Condividi

Sei ristoranti italiani fra i primi 50 al mondo, ma il n.1 è il Geranium di Copenaghen

La cuicina italiana sugli allori. Sono Riccardo Camanini, Massimiliano Alajmo, Mauro Uliassi, Niko Romito, Enrico Crippa e Norbert Niederkofler. Massimo Bottura nella Hall of fame. Tutti i premiati nel mondo

Sei ristoranti italiani fra i primi 50 al mondo, ma il n.1 è il Geranium di Copenaghen

Sei ristoranti italiani sono entrati nella prestigiosa lista del World’s 50 Best Restaurants 2022. La cerimonia di premiazione equiparabile agli Oscar nel campo della ristorazione mondiale di alto livello si è svolta  nello storico  Old Billingsgate di Londra e ha visto salire sul podio assoluto il Geranium di Copenaghen – guidato dallo chef Rasmus Kofoed e dal sommelier Søren Ledet che nell’ultima edizione del World’s 50 si era piazzato secondo dietro il mitico «Noma» di Rene Redzepi che aveva già conquistato questo primato  nel 2010, 2011, 2012 e 2014.

Per la cronaca la manifestazione avrebbe dovuto svolgersi a Mosca, ma in seguito all’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia si è deciso di spostare tutto all’Old Billingsgate, l’antico mercato del pesce della capitale inglese, affacciato sul Tamigi. Inoltre, i ristoranti russi sono stati estromessi dalla classifica.

L’Italia è riuscita in questa edizione a portare a casa un risultato più che brillante che vale già un primato: sei ristoranti sono entrati  nella esclusiva lista dei 50 migliori ristoranti con Riccardo Camanini del «Lido 84» di Gardone Riviera che ha scalato la 8° posizione dopo aver conquistato nel 2021 la 15° e nel 2019 la 78°; con Massimiliano Alajmo de «Le Calandre» di Rubano che è salito in 10° posizione dalla 26esima della scorsa edizione; con Mauro Uliassi a Senigallia, balzato dal 51° al 12° posto; con Niko Romito tre gradini più sotto in 15° posizione dalla cinquantunesima ottenuta l’anno passato; con «Piazza Duomo» di Enrico Crippa, in 19° posizione (nell’ultima edizione era riuscito nell’impresa di passare dalla 29° alla 18° , quindi pur scendendo di un gradino sempre saldamente ancorato in testa alla classifica mondiale; con Norbert Niederkofler del «St. Hubertus» di San Cassiano, in provincia di Bolzano, che ha compiuto un altro salto eccezionale dalla 54° alla 29° posizione.

E ancora una grande affermazione per l’Italia compare nella classifica  «Hall of fame» il Top del Top dei ristoranti storici delle passate edizioni L’unico italiano in questa lista è Massimo Bottura, chef di  «Osteria Francescana» di Modena che siede accanto a ElBulli di Ferran Adrià, El Cellar de Can Roca dei fratelli Roca, l’Eleven Madison Park, The Fat Duck di Heston Blumenthal, The French Laundry di Thomas Keller, il Mirazur di Mauro Colagreco.

La grande novità di quest’anno è l’emergere nelle posizioni apicali del World’s 50 Best Restaurants 2022 di ristoranti di paesi di lingua ispanica e lusitana, che hanno dominato il palmares dalla seconda alla settima posizione.

Per gli amanti dei numeri si può notare che 14 ristoranti provengono dall’Asia, 13 dall’Europa, 11 dal Nord America, 7 dal Sud America, 2 dal Medio Oriente, 2 dall’Africa e uno dall’Oceania.

L’assegnazione dei premi del World’s 50 Best Restaurants 2022 che celebra quest’ano 20 anni di attività viene decisa da 1080 esperti di 27 paesi rigorosamente anonimi in cui è assicurata la parità di genere, 540 donne e 540 uomini, così suddivisi 34% chef e ristoratori, 33% gastronomi che scrivono di cibo e 34% enogastronauti con esperienza nel settore. Il rigore del maccanismo delle votazioni viene verificato dalla società di consulenza Deloitte che garantisce l’integrità e l’autenticità delle operazioni.

World’s 50 Best Restaurants, la classifica mondiale

50. Singlethread;

49. Ikoji, Londra;

48. Leo, Bogotà;

47. Oteque, Rio de Janeiro;

46. Belcanto, Lisbona;

45. Narisawa, Tokyo;

44. Le Bernardin, New York;

43 Boragò, Santiago di Chile;

42. Quique Dacosta, Dénia;

41. La Cime, Osaka;

40. Schloss Schauenstein, Furstenau;

39. Sorn, Bangkok;

38. Jordanaer, Copenaghen;

37, Fyn, Cape Town,

36. Odette, Singapore;

35. The Clove Club, Londra;

34. Hiša Franko, Kobarid;

33. Atomix, New York;

32. Mayta, Lima;

31. Arpège, Parigi;

30. Florilège, Tokyo;

29. St. Hubertus di Norbert Niederkofler, San Cassiano (Bolzano);

28. Le Clarence, Parigi;

27. Hof Van Cleve, Kruishoutem;

26. Restaurant Tim Raue, Berlino;

25. Frantzen, Stoccolma;

24. The Chairman, Hong Kong;

23. The Jane, Antwerp; 22. Septime, Parigi;

21. Mugaritz, San Sebastian;

20. Den, Tokyo;

19. Piazza Duomo di Alba, dello chef Enrico Crippa;

18. Alchemist, Copenaghen;

17. Nobelhart&Schmutzig, Berlino;

16. Elkano, Getaria;

15. Reale di Castel di Sangro, dello chef Niko Romito;

14. Don Julio, Buenos Aires;

13. Steirereck, Vienna;

12. Uliassi a Senigallia, dello chef Mauro Uliassi;

11. Maido, Lima;

10. Le Calandre a Rubano, in provincia di Padova, degli chef Massimiliano e Raffele Alajmo;

9. Jeorgevallejo Quentonil, Mexico City;

8. Lido 84 a Gardone Riviera, dello chef Riccardo Camanini;

7. A Casa do Porco, San Paulo;

6. Asador Etxebarri, Atxondo;

5. Pujol, Mexico City;

4. Diverxo, Madrid;

3. Disfrutar, Barcellona;

2. Central, Lima, dello chef Virgilio Martinez;

1. Geranium, Copenaghen.

La classifica completa da 100 a 51

100. Wing – Hong Kong; 99. Flocons de Sel – Megève; 98. Tantris – Munich; 97. Benu – San Francisco; 96. Manì – San Paulo; 95. Meta – Singapore; 94. Burnt Ends – Singapore; 93. Hertog Jan at Botanic Sanctuary – Antwerp; 92. Indian Acceny – New Delhi; 91. Oriole – Chicago, 90. Wolfgat – Paternoster, 89. Maximo Bistrot – Mexico City; 88. Mishiguene – Buenos Aires; 87. Orfali Bros Bistro – Dubai; 86. Mikla – Istanbul; 85. Raan Jay Fai – Bangkok; 84. Gimlet at Cavendish House – Melbourne; 83. El Chato – Bogotà; 82. Sézanne – Tokyo; 81. Brat – London; 80. Am Par Alexandre Mazzia – Marseille; 79. Estela – New York; 78. Lasai – Rio de Janeiro; 77. Table by Bruno Verjus – Paris; 76. Neghborhood – Hong Kong; 75. Samrub Samrub Thai – Bangkok; 74. Blue hill at Stone Barns – Pocantico Hills; 73. Kol – London; 72. Atelier Crenn – San Francisco; 71. Mingles – Seoul; 70. Zén – Singapore; 69. Cosme – New York; 68. Kjolle – Lima; 67. Evvai – San Paolo; 66. Suhring – Bangkok; 65. Le Du – Bangkok; 64. Fu He Hui – Shangai; 63. Chef’s table at Brooklyn Fare – New York; 62. Ernst – Berlin; 61. La Grenouillèere – La Madelaine-Sous-Montreuil; 60. Rosetta – Mexico City; 59. Sazenka – Tokyo; 58. Alléno Paris Au Pavillon Ledoyen – Paris; 57. Trèsind Studio – Dubai; 56. La Colombe – Cape Town; 55. Azurmendi – Larrabetzu; 54. Lyle’s – London; 53. D.O.M. – San Paolo; 52. Sud 777 – Mexico City; 51. Alcalde – Guadalajara.

I premi speciali

Gin Mare Art of Hospitality Award a «Atomix» di New York

Premio miglior pasticcere del mondo a Jordi Roca,

Beronia World’s Best Sommelier Award a Josep Roca de «El Celler de Can Roca»

Villa Massa highest climber award a «Nobelhart&Schmutzig» di Berlino,

Estrella Damm Chefs’ Choice Award a «Jorgevallejo» in Mexico City

Flor de Caña Sustainable Restaurant Award a «Aponiente» a Cadica di Ángel León.

Altri premi

Premio «The World’s Best Female Chef 2022» a Leonor Espinosa, del ristorante «Leo» a Bogotá, già vincitrice del Basque Culinary World Prize 2017 per la fondazione Funleo, no profit creata con la figlia Laura Hernández-Espinosa.

Premio American Express One To Watch 2022«AM par Alexandre Mazzia» a Marsiglia;

 ’Icon Award’ conferito all’attivista keniota Wawira Njiru nutrizionista e fondatrice e direttrice dell’organizzazione no-profit Food for Education

Premio, Champions of Change, riservato ai pionieri della gastronomia è andato al divulgatore Dieuveil Malonga, fondatore del progetto Chefs in Africa per la formazione e il sostegno di talenti emergenti della ristorazione africana; a Olia Hercules (ucraina) e Alissa Timoshkina (russa), socie in affari, fondatrici dell’iniziativa di raccolta fondi a favore del popolo ucraino #CookForUkraine e all’attivista Koh Seng Choon,  fondatore di Dignity Kitchen, centro di ristorazione collettivo di Singapore e Hong Kong gestito da persone con disabilità.

Commenta