L’agenzia americana Standard & Poor’s ha tagliato il rating sul debito sovrano della Francia, che perde così la tripla A. Lo afferma una fonte governativa francese all’agenzia France Presse, che specifica come per ora siano state invece risparmiate Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo. Il ministero delle Finanze di Parigi non ha voluto commentare la notizia, né da S&P è ancora arrivata alcuna conferma ufficiale.
La voce ha comunque avuto un immediato effetto sulle Borse: Milano ha accelerato al ribasso, e a mezz’ora dalla chiusura dei mercati lascia sul campo l’1,70%, il peggiore fra i listini del Vecchio Continente. Non va molto meglio però neanche sulle altri principali piazze europee: Parigi perde l’1,06 (spread Oat-Bund a 134 punti base, tasso Oat decennali al 3,1%), Londra l’1,16 e Francoforte l’1,48%.
Insomma, dei ribassi significativi, ma non dei veri e propri crolli. Il possibile downgrade ai danni della seconda economia dell’Eurozona era infatti nell’aria ormai da diverse settimane ed è lecito concludere che i mercati abbiano di fatto già scontato il peso di questa nuova bocciatura eccellente. La Francia è infatti la seconda regina mondiale a perdere la tanto sospirata corona della tripla negli ultimi mesi. Prima di lei lo stesso destino era toccato a un altro big mondiale, gli Stati Uniti, detronizzati in agosto dalla stessa agenzia.
Lo scorso 5 dicembre S&P aveva messo sotto “credit watch” con implicazioni negative 15 paesi dell’eurozona, sottolineando che Parigi rischiava un declassamento di ben due notch.
Ma non basta. Nel pomeriggio sui mercati si è diffusa anche la voce secondo cui Standard & Poor’s starebbe per tagliare il rating anche all’Italia e ad altri quattro Paesi europei: probabilmente Spagna, Francia, Portogallo e Belgio. Lo sostengono fonti Ue citate dall’agenzia Dow Jones, per le quali il downgrade sarebbe “imminente” e potrebbe avvenire già oggi, alle 19. Secondo altre fonti invece la comunicazione dovrebbe arrivare dopo le 22 italiane, orario di chiusura della Borsa americana. Non rimane che attendere.
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