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Strumenti finanziari, un decalogo della commissione Finanze della Camera sul mercato dei capitali

di Silvano Bonini – Favorire l’evoluzione delle imprese e la loro apertura al mercato: è uno degli elementi centrali del documento conclusiovo che conclude l’indagine parlamentare sugli strumenti finanziari – Il parere del presidente Conte – Presto nuove iniziative legislative

Strumenti finanziari, un decalogo della commissione Finanze della Camera sul mercato dei capitali

In Italia il mercato degli strumenti finanziari ha potenzialità ma anche arretratezze , e queste ultime “attengono principalmente alla debolezza dei mercati dei capitali e alla scarsità dei canali a disposizione delle imprese per alimentare finanziariamente la propria capitalizzazione e le prospettive di crescita”. Parte da queste considerazioni il documento conclusivo dell’indagine sui mercati degli strumenti finanziari in commissione Finanze della Camera.

Documento in cui si formulano anche proposte precise per promuovere interventi correttivi e che “potranno costituire – sottolinea il presidente, Gianfranco Conte, che ha proposto il documento conclusico – una utile base di lavoro per le iniziative parlamentari che si intenderanno assumere”. E’ più che un decalogo quello che viene indicato nel documento. In sintesi: 1) estendere e diversificare maggiormente i canali attraverso cui le risorse finanziarie affluiscono al sistema delle imprese; 2) favorire la liquidità, ampiezza e trasparenza dei mercati di capitali; 3) innovare la cultura dell’imprenditoria e della finanza, nel senso di superare le resistenze che si oppongono a una maggiore apertura del capitale delle imprese, 4) aprire una riflessione relativamente alla revisione della disciplina sulla quotazione; 5) riorganizzare il sistema dei marcati degli strumenti di equity su più livelli; 6) seguire i processi di concentrazione che stanno riguardando le società di gestione del mercato; 7) eliminare dall’ordinamento tributario gli elementi che possono indurre distorsioni nelle scelte di finanziamento delle imprese introducendo meccanismi fiscali agevolativi che favoriscano gli inverstimenti nel capitale delle imprese; 8) favorire la crescita dimensionale e l’ampliamento del ruolo degli investitori istituzionali italiani sui mercati deglistrumenti finanziari: 9) valorizzare e potenziare nuovi strumenti di sostegno pubblico o misto pubblico-privato alla capitalizzazione delle imprese; 10) ampliare il panorama del mercato del debito; 11) semplificare le regole e gli adempimenti amministrativi in sede di ammissione alla quotazione; 12) rivedere e uniformare a livello europeo la disciplina delle offerte pubbliche di acquisto; 13) ripensare la disciplina sui prospetti e sulla trasparenza dei prodotti finanziari; 14) implementare l’operatività del sistema di vigilanza finanziaria europea.

Ma al di là degli aspetti tecnici, il documento si rivolge alla politica , perché “si riappropri della capacita’ di governare i processi di evoluzione che stanno interessando il settore finanzziario. Il fatto piu’ preoccupante che emerge dalla vicende di questi anni- si legge nel documento – sta infatti nelle condizioni di subalternità in cui i decisori politici versanoi rispetto alle istanze dei mercati finanziari. E’ dunque quanto mai auspicabile che tutte le forze politiche rescano a compere su di ess iuna analisi comune che porti a definire un ordine di priorità, le quali dovranno poi tradursi in un insieme di interventi normativi il più possibile tempestivi e efficaci”.

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