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Tax day: ultime ore per Tasi, Imu e non solo

Martedì 16 dicembre è la data più pesante dell’anno per i contribuenti italiani, chiamati a versare in tutto 44 miliardi di euro – Scade il termine anche per ritenute fiscali e contributi previdenziali – In tre anni il rincaro delle tasse è arrivato fino al 236% sulle seconde case – Il Governo evita un’ulteriore stangata sulla Tasi 2015.

Tax day: ultime ore per Tasi, Imu e non solo

Mancano poche ore al tax day, il termine per il saldo di Tasi e Imu 2014, ma anche per il pagamento di ritenute Irpef di lavoratori dipendenti e autonomi, imposta sostituiva legata alla rivalutazione del Tfr e ritenute sui bonifici riconducibili alle detrazioni Irpef. Martedì 16 dicembre è la scadenza più pesante dell’anno per i contribuenti italiani, chiamati a versare in tutto 44 miliardi di euro, secondo le stime della Cgia di Mestre. Ma anche una volta superato l’ostacolo delle tasse sulla casa, non rimarrà tempo per godersi in pace Natale e Capodanno, visto che – come sottolinea la stessa Agenzia delle Entrate – tra fine dicembre e inizio gennaio le scadenze da tenere d’occhio sono addirittura 200. 

TASI, IL GOVERNO EVITA LA STANGATA SUL 2015

L’unica buona notizia, per il momento, è che il pericolo di un’impennata della Tasi nel 2015 è stato sventato dal Governo con un emendamento alla legge di Stabilità. L’allarme era scattato dopo il rinvio al 2016 della “local tax”, il prelievo unico sulla casa con la fusione di Imu e Tasi che il premier Matteo Renzi aveva inizialmente promesso per l’anno prossimo. Il tetto sull’aliquota Tasi al 2,5 per mille (che può salire al 3,3 per mille solo nel caso in cui il gettito dello 0,8 aggiuntivo sia destinato alle detrazioni) era infatti valido solo per il 2014, mentre dall’anno prossimo i Comuni avrebbero potuto alzare l’asticella fino al 6 per mille, facendo lievitare il costo della tassa sui servizi indivisibili. Per evitare il rincaro, uno degli oltre 60 emendamenti alla manovra presentati sabato dall’Esecutivo prevede la proroga dei limiti attuali a tutto il 2015. L’ultimo pacchetto di modifiche alla Legge di Stabilità a firma del Governo sarà esaminato a partire da oggi in commissione Bilancio al Senato. 

SECONDE CASE: AUMENTI FINO AL 236% IN TRE ANNI

Lo scampato pericolo per il 2015 non toglie che dal 2011 a oggi la tassazione sugli immobili sia già cresciuta a dismisura. Sempre secondo la Cgia di Mestre, tra il 2011 (ultimo anno dell’Ici) e il 2014 (con l’introduzione prima dell’Imu e poi della Tasi) si è registrato un aumento del 236 % sulle seconde case locate a canone concordato, del 150 % sulle seconde case locate a canone libero e del 144 % sugli uffici e gli studi privati. Non solo: l’aumento su negozi e botteghe è stato del 140 %, sulle seconde case sfitte del 115 %, sui laboratori artigianali del 108 %, su alberghi, pensioni e capannoni commerciali del 96 % e su opifici, capannoni artigianali/industriali e fabbriche del 95%. I calcoli, tuttavia, non tengono conto del risparmio fiscale concesso dalla legge per gli immobili ad uso produttivo (quest’anno, ad esempio, la Tasi è completamente deducibile dal reddito d’impresa, mentre l’Imu lo è per il 20%). Per quanto riguarda invece gli immobili ad uso abitativo, lo studio sostiene che quest’anno il carico fiscale sulle seconde case sfitte sia pari in media a 932 euro, quello sulle abitazioni locate a canone libero a 911 euro e quello sulle case affittate a canone concordato a 773 euro. 

CORSA A OSTACOLI DI FINE ANNO: 200 ADEMPIMENTI

Imu e Tasi sono certamente le tasse di cui più si è parlato nel 2014 italiano, ma allargando lo sguardo al prossimo mese del calendario fiscale viene il capogiro. Come detto, la stessa Agenzia delle Entrate ammette che entro i primi di gennaio si toccherà quota 200 adempimenti. Com’è ovvio, però, non tutte le categorie di contribuenti saranno tartassate allo stesso modo: secondo la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, il primato spetta a imprese, artigiani e professionisti, interessati da 100 appuntamenti con il Fisco; seguono le società di capitali con 84, i dipendenti e i pensionati con 66, le società di persone con 62 e gli enti non commerciali con 53. 

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