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Nucleare: Azione lancia la raccolta di firme per centrali anche in Italia

La petizione promossa da Azione di Carlo Calenda arriva dopo una mozione approvata alla Camera per lo sviluppo della nucleare in Italia. Cosa farà il governo di Giorgia Meloni ?

Nucleare: Azione lancia la raccolta di firme per centrali anche in Italia

Basta surplace, fare tattica , senza decidere se il nucleare serve all’Italia o no. Si faccia avanti chi lo vuole, perchè le ipocrisie politiche e culturali producono solo danni. Affrontando di petto la questione, cosa c’è di meglio che far circolare un documento in calce al quale si mette la propria firma ( che resta anonima) e si dice da che parte si sta ?  Un documento che se diventa vincente vale milioni di euro per investimenti e gestione tecnica nei prossimi anni. Per avere un’idea, la Cina sta investendo più di 400 miliardi di dollari. L’amministrazione Biden ha speso 6 miliardi di dollari per mantenere in funzione 93 reattori. Con più l’energia nucleare si affronta la transizione energetica in maniera più decisa mettendo l’Italia al riparo da altre crisi energetiche. E’ stato grosso modo questo il ragionamento che ha portatao Carlo Calenda e Giuseppe Zollino a lanciare la prima petizione italiana a favore dell’energia nucleare. Sono loro i promotori di un testo molto chiaro cui si sono subito aggiunti Roberto Adinolfi, Presidente Ansaldo Nucleare, Rosa Filippini, direttrice de L’Astrolabio, già Presidente Amici della Terra, Antonio Gozzi, Presidente Duferco e di Federacciai, Chicco Testa, Presidente AssoAmbiente, Umberto Sgambati, Presidente PROGER ed altre decine di manager.

Il nucleare tra le rinnovabili

Poche settimane fa alla Camera è passata la mozione con quale si impegna Parlamento e governo alla costruzione di centrali anche nel nostro Paese. Azione ha visto approvate le proprie proposte per uscire dall’incubo delle energie fossili long time. Con le firme al governo viene chiesto di adottare iniziative vere per la diffusione di ” reattori nucleari delle migliori tecnologie disponibili e di quelle nuove, sia a fissione che a fusione”. Lo scopo è di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione  con il mix tecnologico più sostenibile. Ma perché proprio ora ? Perché entro il 2050 dovremo azzerare le emissioni di anidride carbonica. Un gran numero di studi mostra che per questo dovremo consumare energia in modo più efficiente, ma anche utilizzare più energia elettrica. L’energia elettrica dovrà essere prodotta con emissioni molto basse o nulle. Aggiungiamo che la scienza progredisce, che le grandi compagnie investono miliardi, che nel mondo si stringono accordi a 10-20 anni e il quadro si fa più chiaro. L’italiana Plenitude del Gruppo Eni sta sperimentando negli Usa la prima centrale a fusione. Il progetto con decine di ingegneri impegnati dovrebbe concludersi entro il 2030. Se un’azienda controllata dallo Stato ha imboccato la strada « dell’energia delle stelle» perché il governo dovrebbe opporsi alle centrali in Italia ? Fare affidamento solo su fotovoltaico ed eolico è irrealistico e rischioso, è scritto nella petizione. Sono fonti intermittenti e stagionali e per avere  un sistema energetico in equilibrio servirebbero molti impianti. D’altronde occorrono potenti batterie di accumulo “per far fronte ai molti giorni dell’anno con poco sole e poco vento e alla mancata produzione notturna”. L’impostazione nucleare porta alla realizzazione di siti completamente nuovi che non hanno nulla a che vedere con le vecchie centrali dismesse dopo il referendum del 2011. Le centrali occupano una superficie da 400 a 1000 volte inferiore a quelle  per gli impianti eolici e nel ciclo di vita ” hanno emissioni 6 volte inferiori al fotovoltaico e metà dell’eolico  e richiedono materiali da 3,5 a 7 volte inferiori alle altre rinnovabili.

Il problema dei pregiudizi

Le ragioni di una scelta così coraggiosa come questa di Azione sconta, però, paure e sospetti. Ci sono pregiudizi da combattere che sono anche antiscientifici. Calenda e Zollino ,che oltre ad essere il Responsabile Energia di Azione è professore di Tecnica ed Economia dell’Energia all’ Università di Padova, hanno la risposta pronta. «I pregiudizi legati alla sicurezza delle centrali sono infondati. Il  nucleare è utilizzato efficacemente in tutti i paesi più sviluppati al mondo, ad eccezione della Germania e, da ultimo, nella stessa Tassonomia Verde Europea, che considera il nucleare, al pari delle tecnologie a fonte rinnovabile». Quali mosse farà il governo Meloni rispetto alla raccolta di firme ? La petizione potrebbe avere successo tra i partiti che appoggiano la Meloni e di contro provocare divisioni a sinistra. Persistere nell’opposizione allo sviluppo di tecnologie e ricerca può dare spazio ad altre incertezze o confusioni. Peraltro sul nucleare si muovono anche le startup. L’italiana Milena Roveda, è stata eletta al vertice della Gauss Fusion, la startup delle rinnovabili che riunisce imprese ed investitori europei di Germania, Francia, Italia e sostiene l’energia da fusione nucleare.

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