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Saccomanni: Bankitalia flessibile su piani Eba

Il direttore generale di Palazzo Koch in audizione al Senato: “Il governo e la Banca d’Italia si stanno adoperando nelle sedi di rispettiva competenza affinché al Consiglio Ue di marzo venga effettuata un’analisi degli impatti della raccomandazione dell’Eba sull’erogazione di credito, valutando l’adeguatezza dei tempi e delle modalità di esecuzione”.

Saccomanni: Bankitalia flessibile su piani Eba

La Banca d’Italia “seguirà la raccomandazione dell’Eba con la flessibilità richiesta dall’evoluzione delle condizioni di mercato e consentita agli sviluppi dei negoziati europei su questo tema”. Lo ha affermato il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, parlando in audizione al Senato sulle ricapitalizzazioni richieste alle banche del nostro Paese dalla European banking authority.

Saccomanni ha quindi precisato che “il governo e la Banca d’Italia si stanno adoperando nelle sedi di rispettiva competenza affinché al Consiglio Ue di marzo venga effettuata un’analisi degli impatti della raccomandazione dell’Eba sull’erogazione di credito, valutando l’adeguatezza dei tempi e delle modalità di esecuzione”.

In ogni caso, il direttore generale di Palazzo Koch giudica “incoraggianti” i piani presentati dagli istituti italiani per il rafforzamento di capitale: “Come noto, l’aumento di capitale di Unicredit solo copre quasi interamente le esigenze di questa Banca e circa metà del fabbisogno complessivo del sistema italiano”.

Rimane comunque “essenziale che si riduca sui mercati la percezione del rischio Italia e che si spezzi l’interazione perversa tra lo spread sovrano e quello delle banche“.

Saccomanni ritiene che i nostri istituti “rimangono solidi: hanno fatto progressi significativi sul fronte della patrimonializzazione e del contenimento dei costi. Risentono, tuttavia, delle tensioni sui mercati finanziari e dell’andamento della congiuntura, con riflessi negativi sulle prospettive di redditività”. Le banche italiane “patiscono, al pari di altre imprese, una fiscalità significativamente più onerosa dei loro concorrenti esteri”.

Anche per queste ragioni, “informazioni preliminari indicano che nell’ultimo trimestre del 2011 l’esposizione delle banche nei confronti dei debitori segnalati per la prima volta in sofferenza è risultata significativamente più elevata rispetto allo stesso periodo del 2010. L’incremento ha riguardato sia le famiglie sia le imprese. Alla fine dello scorso novembre i crediti alle imprese in difficoltà (esposizioni incagliate e ristrutturate) sono aumentati al 6,2% dei prestiti all’intero settore (erano pari al 5,6% un anno prima)”.

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