transizione ecologica del governo Draghi un testo concreto e lungimirante. Una voce autorevole nel dibattito sul futuro green

Transizione green secondo Cingolani. Il libro dell’ex Ministro è una lezione di realismo nel dibattito estivo

Il valore di una buona transizione ecologica si misura nel medio periodo. Coloro che dicono che al traguardo europeo del 2050 avranno ragione, non sono del tutto onesti. Con se stessi e verso chi crede alle loro idee. Quanto meno, sbagliano oggi per domani. Il libro « Riscrivere il futuro. La transizione ecologica equa e accessibile » (Ed. Solferino ) di Roberto Cingolani, attuale Ad di Leonardo, è una lezione di realismo su ciò che ci attende per i prossimi anni. Il libro è entrato nelle discussioni sul cambiamento climatico, che hanno avuto recente nuovo impulso dalle parole del Presidente Sergio Mattarella. Quando è stato Ministro della transizione ecologica, Cingolani ha impresso una svolta alla politica energetica del Paese. Ha teorizzato, ma soprattutto ha scritto nel PNRR, che per credere in un mondo meno inquinato, per un medio periodo bisogna avere a disposizione tutte le fonti di energia. Solo in questo modo si può costruire il passaggio ad una nuova economia. La strada é tracciata e non ci sono alternative. Però il peggio che ci possa capitare è dare ascolto a superottimisti da un lato e negazionisti dall’altro. Cerchiamo di stare in mezzo, senza cedere in tatticismi e prendiamo le cose per quello che sono.

Le fonti fossili non moriranno domani

Dal libro, con contributi di Stefano Agnoli, Gilberto Dialuce, Francesco Gracceva, Ennio Macchi e Giuseppe Zollino viene fuori che i tempi del Green Deal europeo non possono essere ritenuti ultimativi. Viviamo una fase intermedia che non è chiaro come potrà annullare in pochi anni il contributo delle energie non rinnovabili. Bisognerebbe uscire dalla « bolla rinnovabili ad ogni costo ». Non è facile e non sbaglia Cingolani a farcelo capire , perché lo sfruttamento intensivo ed esclusivo delle rinnovabili presenta molti altri problemi. Il fattore tempo non è una variabile casuale, né programmi come le auto elettriche al 2035 possono essere risolutivi per esempio di tutta la mobilità di un Continente. Ogni volta che Cingolani da Ministro ha provato a spiegare che il « calendario » per eolico, fotovoltaico, biomasse, nucleare pulito, idrogeno ha ancora moltissime pagine da girare è stato criticato con le argomentazioni più strambe. Sul cambiamento climatico, passi Matteo Salvini promoter dei negazionisti al governo. Ma una sinistra vittima di un’antinomia scientifica, che a suo tempo ha insidiato Cingolani sul nucleare di terza generazione, soltanto perché non chiudeva le porte alla ricerca, no, non va bene.


Gli appelli di Greta non bastano

Nessuna persona ragionevoli é contro le battaglie per salvare il pianeta, ma attenzione a non diventare icone semipubblicitarie, scrive l’ex Ministro. Non mettiamo in croce Greta Thumberg ,d’accordo, ma quali soluzioni praticabili sono arrivate fino ad oggi dalle piazze ? Il realismo di Cingolani e degli altri scienziati è disarmante solo per « gli ideologi della transizione » che credono o fanno credere che presto potremo fare a meno di tutte le energie del vecchio sistema. Il mondo è stravolto da guerre e i Paesi più esposti ai cambiamenti climatici soffrono ogni tipo di aggressione. Un quadro allarmante che pone all’Europa il problema di rivedere qualcosa della strategia che ha dato forza alla leadership di Ursula Von Der Layen. Manca anche poco alla fine del suo mandato e poi ? Se la destra dovesse affermarsi alle elezioni del 2024, si azzera tutto alla maniera di Donald Trump negli USA? Cingolani ha la capacità di intravedere questi rischi e chi ha buon senso deve riflettere. Ci sono zone del mondo dove le temperature sono a livelli record senza che le economie dei Paesi inquinanti si fermano o pensano di fermarsi con il commercio miliardario di acciaio ed altri prodotti, sbuffando CO2. Ce la può fare l’Europa da sola a guidare la transizione green o non é arrivato il momento di pensare a soluzioni globali e più moderate ? Fare maggiore forza sui Paesi che non dialogano su queste tematiche? Si, ci vuole proprio una « transizione equa e accessibile ». Un libro è più utile di mille concetti

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