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Sconsolante bilancio dell’attività 2011 di Camera e Senato: sempre meno sedute e sempre meno leggi

di Emanuele Bonini – Nel corso di quest’anno l’aula di Montecitorio si è riunita solo 99 volte (113 a Palazzo Madama) e i provvedimenti approvati sono ai minimi storici: la Camera ha approvato 43 leggi e il Senato 47 – La produttiovità dei parlamentari si è ulteriormente abbassata: per approvare una legge il Senato impiega otto mesi e la Camera nove.

Di fronte alla crisi il Governo invita a rinunciare alla ferie pur di varare pacchetti in grado di risollevare economia e Paese. Una richiesta di straordinari che arriva al termine di un anno non proprio eccezionale, per chi le leggi deve farle. Deve e dovrebbe, ma a guardare i dati sembra scontato sostenere che – almeno fino ad ora – così non è stato. Il 2011 è l’anno che per il momento vede il Parlamento “povero” di provvedimenti licenziati e sedute convocate.

I dati sono quelli ufficiali, pubblicati sui siti internet di Camera e Senato, e non lasciano scampo: entrambi i rami hanno registrato finora il più basso numero di sedute d’Aula da inizio legislatura, e prodotto un numero di provvedimenti normativi superiore solo al primo anno di legislatura, iniziata ad anno già abbondantemente in corso. Dati alla mano, l’analisi dell’attività del Parlamento è qui: da inizio legislatura sono stati presentati alle Camere 7.197 disegni di legge di varia natura (ordinaria, collegati a manovra, di ratifica di trattati internazionali, costituzionale, ecc.), la maggior parte dei quali ordinari (6.731).

Di questi appena 398 sono stati approvati da almeno uno dei due rami del Parlamento dall’inizio della legislatura (225 al Senato e 173 alla Camera). Le cifre mostrano un Parlamento ‘intasato’ di provvedimenti (una media di 1.799 ddl presentati ogni anno), ma poco produttivo, con una media di neanche 100 testi approvati all’anno (99,5). E per l’anno appena chiuso, i dati non sono migliori: di 907 ddl presentati in Parlamento (332 al Senato e 575 alla Camera), appena un decimo – 90 – sono stati approvati da uno dei due rami (47 in Senato e 43 alla Camera). In tali rami parlamentari, in poco più di tre anni i ddl approvati e tramutati in legge tra voti d’Aula e di commissione, sono stati 823 (382 al Senato e 441 alla Camera), 198 dei quali licenziati nel corso del 2011 (88 in Senato e 110 alla Camera).

I numeri del Parlamento sembrano spiegarsi con i tempi che occorrono per fare dei ddl legge. Dall’inizio della legislatura, infatti, il Senato in media ha impiegato 8 mesi (ben 247 giorni) per approvare i disegni di legge di iniziativa parlamentare, la Camera addirittura un mese in più (274 giorni, praticamente 9 mesi). Dal 2008 a oggi è servito invece solo un mese, di media, per convertire in legge i ddl di iniziativa governativa (34 giorni per il Senato, 29 per la Camera). Ma i tempi, nel 2011, si sono allungati, e di tanto: per i ddl di iniziativa parlamentare in entrambi i rami è servito più di un anno per avere l’approvazione in legge (482 giorni in Senato e 455 alla Camera), mentre per i ddl di iniziativa governativa, l’esecutivo ha dovuto penare quasi due mesi alla Camera (50 giorni) e anche oltre due mesi al Senato (73 giorni).

Tempi lunghi che sembrano spiegarsi anche con l’attività di Camera e Senato, al minimo da inizio legislatura. Infatti, nel 2011 l’Aula di Montecitorio si è riunita appena 99 volte, come mai accaduto dall’inizio della legislatura, nel 2008. Quell’anno si registrò il numero più basso di sedute d’Assemblea, 108, ma i lavori partirono ad aprile, vale a dire ad anno abbondantemete iniziato. Quest’anno, invece, da gennaio fino alla chiusura della settimana scorsa, non si è arrivati nemmeno a ‘tripla cifra’. Di riflesso anche la mole di lavoro risulta di meno: le 99 sedute (rispetto alla media aritmetica di 128, viste le 512 sedute totali da inizio legislatura) hanno infatti richiesto 517 ore e 56 minuti di dibattiti e votazioni.

Identica storia al Senato: nel 2011 l’Aula del Senato ha tenuto 113 sedute per un totale di 297 ore e 56 minuti di lavori (contro una media quadriennale di 149), meno del 2008, quando la classe politica iniziò a lavorare ad aprile e a fine anno si contarono 121 sedute. Ovviamente c’è tempo per fare di più: basterà rimboccarsi le maniche da inizio settembre, quando Camera e Senato riapriranno i battenti.

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