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Spread in rialzo, staffetta in Borsa con industria su e banche giù

L’avvicinarsi della manovra bis spinge su lo spread (275 pb) mentre lo scandalo dei diamanti penalizza una parte delle banche – In netta ripresa invece, malgrado il calo della produzione industriale di ieri, i titoli industriali con Brembo, Pirelli e Fca in testa – Il mercato scommette ancora sulla Juventus in vista del big match di Champions

Spread in rialzo, staffetta in Borsa con industria su e banche giù

Piazza Affari prende coraggio nel pomeriggio, dopo l’apertura lievemente positiva di Wall Street, e chiude in rialzo dello 0,38%, 20.304 punti. Rialza la testa il comparto dell’auto, che beneficia del sentiment positivo nei confronti dei colloqui sui dazi fra Usa e Cina. La Juventus calamita gli acquisti invece in vista della sfida con l’Atletico a Madrid negli ottavi di finale della Champions League questa sera.

Milano è più arretrata di Francoforte +0,82%, Parigi +0,69%, Madrid +0,49% e Londra +0,69%.

Pesano moderatamente sul listino meneghino le banche, che chiudono contrastate, a seguito dell’inchiesta sulla presunta truffa dei diamanti, qualche presa di beneficio e l’innalzamento dello spread. Il secondario italiano si ferma in calo in scia ai deludenti dati macro di ieri e in attesa del verdetto dell’agenzia di rating Fitch, in agenda venerdì sera. Il differenziale fra decennale italiano e tedesco sale a 275.80 punti base (+2,6%); il rendimento del Btp 10 anni si porta al 2,86%. Contribuisce all’incertezza della seduta la riflessione del capo economista della Bce, Peter Praet, secondo il quale la discussione sui nuovi finanziamenti agevolati alle banche arriverà “presto”, ma non è detto che la decisione sarà immediata e che le condizioni saranno così vantaggiose come in passato, visto che la precedente operazione fu “estremamente generosa”.

Wall Street procede lentamente. Ci si muove con prudenza in attesa delle minute dell’ultima riunione della Fed, da cui si potrà capire di più del cambio di passo sulla politica monetaria da parte di Jerome Powell. Quanto il governatore sarà colomba nei prossimi mesi. Il focus è anche sulla riduzione del bilancio della banca centrale che, sostiene John Williams della Fed di New York, dovrà ridursi entro l‘anno di 600 miliardi di dollari.

I mercati restano moderatamente ottimisti sulle trattative in corso fra Usa e Cina sui dazi, alla luce dei giudizi positivi di Donald Trump e del fatto che il presidente non consideri il primo marzo, giorno in cui scade la tregua, un limite invalicabile, una “data magica”.

Sul fronte valutario l’euro-dollaro è poco mosso in area 1,135. Nelle materie prime l’oro brilla sempre di più, al momento vale 1344,78 dollari l’oncia (+0,32%). Anche il petrolio però non molla: Brent 67,04 dollari al barile (+0,89%).

In Piazza Affari fra le blue chip migliori troviamo Brembo, +5,05%; Pirelli,+3,84%; Juventus, +2,77%; Fca, +1,94%; Exor, +1,68%; Stm +1,56%.

Le vendite penalizzano Finecobank, -1,4%; Banco Bpm, -1,26%; Ferragamo, -0,77%; Saipem, -0,73%; Snam -0,67%.

In leggero rialzo Telecom, +0,3%. Intanto Cassa depositi e prestiti ha superato la soglia del 5% nel capitale della società. Secondo le comunicazioni sulla partecipazioni rilevanti di Consob, Cdp detiene il 5,031% di Tim come proprietà diretta. L’operazione è datata 18 febbraio 2019. La precedente comunicazione risale al 10 aprile 2018, quando Cdp deteneva il 4,262% di Tim.

Fuori dal listino principali brillano i titoli dell’editoria. Da giorni si muove in rialzo anche Mediaset +2,71%. A commento un trader cita a Reuters “la sentenza di condanna del Tribunale di Roma a Facebook per avere pubblicato link di contenuti protetti a seguito di una causa avviata dal Biscione. In un comunicato Mediaset precisa, tuttavia, che l’impatto economico è minimo per la società media di Cologno Monzese”.

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