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Truffa diamanti, Vasco Rossi tra le vittime: sequestrati 700 milioni

La Guardia di finanza ha sequestrato preventivamente 700 milioni di una mega-truffa nella vendita di diamanti in cui sono rimasti vittima personaggi famosi del mondo dello spettacolo e dell’imprenditoria da Vasco Rossi a Diana Bracco – Indagate 5 banche come intermediarie della vendita

Truffa diamanti, Vasco Rossi tra le vittime: sequestrati 700 milioni

Vendevano diamanti al doppio del loro valore e incassavano laute commissioni ingannando i clienti, che pensavano di far fruttare i propri risparmi ma non sarebbero mai rientrati dell’investimento. La presunta truffa ricostruita dalla Procura di Milano ha portato al sequestro preventivo di oltre 700 milioni di euro nei confronti di cinque banche (Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Banca Aletti) e due società specializzate nella vendita di diamanti (Intermarket Diamond Business e Diamond Private Investment). In tutto, gli indagati sono circa 70: fra loro anche diversi dirigenti degli istituti di credito, accusati a vario titolo di autoriciclaggio, truffa aggravata e corruzione fra privati.

Finora la Guardia di Finanza ha individuato un centinaio di presunti truffati. La lista comprende alcuni volti noti: il cantante Vasco Rossi (che ha investito in diamanti due milioni e mezzo), Federica Panicucci (54mial euro) e Simona Tagli (29mila euro). Fra le persone ingannate dovrebbe esserci anche l’imprenditrice farmaceutica Diana Bracco. Il numero dei risparmiatori coinvolti, però, è destinato a salire.

Il sistema è andato avanti dal 2012 al 2016, tanto che sia le banche sia le società specializzate in pietre preziose erano state sanzionate dall’Antitrust per 15 milioni di euro. Il mese scorso la Intermarket Diamond Business è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Milano.

Secondo la Procura di Milano, le banche proponevano ai clienti di investire i loro risparmi comprando pietre preziose: gli istituti diventavano così mediatori delle due società, mentre incassavano commissioni molto elevate. I prezzi naturalmente erano gonfiati e per convincere i risparmiatori si utilizzavano anche false quotazioni sui giornali. Di questo meccanismo i dirigenti bancari sarebbero stati a conoscenza. I clienti, invece, si affidavano fiduciosi all’istituto, senza accertarsi del reale valore delle pietre.

Nel dettaglio, il sequestro per l’ipotesi di truffa è di 149 milioni nei confronti di IDB, di 165 milioni a carico di DPI, di 83,8 milioni a carico di Banco Bpm e di Banca Aletti, di 32 milioni nei confronti di Unicredit, di 11 milioni a carico di Intesa Sanpaolo e di 35,5 milioni a carico di Mps. Per l’ipotesi di autoriciclaggio il sequestro è da 179 milioni per IDB e di 88 milioni per DPI.

AGGIORNAMENTO

Banco Bpm fa sapere di aver “deliberato di effettuare nel bilancio 2018 adeguati accantonamenti necessari a presidiare i rischi potenziali connessi alle vertenze e alle conseguenze di tale accadimento a tutela dei propri clienti, con i quali la Banca già da mesi ha in corso la definizione di numerosi casi molti dei quali già risolti”.

L’istituto fa presente inoltre “che sin dall’avvio del procedimento Banco BPM, confidando pienamente nell’operato delle autorità inquirenti, ha collaborato con la magistratura nello svolgimento delle indagini, fornendo fattivo supporto nell’individuazione degli elementi necessari per fare luce sugli eventi inerenti le vendite di IDB ai propri clienti”.

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